Stile savonese

“Presenze”: i lavori di Giorgio Bormida e Nicola Oliveri al Priamar

"Stile Savonese" è la rubrica di moda, bellezza e lifestyle di IVG, curata da Maria Gramaglia

Stile Savonese

“Stile Savonese” è la rubrica di moda, bellezza e lifestyle di IVG, a cura di Maria Gramaglia. Ogni settimana una passeggiata tra le vetrine dei negozi della nostra provincia, a caccia di novità: un “viaggio” tra le tendenze savonesi a livello di moda, bellezza o arredamento, ma anche tra proposte come gite, corsi o spettacoli a teatro.

“La fortezza del Priamar è Savona. Finalmente siamo visibili nella nostra città. Qui affondano le nostre radici”.

Così Giorgio Bormida commenta la scelta della location della mostra “Presenze”, in cui espone insieme all’amico artista Nicola Oliveri, anche lui savonese.

Due artisti completamente diversi e complementari, come il bianco e il nero, il giorno e la notte.

Bormida viene dal mondo del teatro, più precisamente dalla scenografia, dove si è affermato a livello nazionale, lavorando anche per il Teatro Carlo Felice di Genova come scenografo realizzatore. A latere sviluppa un interesse per la fotografia digitale, che affronta con le stesse meticolosità e riflessione che caratterizzano un’opera pittorica. Ricorre al software e al virtuale per creare opere dense, cariche di mistero, dove ad un dettaglio di una foto, parte del suo vissuto, spesso una figura umana, si sommano sovrapposizioni di elementi provenienti dalla natura, da cui scaturiscono ambientazioni estremamente avvolgenti, stratificate e teatrali per rappresentare visioni di una dimensione onirica, sensazioni ed emozioni interiori che emergono dal buio. Ad una prima visione, rimango molto incuriosita, ma forse incapace di darmi una spiegazione. Riguardandole con l’artista che le illumina con un faro, ho una visione completamente diversa: vedo il buio da cui “escono” le figure e così prendono forma tutti gli elementi che coprono e scoprono, filtrando una grande bellezza che mi ha lasciata stupefatta.

Oliveri, anche lui nato nel savonese, è un disegnatore e pittore di fama nazionale. Si dedica alla più antica forma di espressione facendo continua ricerca. Espone opere in contrasto con quelle di Bormida. Qui emerge il bianco, la delicatezza, l’eleganza del segno. Tecnicamente parlando, reinterpreta luci e ombre creando una morfologia completamente innovativa, carica di una nuova ermeneutica, di un significato altero, dove l’impulso di linee si trasforma in un’unità formale che porta con sé gesto e tratto con un metodo che di metodico ha soltanto un operare stratificato e lento, depositario di atti.

“Presenze” evoca la fisicità, la palpabile testimonianza nel territorio di un sentimento artistico, una forza animata da chi ha trovato in queste terre i natali, tanto da tramutare la propria esistenza in operato, in un linguaggio sublime che parla all’anima.

D: Giorgio, com’è nata l’idea di lavorare insieme?

R: Un’amicizia in comune ci ha fatto conoscere al festival {Te}che 2016 di Finale Ligure. Eravamo entrambi desiderosi di fare una mostra nel nostro territorio. Io sono tornato a vivere qui dopo molti anni di assenza, e una sera a cena insieme, è nata l’idea di presentare questo progetto.

D: Rappresentate scenari, messaggi e stili differenti uno dall’altro. ..

R: (BORMIDA) Io e Nicola Oliveri rappresentiamo due poli opposti nella ricerca contemporanea. Oliveri estremizza le raffinate possibilità della mano e della matita, scavando nella superficie del foglio, fino a dare un rilievo, una profondità persino agli spazi bianchi. Dunque un ribaltamento totale nel concepire il disegno e la sua percezione da parte dello spettatore. Io invece mi muovo in un campo virtuale, lontanissimo dalla manualità del gesto, rielaborando un vasto repertorio di immagini, che ricompone passato e presente. Si fondono così memorie, momenti della mia esperienza personale come scenografo, istanti del quotidiano scorrere del tempo. Dal buio emergono tracce del mondo, quasi suggerimenti più che figure, tracce di sogni che nulla hanno a che fare con la solarità del giorno, ma dal buio invitano lo spettatore verso le profondità ed ambiguità degli spazi interiori, che si colorano di una insolita luce. A volte gli estremi si toccano….così è nata l’idea di “Presenze”.

D: Delle opere esposte, quale è maggiormente evocativa rispetto al messaggio e perché?

R: (BORMIDA) Nella raccolta “VIXI” l’opera contrassegnata come XI presenta esattamente il mio modo di operare sulle immagini, sovrapponendo elementi e figure e ricomponendo uno scenario che allude alla realtà, ma che ne altera il senso (bellissima, ndr). Gradini, una scala, una donna che guarda un foglio o uno specchio sono elementi della nostra realtà, ma il buio e la luce di questa scena appartengono ad una dimensione interiore, ai ricordi, ai sogni, ad un tempo che non si scandisce in giornate.

(OLIVERI) Espongo lavori differenti ma sempre espressioni della stessa mano. Difficilmente riesco a sceglierne uno. Sicuramente ‘Aracne d’Ovidio’, la donna nell’ovale, lo considero un capolavoro, ma più come potenzialità in divenire e apertura verso possibili lavori futuri, piuttosto che come opera in sé (stupenda, ndr).

D: C’è più poesia o senso della realtà nelle vostre opere?

R: (OLIVERI) Sicuramente poesia, intesa come suono. (Poesia è risuonar del dire oltre il concetto)

D: Consigli per i giovani savonesi che desiderano affacciarsi al mondo dell’arte, non solo come passione ma come “mestiere”.

R: (OLIVERI) Purtroppo arte e mestiere rappresentano un ossimoro. L’unica cosa che mi sento di dire è di seguire le proprie necessità, i propri desideri e il proprio sentire. Una forte necessità e un forte sentire determineranno la strada da percorrere aiutando a superare le difficoltà che saranno senz’altro molte. Purtroppo quello che oggi viene definito mondo dell’arte è tutt’altra cosa.

“Presenze”, inaugurata il 6 luglio, si può visitare tutti i giorni dalle ore 18 alle ore 23 e si chiuderà il 31 luglio, con un evento dalle ore 19. L’allestimento della mostra si struttura attraverso i cunicoli e gli androni della Fortezza del Priamar, tra le volte e le cellette della Sibilla, spazi in cui lo spettatore potrà addentrarsi godendo dell’evocativo contesto, nella ricerca estetica, pittorica e fotografica propria dei due artisti. Da vedere!

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