Rosso pistacchio

Questa notte è ancora nostra

"Rosso Pistacchio" è la rubrica al femminile di IVG: ogni martedì si parla di donne con Marzia Pistacchio

Rosso Pistacchio

“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente.

E alla fine l’hai avuta vinta tu, Gemma. L’hai avuta vinta tu, coi tuoi calzoncini con le ciliegie e la tua mania di volermi far studiare a tutti i costi.

Non mi hai mai passato una versione, Gemma. Mai. Le passavi a tutti tranne a me. Le passavi a quello stronzo di Camozzi, le passavi persino a quel puzzone di Giannetti, a me no. Mai.

“Borreani, lo faccio perché ti voglio bene, Catullo ti vuole bene, Plutarco ti vuole bene, Ovidio addirittura ti ama”.

Non mi hai mai passato una versione, Gemma. Domani abbiamo la maturità e io non credo che Ovidio mi ami né che mi amerà mai.

Ma io amo te.

Dal momento in cui sei entrata in classe, in quarta ginnasio, insultando ‘quei trogloditi del Nautico’ e aggiustandoti le trecce bionde lunghe e forti come fruste, da allora io ti ho amata, Gemma, e poco importa se con ‘quei trogloditi del Nautico’ ti ci sei fidanzata molto spesso, poco importa se in classe mi stringevi le mani declamando Saffo e poi scappavi al Prolungamento con quello sfigato di Poretti solo perché aveva la moto, poco importa se mi hai rubato per 5 anni esatti la pizzetta in cambio del tuo pacchetto di cracker alla soia, poco importa… perché io amo te.

Ti ho amata, Gemma, anche quando venivi a scuola con le braccia piene di lividi e dicevi che ti eri messa a fare judo, con quella risata tirata e finta che non era proprio tua. Ti ho amata quando, passando in bicicletta sotto casa tua ti ho trovata in lacrime, e ti ho abbracciata forte nel portone e tu hai pianto e gridato al cielo ululando e inzuppandomi la maglietta di lacrime e mascara.

Ti ho amata quella sera che, ubriaca e pazza, camminavi sul ciglio del burrone declamando ‘la pioggia nel pineto’ e ti ho portata in braccio fino a casa e non sei stata zitta un attimo perché volevi che recitassi con te ‘Piove sulle tue ciglia silvane’.

Ti ho amata su quel palco, ogni anno, per cinque anni. Eri Alcesti, eri Medea, eri Cassandra, eri Antigone… ma io vedevo solo Gemma e il suo sguardo caparbio e fiero.

Carpe diem, mi dicevi, carpe diem scrivevi ovunque, sul banco, sulla smemoranda, sullo zaino.

E alla fine la hai vinta tu, Gemma, domani abbiamo la maturità e speriamo non esca Senofonte, ma poco importa perché la versione non la saprei fare comunque, e tu non me la passerai, perché secondo te anche Senofonte mi ama. Poco importa, Gemma, perché l’attimo lo colgo ora, adesso e qui, sotto casa tua mentre piove sulle mie ciglia silvane, piove su di me, su Saffo, su Catullo, sui Coribanti e su questi cinque anni in cui avrei dovuto dirti queste cose.

“Scendi, Gemma, ti devo parlare anche se piove”.

“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia Pistacchio: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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