Operazione "disturbo"

Corruzione, arrestati 12 medici tra cui un chirurgo del Policlinico di Monza

Compravano protesi da uno specifico fornitore in cambio di regali. Oltre alla struttura di Monza coinvolte anche altre in Lombardia, Piemonte e Toscana

medico manette

Albenga. Preoccupazione in queste ore nel mondo della sanità in seguito alla notizia dell’arresto per corruzione di un chirurgo del Policlinico di Monza, l’azienda che da pochi giorni gestisce anche il reparto di Ortopedia nell’ospedale di Albenga (struttura comunque non coinvolta nella vicenda).

Le manette sono scattate questa mattina all’alba, nell’ambito dell’operazione “Disturbo” coordinata dal tribunale di Monza: 14 in totale le persone arrestate tra Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Campania. Dodici sono medici: tre (tra cui uno del Policlinico) sono finiti in carcere, gli altri 9 agli arresti domiciliari. Mentre altri 6 sono stati denunciati a piede libero. Gli ultimi due arrestati sono invece il responsabile commerciale della Ceraver Italia Srl ed un promoter della stessa azienda: secondo l’accusa i medici avrebbero accettato di acquistare protesi di scarsa qualità, e moltiplicando il numero di operazioni, in cambio di denaro, regali, vacanze, cene di lusso o viaggi.

Ora sono tutti accusati in concorso di corruzione e associazione a delinquere. L’obiettivo del gruppo era quello di aumentare il fatturato della multinazionale: i medici di base reclutavano pazienti bisognosi di protesi in cambio di una percentuale sulle visite degli specialisti, mentre questi ultimi venivano incentivati dai manager di Ceraver a comprare soltanto protesi dell’azienda ad un prezzo che oscillava dai 1500 ai 2500 euro. Per ogni acquisto i chirurghi ricevevano una “provvigione”, in qualche caso anche di 100 euro. Ed il tutto nonostante da alcune intercettazioni emerga il sospetto da parte dei medici che quelle protesi fossero di qualità inferiore rispetto ad altre marche.

Un altro modo per aumentare i guadagni, secondo gli inquirenti, era quello di incentivare l’arrivo di pazienti da fuori regione: se negli altri ospedali di Milano la percentuale di ospiti non lombardi oscilla tra il 4,76 ed il 9%, al Policlinico di Monza si sarebbe arrivati fino al 24,5% (che significa più di 15.000 pazienti). Aumentava di conseguenza anche il numero di interventi: 12 di media per ogni seduta in sala operatoria (a fronte di una media di 4 negli altri ospedali lombardi), con punte anche di 36 operati in un solo giorno.

L’inchiesta, durata tre anni, ha coinvolto oltre al Policlinico di Monza anche altri istituti dislocati in Lombardia, Piemonte e Toscana. Ovviamente non l’Ortopedia di Albenga, operativa solo da pochi giorni, ma la notizia ha scosso non poco l’ambiente della sanità savonese visto il ruolo del Policlinico nell’ospedale ingauno. Raggiunta al telefono da IVG.it, l’assessore regionale Sonia Viale ha preferito non rilasciare commenti, in attesa di poter approfondire meglio la vicenda. Nel frattempo i magistrati del tribunale di Monza stanno valutando eventuali responsabilità amministrative dei manager ospedalieri. Anche il Policlinico al momento non rilascia dichiarazioni, limitandosi a sottolineare il proprio ruolo di parte lesa: probabile nel corso della giornata l’emissione di un comunicato stampa ufficiale per prendere le distanze da quanto accaduto.

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