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Savona, l’ostello del Priamar rinasce come residenza universitaria: 43 stanze finanziate dallo Stato fotogallery

Arecco: "Aver dato un valore del Priamar ci ha consentito di tentare la strada del bando ministeriale"

Savona. Una parte del Priamar concessa per 30 anni in comodato d’uso ad Alfa Liguria. E’ questa la strada che permetterà all’amministrazione comunale del sindaco Ilaria Caprioglio di partecipare al bando del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per la realizzazione di 43 nuovi alloggi per studenti all’interno della fortezza medioevale che domina Savona.

Di solito, per potervi accedere i soggetti che decidono di partecipare ad un bando pubblico devono avere già nelle loro disponibilità una determinata parte dei fondi resi disponibili dal bando stesso. Il Comune di Savona, come noto, versa in una grave situazione finanziaria che di fatto non avrebbe permesso all’amministrazione di presentare alcuna domanda di partecipazione. Ecco quindi la “via alternativa” e cioè la messa a disposizione di un proprio bene immobile, cioè quella parte del Priamar in cui dovrebbero trovare spazio gli alloggi.

Questo meccanismo ha permesso al Comune di partecipare al bando nazionale e di proporre la realizzazione di quasi 450 posti letto destinati agli studenti universitari. Questi saranno realizzati in parte a Savona (43 posti, come detto) e il resto sul genovese (altri 400 posti circa). Il costo dell’intervento è di due milioni e mezzo. Il progetto ha preso il via a fine marzo, con la firma dell’accordo tra amministrazione comunale, Alfa Liguria, Ordine degli Ingeneri e Università di Genova – Campus di Savona, per la partecipazione al bando nazionale promosso dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il quale prevede lo stanziamento di circa 18 milioni di euro nel triennio 2016/2018 per la realizzazione di nuove strutture residenziali universitarie.

“Un percorso avviato grazie alla collaborazione con l’Amministrazione Regionale, che ha svolto ancora una volta un ruolo essenziale. A seguito della firma del protocollo d’intesa, gli enti coinvolti hanno unito le forze e lavorato incessantemente per consegnare il progetto nei tempi prestabiliti – spiega il vice sindaco con delega all’urbanistica Massimo Arecco – Si è formato un gruppo di lavoro puntando sullo strumento all’avanguardia Building Information Modeling, che consente di raccogliere e gestire i dati in forma digitale. Questo ci ha permesso di operare senza costi aggiuntivi e di coinvolgere nel gruppo operativo anche gli studenti del Campus e i professionisti, con l’ente comunale che ha fornito supporto tecnico, con il coordinamento del segretario comunale Lucia Bacciu e gestito da Lorenza Simonetti”. L’iniziativa, promossa dal sindaco Ilaria Caprioglio e da Arecco, ha visto anche la partecipazione dell’assessore Paolo Ripamonti.

Un ostello universitario al Priamar: ecco il progetto

“Attraverso una perizia giurata noi abbiamo messo una pietra miliare nella storia di Savona e cioè siamo riusciti a stimare con precisione il valore della nostra Fortezza. Non lo abbiamo fatto per un semplice sfizio, ma per ottenere quei fondi che tante volte Savona si è fatta scappare. I finanziamenti vengono concessi in percentuale: questo significa, ad esempio, che se un determinato ente concede due milioni di euro, un milione deve essere messo dal Comune e l’altro milione dall’ente finanziatore. Trovandosi in pre-dissesto, il Comune di Savona non ha questi denari. Ma mettendo a disposizione il valore del bene otteniamo il corrispondente valore economico del finanziamento”.

Insomma, beni materiali per ricevere liquidità, cioè i finanziamenti: “Tra i soggetti beneficiari del bando – spiega Lorenza Simonetti, architetto e funzionario tecnico e responsabile dell’unità operativa azione di sviluppo locale partecipativo del Comune – il Miur prevede le agenzie per il diritto allo studio. Pertanto, per la presentazione del progetto, abbiamo fatto un accordo con Alfa Liguria (agenzia per il diritto allo studio del settore allargato regionale). Il comodato d’uso è di durata trentennale e riguarda unicamente la realizzazione di queste residenze. I due piani inferiori, quelli del baluardo seicentesco, resteranno nella disponibilità congiunta di amministrazione e università, in modo che la città possa continuare ad usufruire di sale per riunioni e convegni e spazi dedicati alla cultura. Insomma, il Comune di Savona continuerà ad essere il proprietario dell’immobile, che è un bene monumentale che deve restare alla città”.

Inizialmente, le residenze universitarie dovevano essere realizzate altrove: “Il progetto dell’ostello nasce casualmente – conferma Arecco – L’obiettivo era di realizzare alcune residenze universitarie a Legino, vicino al campus. Poi vicissitudini varie ci hanno portato ad individuare il Priamar come sito migliore e soprattutto come ‘strumento’ per attivare l’importante finanziamento che servirà per rendere possibile l’intento”.

L’intervento sarà tutto a carico del pubblico, “non perché non vogliamo la collaborazione dei privati, ma in questo caso non avevamo bisogno del privato. Con la collaborazione della Regione, dell’Università e della struttura del Comune abbiamo dimostrato che anche il pubblico è in grado di lavorare bene quando è ben coordinato e ben gestito ed ha al suo interno potenzialità che finora, a nostro parere, inespresse”.

Grazie alla concessione di una parte del Priamar in comodato d’uso, il Comune potrà avere gli alloggi senza versare un soldo: “L’unico contributo è la disponibilità del bene a terzi per un certo numero di anni – conferma Lorenza Simonetti – Savona possiede un bene di grande valore e ciò ci ha permesso di procedere in questo modo. Infatti la scelta di non realizzare delle residenze ex novo ma di recuperare un immobile esistente è stata una scelta di tipo economico ed anche un’opportunità per valorizzare e recuperare un immobile di grande valore”.

Un ostello universitario al Priamar: ecco il progetto

Il progetto consegnato prevede il recupero e la ristrutturazione del Bastione San Bernardo e del sovrastante Cellulario ottocentesco della Fortezza (attualmente inutilizzati) per la realizzazione di 43 posti alloggi per un totale di 17 camere doppie e 6 camere singole e 4 camere per i disabili: “Siamo riusciti a mantenere tutti gli standard del decreto 937 del 2016 in materia di comfort, di disponibilità di alloggi. Le stanze sono dotate di servizi igienici. Sono previste sale lettura nella parte più luminosa della residenza in modo da rendere anche piacevole il soggiorno degli studenti. Verranno realizzati locali di servizio e spazi per lo studio e spazi al piano terra nella zona secentesca destinati a convegni ed eventi culturali. Abbiamo fatto centro”.

Aver abbandonato l’idea del progetto di realizzare i nuovi alloggi a Legino in favore della soluzione Priamar, tra l’altro, permetterà al Comune di sbloccare i 900 mila euro già messi a bilancio per quest’operazione. Un “tesoretto” che ora potrà essere utilizzato per altri interventi. E le idee a Palazzo Sisto non mancano.

Un ostello universitario al Priamar: ecco il progetto

“Siamo estremamente soddisfatti di questo risultato. L’amministrazione comunale crede molto nel recupero degli spazi della Fortezza del Priamar: questa è un’opportunità unica per riconsegnare una parte del complesso monumentale, oggi non utilizzata, alla comunità. Ringraziamo l’amministrazione regionale per l’attenzione verso il nostro territorio e tutti coloro che, a diverso titolo, hanno partecipato e collaborato al progetto. La sinergia con la Regione ci ha portato a ottenere risultati importanti per la riqualificazione di via Nizza e del water front a Ponente: anche in questo caso è stata una corsa contro il tempo, per una sfida che vogliamo vincere”, commenta Ilaria Caprioglio, sindaco di Savona.

“Il prossimo passo è la riqualificazione delle terme del Priamar – annuncia Arecco – Il recupero del Priamar era un progetto che avevamo già indicato durante la campagna elettorale. L’obiettivo del sindaco ora è fare bene, fare presto ed impegnarci al massimo per recuperare non soltanto il Priamar ma tutta una serie di edifici storici che finora sono stati visti come un problema: Santa Chiara, Palazzo Pozzo-Bonello ed immobili realizzati negli anni ’70 come quelli denominati De Franceschini alla Conca Verde. Qui l’obiettivo è realizzare la città del sociale”.

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