Andirivieni?

Cairo, la biblioteca a Palazzo Scarampi? Non tutti concordano: “Dovrebbe restare a Palazzo di Città”

Opinioni contrarie allo spostamento del presidio culturale a Palazzo Scarampi

Palazzo Scarampi Cairo Montenotte

Cairo Montenotte. La biblioteca civica a Palazzo Scarampi? C’è chi non è d’accordo.

“Tale scelta, compiuta dalla passata amministrazione e, al momento, non cambiata con la nuova giunta, appare per lo meno negativa per una serie significativa di motivi – scrive il cairese Sandro Gentili – Innanzitutto la sede di piazza della Vittoria appare luminosa e solare, accogliente e spaziosa: una biblioteca non è solo spazio per depositare libri e per prenderli a prestito. Essa è luogo eminentemente di studio e di approfondimento, di incontro fra coloro che ‘faticano’ sui libri. Gli attuali locali sono assolutamente consoni a tale scopo. E coloro che li utilizzano sono numerosi e credo soddisfatti, per quanto mi consta”.

“Inoltre, riportare la biblioteca dove era già in passato non penalizza solamente gli spazi dedicati alla consultazione e allo studio, ma la stessa conservazione del patrimonio librario e la sua disponibilità a scafale. Se ho informazioni corrette, la biblioteca ha traslocato da Palazzo Scarampi verso Palazzo di Città trasferendo 36 mila testi. Oggi dovrebbero essere 39 mila. Prevedendo, come è giusto e ovvio, l’incremento del patrimonio librario, a Palazzo di Città ci sono soluzioni, ma nel ristrutturato edificio che ospita anche il Museo della Fotografia, dove si trovano questi spazi? Lo stesso Museo Ferrania nasce vincolato e costretto. A Palazzo di Città basterebbe creare un secondo livello di scaffali sfruttando l’altezza dei locali, realizzando quasi il raddoppio della fruibilità e della disponibilità potenziale di libri. Per non dire il risparmio che si avrebbe non muovendo nulla… Quanto costa il trasloco?”

“Qualcuno obietterà: ma che facciamo dei due piani di Palazzo Scarampi? Una proposta, da verificare in termini di spazi, potrebbe essere quella di portarvi a piano terra i Servizi sociali e al primo piano l’Ufficio tecnico, liberando da un lato l’ex cinema Abba e dall’altro l’ultimo piano di Palazzo Pertini, sede comunale, in corso Italia per diversi utilizzi”.

E ancora: “Qualcun altro ricorderà che tutta l’operazione del Ferrania Film Museum e lo stesso Palazzo di Città presupponevano l’alienazione dell’attuale Comune. Vero! Ma è proprio necessario perseguire uno schema preordinato, se si rivela non consono ai bisogni dei cittadini? Non è che l’Amministrazione è in grado di ragionare su proposte alternative e trovare soluzioni migliori?”

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