Vertenza

Bombardier, assemblea dei lavoratori. Rsu e sindacati: “Non faremo morire lo stabilimento”

Dopo l'assemblea di questa mattina allo stabilimento di Vado resta alta la preoccupazione dei lavoratori

Vado Ligure. “Non bisogna far morire questo stabilimento e tutelare una produzione di eccellenza in un settore strategico come quello ferroviario”. Il monito arriva da Rsu e sindacati al termine dell’assemblea dei lavoratori che si è svolta questa mattina nel sito vadese, nel quale le organizzazioni sindacali hanno relazionato in merito al recente tavolo romano al Mise che non ha dato le risposte sperate.
“Bisognerà conoscere l’esito della gara di Mercitalia, con la possibilità che a Vado Ligure possano confluire entrambi (o comunque buona parte) i lotti i produzione previsti dall’appalto (ovviamente in caso di vittoria da parte della Bombardier) e cioè le 30+30 locomotive a corrente continua, e quindi il modello DC3, e le locomotive a corrente alternata, le multisistema, che possono essere realizzate nello stabilimento vadese” ribadisce il segretario provinciale della Fiom Cgil Andrea Mandraccia.

“Inoltre attendiamo tutti gli sviluppi circa l’accordo con Hitachi per la produzione dei treni del trasporto regionale così come previsto dalla gara vinta dalla stessa Hitachi lo scorso anno” aggiunge.

“Solo con questi due tasselli potremo capire i reali carichi di lavoro futuri per lo stabilimento di Vado Ligure e quindi ragionare concretamente sulle future opportunità occupazionali. Se non si vincerà la gara di Mercitalia e non ci sarà l’accordo con Hitachi per la produzione di carrozze di testa per i treni passeggeri lo stabilimento di Vado Ligure non potrà restare in piedi”.

“Resta quindi molto forte la preoccupazione dei lavoratori sul loro futuro, con il rischio che possa aprirsi a fine ottobre una nuova procedura di mobilità collettiva. Tuttavia, anche in relazione alla definizione dei contratti di servizio di Trenitalia, siamo convinti che ci siano tutte le condizioni per tornare a fare produzione, una produzione di qualità per il settore ferroviario”.

Tra le maggiori preoccupazioni la scadenza della cassa straordinaria a fine novembre, che riguarda circa 370 lavoratori dello stabilimento su un totale di 530, con 51 lavoratori che hanno accettato nei mesi scorsi la mobilità volontaria: “Anche su questo punto attendiamo risposte concrete per la tutela dei lavoratori, considerando che almeno fino alla metà del 2018, se tutto andrà bene, i carichi di lavoro auspicati non potranno arrivare” conclude Mandraccia.

Bombardier Vado

E Bruno Martinazzi, della Rsu-Fiom, aggiunge: “La situazione dei lavoratori è allarmante e critica: da un lato l’assenza di risposte da parte dell’azienda, dall’altro la latitanza di governo e istituzioni rispetto alla sopravvivenza di un sito industriale strategico. Serve a livello legislativo un provvedimento per il settore ferroviario che tuteli la produzione italiana, affinché, in caso di vittoria in una gara d’appalto, le produzioni restino sul territorio, altrimenti ogni volta ci troveremo nella stessa condizione, ovvero con carichi di lavoro in esaurimento”.

Tra le organizzazioni sindacali, preoccupazione è stata espressa anche dalla Fim-Cisl: “La Bombardier sostiene che per la sopravvivenza del sito sia necessario il conseguimento di entrambi gli obiettivi, altrimenti l’azienda non sarebbe in grado di portare avanti le attività produttive in Italia” afferma Christian Venzano, segretario regionale Fim Cisl Liguria.

La FIM Territoriale ha dichiarato di non poter accettare la posizione espressa dall’Amministratore Delegato che a tratti è sembrata quasi rinunciataria. Ha ricordato, infatti, quanto il sito abbia dovuto sopportare diverse situazioni complicate, a tratti anche drammatiche, e come i lavoratori hanno sempre risposto con forza e con sacrifici per la sopravvivenza dello stabilimento vadese: stabilimento considerato tra i più efficienti e garante, negli anni, di utili per la Bombardier Gruppo. “Considerazioni, queste ultime, che accentuano il senso di frustrazione determinato dalle parole dell’amministratore delegato e indignano profondamente per la mancanza di visione e di prospettiva”.

Bombardier Vado

“La Fim crede sia necessario approfondire l’analisi e gestire questa fase complicata con attenzione e lungimiranza. Chiede con forza che, nel caso di assegnazione delle locomotive merci, anche le multisistema vengano costruite nel sito vadese, che si continui a lavorare per trovare un accordo possibile con Hitachi che garantisca continuità produttiva anche disgiuntamente dalla commessa dei treni merci e che si attivi la richiesta di ulteriori 12 mesi di cassa straordinaria dal momento che l’attuale termina a novembre. Per la Fim è fondamentale che non vengano attivati unilateralmente strumenti di riduzione del personale ma che ci si apra un confronto anche con le forze politiche cittadine e regionali per ragionare di possibili soluzioni alternative che traguardino la buona risoluzione della delicata vertenza” aggiunge Simone Pesce, segretario Cisl Imperia Savona con delega all’industria.

“Le notizie non rassicuranti relative alla vertenza Bombardier non fanno che appesantire una già preoccupante crisi occupazionale che da troppo tempo vede coinvolto il territorio. Per la Cisl Territoriale, fortemente impegnata nella gestione dell’area di crisi complessa, è importante da una parte verificare costantemente le reali intenzioni del gruppo (troppo spesso evasivo) anche attraverso il coinvolgimento delle forze politiche locali e nazionali e, dall’altra, individuare strumenti utili a favorire la salvaguardia occupazionale ed il rilancio dello stabilimento”.

“Il territorio non può permettersi di perdere altri posti di lavoro ed aziende ad alta specializzazione come la Bomabardier. Ogni occasione di incontro con Regione e Ministero per la gestione dell’area di crisi complessa sarà utile per sollecitare e condividere percorsi che siano di supporto alla federazione di categoria per addivenire ad una positiva risoluzione della difficile vertenza” conclude l’esponente Cisl.

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