Errore in buona fede

Appello Enpa: “Non toccate i caprioli che vi sembrano abbandonati, li condannate ad una morte precoce”

Alcuni turisti hanno "salvato" un cucciolo alle Manie, in realtà la madre non lo aveva abbandonato

capriolo

Savona. “Non toccate i caprioli”. Nuovo appello dei volontari della Protezione Animali savonese, già alle prese con decine di recuperi e cure di altri animali selvatici: ieri per la quarta volta un piccolo di capriolo è stato loro consegnato da persone che, in buona fede, credevano fosse abbandonato dalla madre che, invece, lo aveva lasciato per poco tempo per andarsi ad alimentare nelle vicinanze, mentre lui rimaneva immobile tra l’erba, inodoro e con la mimetizzazione del mantello che lo difende dalla vista di predatori come le volpi.

E’ accaduto di nuovo sulle Manie nel finalese, dove turisti francesi ne hanno trovato uno (nelle foto) e non sono poi riusciti a dare indicazioni della zona, rendendo impossibile ai volontari dell’Enpa, che ora lo hanno in cura, tentare di restituirlo alla madre.

“Se nelle vostre passeggiate vedete un cucciolo di capriolo, daino o lepre, o piccoli di gabbiano, merlo e cornacchia nell’erba – si raccomanda l’Enpa – non avvicinatevi, non toccatelo e, soprattutto, non portatelo via nell’errata convinzione che sia abbandonato, perché non è vero; se proprio avete qualche dubbio telefonateci e vi daremo tute le informazioni ed istruzioni su come comportarvi”.

“Prelevarlo non è solo una violazione della legge – ricordano – ma vuol dire condannarlo ad una vita di prigionia e spesso ad una morte precoce, perché perde gli anticorpi ed il bagaglio di informazioni e comportamenti essenziali alla sopravvivenza in natura che solo un genitore può dargli; e affidato ad una struttura di recupero, malgrado ogni cautela nell’alimentazione artificiale, difficilmente riesce a diventare autosufficiente per essere poi rimesso in libertà”.

“I piccoli di gabbiano, merlo e cornacchia scendono dai nidi prima ancora di saper volare ed i genitori li accudiscono a terra portandogli da mangiare e proteggendoli come possono; eguale comportamento avventuroso hanno spesso i piccoli di cinghiale – raccontano i volontari – se quindi gli animaletti non sono feriti e si trovano in un ambiente naturale, occorre non toccarli e lasciarli dove si trovano. Diversa è la situazione se si trovano – accade sempre più spesso – in zone urbane con il pericolo di essere vittime del traffico o di cani e gatti; ma solo dopo aver accertato l’effettivo pericolo si possono recuperare e portare all’Enpa. Meglio comunque telefonare: l’associazione mette a disposizione un numero di cellulare (345 635 0596), riservato solo agli animali selvatici, tutti i giorni dalle 9 alle 19”.

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