Il progetto

Indagine scientifica sulle madrepore della beach-rock di Borgio Verezzi con l’alternanza scuola-lavoro fotogallery

Collaborazione tra la Lega Navale e gli alunni del liceo scientifico Orazio Grassi

Borgio Verezzi. I coralli e le scogliere coralline non si trovano solo ai tropici, meta di subacquei e di turisti che si spingono fino a mari lontani, ma anche nel Mediterraneo, nel mare sotto casa. Nonostante sia un bacino semichiuso, che rappresenta poco più dell’1% della superficie di tutti i mari e gli oceani del mondo, il Mar Mediterraneo ospita una biodiversità elevata – pari a circa il 6% della fauna marina mondiale e con il 28% di specie endemiche (cioè esclusive del Mediterraneo) – che comprende anche alcune specie di madrepore, cioè di coralli duri biocostruttori, proprio come quelli tropicali.

Nel Finalese, da Capo Noli fino a Pietra Ligure, si ritrovano lungo la riva, in pochi metri d’acqua, le caratteristiche formazioni di spiagge fossili, le beach-rock, che sembrano essere un ambiente particolarmente favorevole per l’insediamento, lo sviluppo e la riproduzione di almeno due specie di madrepore mediterranee: la Cladocora caespitosa, o madrepora cuscino, e l’Oculina patagonica, una madrepora forse di origine non mediterranea ma che in realtà non è mai stata segnalata altrove, se non come forma fossile.

Proprio per la facilità con cui possono essere osservate e quindi per le semplici condizioni operative di monitoraggio, ossia conteggio e misurazione effettuate facendo snorkeling (vale a dire con maschera, boccaglio e pinne), la Lega Navale Italiana sezione di Savona, in collaborazione con la società di studi e ricerche marine R.S.T.A. di Genova, ha siglato una convenzione con il Liceo Scientifico di Savona “Orazio Grassi” per attuare un studio pilota di monitoraggio delle madrepore di Borgio Verezzi all’interno di un “progetto di alternanza scuola-lavoro” secondo quanto previsto dall’attuale ordinamento scolastico.

In questo modo, gli studenti della 4a H dell’indirizzo “scienze applicate” del liceo savonese hanno potuto avvicinarsi praticamente e direttamente alle problematiche delle indagini ambientali marine ed hanno acquisito le nozioni base per operare in mare con un minimo di preparazione e di conoscenza delle norme e delle regole di comportamento a bordo di imbarcazioni, completando l’esperienza anche con imbarchi su un cabinato, per l’avviamento alla vela, e sulla motobarca “il Grillo”, dalla quale hanno effettuato videoriprese delle praterie di posidonia.

In realtà, l’esperienza di alternanza scuola-lavoro è già al secondo anno, perché nella primavera 2016 gli allievi dello scientifico avevano cominciato a sperimentare le tecniche di monitoraggio dei fondali con lo snorkeling e con l’impiego di mini robot sommergibili. E va senz’altro prevista la prosecuzione dell’esperienza, quantomeno per un terzo anno, per completare la campagna di rilevazione sui due terzi dell’area di madrepore ancora da censire.

“Tra i compiti istituzionali della L.N.I. rientrano anche l’educazione alla tutela dell’ambiente marino e le iniziative volte ad aumentare l’attenzione e la sensibilità verso le condizioni del mare, non solo degli associati, ma di tutta la comunità – riferisce Franco Forzano, presidente della sezione di Savona della Lega Navale Italiana – e queste attività sono rivolte soprattutto ai bambini ed ai giovani, dalla scuola materna fino alle superiori. Grazie anche all’impiego dell’imbarcazione “il Grillo”, vera e propria aula galleggiante, le iniziative di divulgazione e sensibilizzazione ambientale sono rivolte, oltre agli studenti del comprensorio cittadino, anche a quelli provenienti da istituti scolastici di altri comuni o addirittura dal Piemonte, con la partecipazione di 440 allievi ai corsi di Educazione ambientale di questa primavera”.

Non sono rare lungo la costa ligure le madrepore monitorate dagli studenti del Liceo Scientifico, tuttavia un censimento della situazione delle colonie delle beach-rock finalesi non era mai stato attuato. “Le colonie di cladocora e di oculina, specie protette da diversi trattati internazionali, sono inserite nella lista rossa IUCN delle specie minacciate di estinzione – spiega Paolo Bernat, biologo marino di R.S.T.A., in qualità di tutor esterno dei ragazzi dello scientifico – ed è interessante seguire l’evoluzione delle condizioni delle colonie in quanto costituiscono degli ottimi indicatori ambientali, essendo particolarmente sensibili al surriscaldamento delle acque marine e quindi rivelatori del global warming”.

I polipi delle colonie, decine o centinaia per ogni singola struttura madreporica, catturano il cibo e le particelle alimentari nell’acqua grazie ai tentacoli di cui sono dotati. Oltre a questo, grazie alle zooxanthelle, alghe simbionti che sono ospitate nei tessuti della colonia, le madrepore ricevono un surplus di energia che ne favorisce lo sviluppo. Sono proprio le alghe simbionti che in caso di riscaldamento eccessivo muoiono ed evidenziano il fenomeno del bleaching, o sbiancamento, cui è particolarmente sensibile proprio la cladocora a seguito di perduranti situazioni in cui in mare si registrano temperature elevate.

Al momento sono state effettuate le prime misurazioni ed i primi rilievi (numero, dimensioni, profondità ed orientamento rispetto al fondale delle colonie) che hanno portato ad evidenziare la particolare abbondanza di queste madrepore nel tratto costiero indagato, esteso per circa 400 metri, su una lunghezza totale di 1,2 km: sono presenti oltre 70 colonie, con dimensioni variabili tra gli 8 ed i 60 cm di diametro ed insediate a profondità comprese tra 1,5 e 3 metri.

“Da questi primi risultati, si può davvero essere soddisfatti dello stato di salute delle colonie – commenta Andrea Molinari, biologo marino di R.S.T.A. – visto che non sono stati evidenziati fenomeni di bleaching, anche se tuttavia molte colonie sono stressate dalla sedimentazione a causa dell’intervento dell’uomo sulla costa, in particolare per i lavori di ripascimento degli arenili, fatti con materiale non idoneo, e di costruzione di due dighe soffolte”.

Le attività avranno una prima conclusione in autunno, con l’elaborazione finale dei dati e la presentazione ufficiale dei risultati del progetto di alternanza scuola-lavoro nel corso di un evento pubblico a cura di L.N.I. di Savona e del Liceo Scientifico “O. Grassi”, di cui è già prevista la replica anche al Salone della Nautica.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.