La spiegazione

A Savona la maggioranza abbandona il consiglio comunale, Martino: “Nessun trucco, solo un disguido”

Il capogruppo di Vince Savona svela: "Eravamo in riunione, nessuno ci ha avvisato che si riprendeva..."

Savona. “Non abbiamo fatto ‘saltare’ il consiglio comunale, è stato semplicemente un disguido tecnico. Questa è la reale situazione”. Nessuna manovra politica, dunque, ma “solo” un malinteso: così Emiliano Martino, capogruppo di maggioranza, giustifica quanto accaduto ieri in consiglio comunale a Savona.

Al momento di votare la richiesta, da parte di M5S e Noi per Savona, di una commissione d’indagine pubblica su Ata (richiesta già presentata e respinta in passato), la maggioranza ha prima chiesto una sospensione e quindi, incredibilmente, non si è ripresentata in aula, sancendo di fatto la fine anticipata del consiglio. Un comportamento letto dalla minoranza come uno stratagemma per evitare di “andare sotto” nella votazione: in conferenza capigruppo, infatti, era apparso chiaro che la Lega avrebbe appoggiato la proposta della minoranza, in aperto contrasto con i compagni di coalizione.

Far mancare il numero legale come strategia per sfuggire ad una spaccatura interna, latente ormai da mesi: questa l’accusa dei consiglieri di minoranza, compatti nel condannare l’accaduto. Martino, invece, dipinge uno scenario differente: secondo il capogruppo di Vince Savona nessuno sarebbe andato ad avvertirli che il consiglio era pronto a riprendere.

“Ieri dopo la richiesta di sospensione i capigruppo di maggioranza si sono riuniti con i gruppi consiliari per spiegare cos’era successo – racconta – I tempi si sono allungati e quando è stato rifatto l’appello non siamo riusciti ad entrare in aula per tempo”. Una ricostruzione che ha lasciato perplessi, anche perché a fare l’appello (per due volte) è stato Renato Giusto, presidente del consiglio comunale appartenente ovviamente alla maggioranza: “Non l’ho visto nei corridoi – dribbla Martino – credo che dopo essere uscito dall’aula sia rientrato in sala consiliare. Probabilmente è stato questo l’inghippo”.

Giusto appartiene alla Lega, proprio la forza politica che, almeno stando alle voci, avrebbe tentato lo sgambetto. Soltanto un caso? “Assolutamente, avremmo votato ‘no’ tutti quanti compatti – garantisce Martino – Nessuno aveva intenzione di far saltare il consiglio comunale ma anche perché la proposta del Movimento 5 Stelle era identica a quella che avevamo già respinto la volta scorsa. Non era cambiato assolutamente nulla, continuava ad esserci il parere negativo degli uffici tecnici”. Ma allora che bisogno c’era di una lunga discussione su un punto che già in passato era stato respinto senza problemi? “Durante la discussione con i capigruppo sono emerse delle variabili – spiega Martino – a cui abbiamo chiesto di dare fiducia, visto che non ci era stata data l’opportunità di creare una commissione d’indagine ai sensi del regolamento perché i gruppi di minoranza non avevano nominato i loro componenti”.

Durante il dibattimento in aula, infatti, Montaldo ha promesso di portare a breve i numeri della difficile situazione di Ata sul tavolo della prima commissione consiliare. Da qui la decisione di chiedere ai compagni di maggioranza “di aspettare la riunione della commissione che si terrà entro il 20 giugno, per capire come procedere. Non sarebbe cambiato nulla, anzi la votazione dell’eventuale punto di ieri avrebbe riportato nella Prima Commissione l’ipotesi di creare una commissione inventata puramente dal Movimento 5 Stelle che non ha riscontro nel regolamento”.

Il piano, a questo punto, è quello di attendere la commissione consiliare, dato che secondo Martino una commissione apposita non è più necessaria. “Non è stato perso tempo – conclude – perché nel momento in cui non è stato possibile creare la commissione il nuovo CdA ha portato avanti le iniziative di verifica internamente, ed i risultati verranno posti sul tavolo della prima commissione”.

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