Lettera al direttore

Politica

Paolo Borsellino e Carlo Giuliani, la riflessione di Vaccarezza: “Dividere la lana dalla seta…”

Siamo a metà di una settimana densa di impegni non solo materiali, ma anche emozionali, legati alla storia e alla vita sociale di questo Paese. Il ricordo della strage di Via D’Amelio del 19 luglio 1992, il doveroso omaggio ai ragazzi che accompagnarono il Giudice Paolo Borsellino fino all’ultimo dei suoi giorni, è stato preceduto da notizie che mai vorrei leggere.

Il 10 Luglio infatti, a Palermo, nel quartiere Zen, è stata danneggiato il monumento intitolato ad un altro eroe della lotta alla mafia, il Giudice, Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio dello stesso anno.

Ignoti vigliacchi ancora, martedì notte, hanno semidistrutto la stele eretta in memoria del Giudice Rosario Livatino dai suoi stessi familiari, proprio nel luogo dove il ” giudice ragazzino” cadde, vittima di un agguato da parte della “stidda”, un’organizzazione criminale vicina alla mafia, all’età di 38 anni il 21 Settembre del 1990.

Le vite di questi uomini, di questi eroi, vanno ricordate, sempre!

Vanno sempre difesi e diffusi quegli ideali che portano l’uomo ad avere fiducia nel suo stato, ma è soprattutto lo STATO che deve dare garanzie di presenza e tutele a chi sceglie di servirlo, sia esso civile o militare, comunque svolge un compito rischioso, difficile, che pochi scelgono ancora oggi.

Chi decide di essere coinvolto nella vita istituzionale del proprio paese sa che questa scelta comporta rinunce, sacrifici, tempo dedicato quasi sempre al lavoro e mai alla famiglia.

La sua famiglia diventa lo Stato: è dovere di chi questo rappresenta far si che in qualunque momento i suoi “servitori” si sentano al sicuro, nel momento in cui, soprattutto chi veste una divisa, deve scegliere se alzare il braccio con un arma in mano per difendere gli ideali di onestà, trasparenza, legalità, rispetto della legge,ai quali ha giurato fedeltà.

Lo stato CI DEVE ESSERE, deve onorare proteggere tutelare i suoi figli migliori, OGNI GIORNO.

Oggi tutto va la contrario, vengono derisi i difensori della legge, vengono idolatrati soggetti che con la storia dei nostri Padri nulla hanno a che vedere.

Oggi cade l’anniversario della morte di un ragazzo il cui nome è diventato noto ai più per aver aggredito con un estintore, un rappresentante delle forze dell’ordine, un carabiniere poco più grande di lui. Carlo Giuliani si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Ha compiuto un gesto assolutamente sbagliato, ben conoscendo i rischi che correva e per questo viene celebrato come un martire.
La sua morte è una tragedia vera. Ma non va ricordata come il martirio di un eroe, perché lui eroe non lo è mai stato, ne mai lo sarà.

L’aula parlamentare (che fortunatamente non per molto) è stata a lui intitolata, per di più accanto a quella di Rosario Livatino, ha avuto il sapore della beffa, della derisione, dello scherno di anni e anni di sacrifici di chi ha lottato fino alla fine per una società pulita, trasparente, che fa della legalità una delle prime regole.

Gli Eroi sono quelli che scelgono strade difficili ma alla luce del sole.
Gli Eroi sono quelli che combattono anche per i poveri disgraziati come Giuliani che alle regole fanno spallucce, che delle forze dell’ordine non hanno rispetto, salvo poi a loro rivolgersi quando c’è bisogno.

NO, io non celebrerò MAI questi personaggi come rappresentanti di regole sulle quali dovrebbe crescere il mio paese, che è Patria, ieri, oggi, sempre e PER SEMPRE.

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