Operazione trash

Irregolarità nell’assegnazione dell’appalto sui rifiuti a Pietra: pm chiede 5 condanne

A giudizio ci sono due funzionari di Ata e tre dipendenti del Comune di Pietra: secondo la Procura avevano taroccato la gara

Pietra L. Sono cinque le richieste di condanna formalizzate questa mattina dal pm Daniela Pischetola nell’ambito del processo per l’inchiesta battezzata “Trash” che aveva portato alla luce le presunte irregolarità nell’assegnazione dell’appalto per la gestione dei rifiuti a Pietra.

Oggi è iniziata la discussione e, al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto: quattro anni e otto mesi di reclusione per Fabio Basso, allora responsabile del settore servizi tecnici specializzati del Comune di Pietra Ligure; un anno e tre mesi di reclusione e 500 euro di multa per Vincenzo Trevisano, l’allora segretario comunale pietrese; nove mesi di reclusione per Andrea Nencioni, geologo e anch’esso dipendente dell’amministrazione comunale; due anni e undici mesi di reclusione per Roberto Balbis, funzionario di Ata Spa; due anni e 8 mesi di reclusione per Mario Cena, anche lui funzionario di Ata Spa.

Tutti devono rispondere, a vario titolo ed in concorso, dei reati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione e, soltanto Basso, di truffa ai danni dello Stato e peculato d’uso (per l’utilizzo di un’auto di servizio per motivi privati).

I cinque, secondo la Procura, erano riusciti a “truccare” la gara per l’assegnazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti sul territorio comunale di Pietra che sarebbe stata falsata per favorire la vittoria di Ata Spa. Un “favore” che, secondo gli inquirenti, si era concretizzato in cambio della promessa di assumere nell’azienda aggiudicataria dell’appalto il figlio di Basso, Luca. Le indagini erano partite in seguito ad un esposto del marzo del 2013.

Dagli accertamenti effettuati dai carabinieri di Albenga, coordinati dal pm Daniela Pischetola, era stata ricostruita la situazione degli appalti per la gestione dei rifiuti (gestiti dal 1995 da Aimeri) ed era emerso che, a gennaio 2013, era stata indetta una nuova procedura per la gara di assegnazione del servizio. Ed è proprio quella gara ad essere finita nel mirino della Procura che ha ipotizzato sia stata alterata attraverso una ipervalutazione sull’offerta tecnica mirata ad escludere le concorrenti (la ditta Teknoservice srl che si è costituita parte civile nel processo). Tesi che avrebbe trovato riscontro in numerose intercettazioni ambientali. Tutti gli indagati invece, durante gli interrogatori, hanno respinto con decisione ogni contestazione. In particolare Basso (assistito dagli avvocati Frascherelli e Vignola) aveva spiegato che non c’era mai stato alcun accordo sull’assunzione del figlio perché non avrebbe nemmeno avuto ragione di esistere: i dipendenti di Aimeri (l’azienda che gestiva l’appalto dei rifiuti prima di Ata), tra cui Luca Basso, infatti sarebbero stati riassunti dalla ditta vincintrice della gara.

Il funzionario di Ata Mario Cena (assistito dagli avvocati Aglietto, Mazzitelli e Fazio) aveva invece fatto leva sula bontà del progetto da lui redatto per partecipare al bando. Una proposta definita “innovativa e qualitativa” e che a suo giudizio era la “migliore” e “meritava la vittoria”. Anche Trevisano (difeso dall’avvocato Alpicrovi) aveva negato di aver, come presidente della Commissione, modificato l’esito della gara.

Tesi che, probabilmente saranno ribadite ed approfondite, nel corso delle arringhe difensive. Per il momento l’unico a discutere è stato l’avvocato Fausto Mazzitelli per Mario Cena. Il legale ha chiesto l’assoluzione del suo assistito sotenendo che manchi lo schema della corruzione nella contestazione fatta visto che la pretesa utilità promessa (l’assunzione del figlio di Basso) in realtà era passo “automatico” e su cui comunque Cena non poteva incidere.

A confermare la correttezza della gara, inoltre, secondo i difensori degli indagati, sarebbe anche l’esito della procedura di rivalutazione delle offerte relativa alla gara d’appalto del servizio porta a porta (imposta dal Tar dopo il ricorso di Teknoservice) che si è conclusa di recente. La rivalutazione della gara non solo ha confermato la vittoria di Ata Spa, ma ha anche attribuito un punteggio inferiore alla seconda classificata rispetto alla commissione finita sotto inchiesta.

Un esito che l’ex sindaco di Pietra Ligure e attuale consigliere regionale Luigi De Vincenzi (oggi presente in aula per assistere al processo) aveva commentato così: “Tutto ciò conferma la regolarità del lavoro a riguardo svolto nell’esclusivo interesse del Comune da Trevisano, Basso e Nencioni, persone che ancora oggi stanno subendo le conseguenze di un’assurda vicenda che mi auguro abbia, a breve, una conclusione anche dal punto di vista giudiziario”.

La discussione (prenderanno la parola gli avvocati Aglietto, Roseo, Frascherelli, Vignola, Serrachieri, Alpicrovi e Boggio) continuerà il prossimo 10 luglio in tribunale.

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