I numeri

Lavoro, Savona in recupero grazie al turismo: 4000 posti in più, ma solo per uomini fotogallery

Boom del turismo, male l'industria. Giulia Stella: "Serve impegno della Regione, ma è come Godot..."

area crisi report cgil

Savona. L’occupazione nella provincia savonese mostra segnali di ripresa, in controtendenza con il resto della Regione. Aumenta l’occupazione maschile, soprattutto quella indipendente, ma diminuisce quella femminile, in forte crisi dopo otto anni di stabilità; la disoccupazione media scende al 6,6% (la più bassa in Liguria) anche se quella giovanile è del 27,8%. Merito soprattutto del turismo, il vero settore “traino” della ripresa (raggiunto il massimo storico), mentre faticano molto agricoltura e pesca (ai minimi dal 2008, perso il 13,8% in un anno) e l’industria, al punto più basso dal 2010.

La presentazione trasmessa in diretta da IVG

Sono questi in sintesi i dati che emergono dal report di Cgil sui risultati di un anno di crisi complessa, presentato questa mattina in Camera del Lavoro. In un quadro in cui la Liguria recede i numeri, elaborati ed illustrati da Marco De Silva (responsabile Ufficio Economico Cgil Liguria) rivelano che per l’occupazione quello trascorso è stato un anno da leggere con attenzione.

Dopo tre anni consecutivi di dati negativi, Savona ha recuperato 4 mila addetti, con un dato finale di 110.832 occupati. Nel 2016 sono state 8 mila le persone in cerca di occupazione; il tasso di disoccupazione medio è stato del 6.6 per cento (il più basso della Liguria) mentre quello giovanile si attestava al 27.8. Per la prima volta dal 2009 sono in aumento sia i lavoratori dipendenti sia quelli autonomi.

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“Sin qui sembrerebbe un cambio di rotta notevole – commenta De Silva – ma bisogna stare attenti. La novità è senz’altro positiva ma sembra frutto di un’annata ‘eccezionale’, ed inoltre siamo ancora lontani dai livelli occupazionali pre-crisi. Sono quasi 5 mila infatti – pari all’1,2 per cento degli occupati – i posti di lavoro che mancano per arrivare al 2009, anno di massima occupazione della provincia”. Dubbi esplicitati dal titolo del report “Luci, ombre e dubbi: un anno di lavoro e non lavoro nell’anno dell’area di crisi complessa”. E non solo: la crescita di Savona sostanzialmente è tutta nel turismo (oltre 5 mila occupati in più), soprattutto tra i lavoratori autonomi (che crescono del 25% in un solo anno).

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Tra le particolarità evidenziate dai dati il rapporto tra turisti e occupati. Savona è l’unica provincia della Liguria dove gli occupati nel turismo sono saliti in modo importante (+18 per cento, rispetto ad una media ligure di circa il 5) mentre gli arrivi sono tendenzialmente in linea con il resto della regione. “Si tratta di uno squilibrio insolito – rivela De Silva – un fenomeno particolare che andrebbe analizzato in profondità, facendo presupporre sia ad una concentrazione dei voucher nel settore sia ad una insufficiente capacità di tracciare arrivi e presenze turistiche nell’accoglienza”. Il riferimento è alle piattaforme come AirBnb il cui apporto al turismo in provincia è sostanzialmente non tracciabile e non quantificabile.

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Clamoroso il dato relativo al commercio: i lavoratori in alberghi e ristoranti raggiungono il massimo storico dal 2008, con un aumento del 18,1% in un anno (merito soprattutto dei lavoratori indipendenti, cresciuti di un quarto sorpassando il numero di dipendenti).

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Il settore industriale è ancora in forte calo: Savona vale il 18% dell’occupazione ligure e la quota dell’industria è sotto la media regionale, raggiungendo il punto più basso degli occupati dal 2011. A tal proposito il primo quadrimestre del 2017 registra per Savona un +334% delle ore autorizzate per la Cassa Integrazione, la cui quasi totalità è nel settore manifatturiero.

Infine, spiegano da Cgil, il riconoscimento di Area di crisi industriale complessa dello scorso settembre 2016 ha permesso fino ad oggi di prorogare gli strumenti di sostegno al reddito. “Tutto ciò non è ancora sufficiente – sostiene Giulia Stella, segretario della Camera del Lavoro di Savona – è necessario che le istituzioni nazionali, regionali e locali accentuino al massimo gli sforzi, con l’obbiettivo di costruire entro l’anno in corso il piano di riconversione e riqualificazione industriale, per permettere investimenti pubblici e privati nelle aree industriali interessate, finalizzando tutto ciò alla ricollocazione delle lavoratrici e lavoratori espulsi dai cicli produttivi negli ultimi anni nel nostro territorio. Ma qui la Regione Liguria è come Godot…”.

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