Lo zibaldone

Santa Caterina e la Legenda di Jacopo da Varagine, l’antica Varazze

Lo Zibaldone è la rubrica di curiosità di IVG: ogni mercoledì storia, cultura, aneddoti, riflessioni e scoperte della nostra provincia

Zibaldone

Lo Zibaldone è la rubrica di IVG su storie, racconti, aneddoti e scorci culturali della nostra provincia, curata da Sara Sacco.
Storie… storie… quante storie da raccontare: alcune si scoprono casualmente, altre affiorano prepotenti durante appassionanti ricerche, e poi aneddoti, ispirazioni, pensieri e parole…

Non tutti sanno che…

Lo scorso fine settimana si è svolto a Varazze il corteo storico-religioso che rievoca ogni anno un episodio della vita di Santa Caterina a cui la popolazione locale dedicò l’omonimo Santuario nei pressi della via Aurelia, risalente al XIV secolo.

Non tutti sanno che… Santa Caterina da Siena, patrona di Varazze, d’Italia e d’Europa sostò a Varazze di ritorno da Avignone il 3 ottobre del 1376 per render omaggio alle spoglie di un frate domenicano, arcivescovo di Genova, discendente della nobile famiglia genovese dei De Fazio, ovvero del beato Jacopo, o Jacobus, o Giacomo da Varagine o Voragine (l’antica denominazione di Varazze), in quanto nato a Casanova nel 1228. Ma a cosa era dovuta la fama del predicatore?

Si narra che l’Arcangelo Michele consegnò a Set, terzo figlio di Adamo ed Eva, un ramoscello dell’albero della vita per collocarlo sulla bocca del padre al momento della sepoltura.

Durante la costruzione del Tempio di Gerusalemme, il re Salomone trovò l’albero che era cresciuto da quel ramo e ordinò di abbatterlo; non potendo essere utilizzato, l’albero fu gettato su un fiume come passerella. Quando la regina di Saba profetizzò a Salomone la sacra sorte a cui il legno era destinato, il re decise di farlo sotterrare. Furono poi gli israeliti a trovare la tavola che fu impiegata per costruire la Croce su cui Cristo fu crocifisso.

Il racconto biblico si confonde poi con le fonti storiche quando una croce luminosa con la scritta “In hoc signo vinces” apparve a Costantino alla vigilia della battaglia contro Massenzio: portando la croce come insegna, nel 312 l’esercito dell’imperatore vinse la battaglia di Ponte Milvio, a Roma.

Costantino chiese alla madre Elena di andare a Gerusalemme per cercare la Croce della Crocefissione. Delle tre croci ritrovate, Elena riuscì ad identificare la vera croce di Cristo sfiorando un defunto che resuscitò. La croce fu poi spezzata in vari frammenti, ma la parte principale rimase a Gerusalemme. Alcuni secoli più tardi, l’imperatore bizantino Eraclio sconfisse i persiani e recuperò la Croce che era stata trafugata, riportandola a Gerusalemme.

Il tema storico-biblico citato era particolarmente diffuso nel Medioevo, basti pensare ai cicli di affreschi dipinti ad Arezzo da Piero della Francesca e a quelli della Chiesa di Santa Croce a Firenze ad opera di Agnolo Gaddi.

Non tutti sanno che… la Leggenda della Vera Croce fa parte di un vero e proprio best-seller del Medioevo, rimasto per secoli il libro più stampato dopo la Bibbia, tradotto in tutte le lingue, noto come Legenda aurea o Legende sanctorum, una raccolta di racconti dedicati alle vite dei santi (agiografie) e alle feste liturgiche cristiane, scritta in latino proprio da Jacopo da Varagine.

Utilizzata dai frati predicatori, la Legenda rappresentava un “bignami” per l’epoca perché conteneva in forma condensata l’immenso materiale relativo alle vite dei santi e di Cristo, oltre che costituire un insieme di letture piacevoli ed edificanti (per chi conosceva il latino!!).

Non tutti sanno che… Dopo essere state traslate dalla Chiesa di Santa Maria di Castello a Genova, dal 1974 le reliquie del beato Jacopo sono conservate nella Chiesa di San Domenico a Varazze, mentre nella frazione di Casanova è possibile visitare una Cappella di epoca incerta costruita nel luogo dove si ritiene fosse nato.

Lo Zibaldone è la rubrica settimanale di IVG su storia e cultura savonese, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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