Rosso pistacchio

Il mare femmina

"Rosso Pistacchio" è la rubrica al femminile di IVG: ogni martedì si parla di donne con Marzia Pistacchio

Rosso Pistacchio

“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Uno spazio al femminile dal taglio volutamente “leggero” in cui parlare a 360 gradi di tutto ciò che ruota intorno alle donne. In salsa savonese, naturalmente.

Mio nonno ha 80 anni e batte spesso la testa. Cade. Cade per casa, cade mentre scende le scale, cade dal panettiere col sacchetto di biove in mano. Ma quando la luna è quella giusta, lo trovi coi pantaloni arrotolati alle ginocchia, i piedi nella risacca tra gli scogli, in gennaio. Pesca i ricci. E lì non cade mai.

Un giorno lo vidi fissare lo schermo del televisore, gli occhi velati dalla cataratta e le sopracciglia cispose aggrottate: “Povera gente – diceva – povera gente”.

Mio zio Sergio navigava e stava a lungo lontano da casa. Era bello, giovane e baffuto. Io lo aspettavo con i mie sandaletti rossi e il vestitino della domenica e gli volavo in braccio, lui mi lanciava in alto e poi mi stringeva, e le mostrine mi graffiavano il viso, ma non mi importava.

Era ferragosto, qualche anno fa, mio marito mi telefonò chiedendomi di portargli un cambio di vestiti al lavoro. Gli chiesi il motivo. “C’era una ragazza bloccata tra gli scogli, non riuscivamo a prenderla, mi sono buttato e l’ho presa”. “Quando torni ti uccido” gli risposi.

Quando gli chiedo di raccontarmi dell’Albania o della Sicilia si ammutolisce, e io non chiedo più.

Ho sempre pensato che il mare fosse roba da uomini. Un padre furioso da domare, una furia pronta a scatenare e inghiottire.

Sara è una donna bella, ha un viso antico che non riesce ad essere totalmente marziale nemmeno in divisa, c’è una sfumatura di morbidezza che traspare comunque ma , non so perché, non si trasforma in debolezza ma diventa caparbiamente orgoglio.

Parliamo della legge del mare e delle leggi in mare. Le chiedo di spiegarmi questa indole che sento da sempre tra la gente di mare, le chiedo di svelarmi la legge per cui nessuno va mai lasciato in balia delle onde, lei mi stupisce perché tira fuori tutta l’autorevolezza che avevo solo intuito:

“L’obbligo di salvataggio discende dalle convenzioni internazionali, a mare non si lascia nessuno, ci sono paesi però che, per politica estera, si sottraggono ai loro obblighi e noi dobbiamo sopperire a questo vuoto. La guardia costiera ha, per legge, la responsabilità del soccorso in mare, lo scopo è la salvaguardia della vita umana in mare. Il discorso politico del perché partano non spetta a noi, noi dobbiamo salvare, e questo aspetto è condiviso da tutto il personale del corpo che rischia la vita per salvare vite umane. Si tuffa, viene afferrato in acqua da persone che non sanno nuotare e che, come un branco impazzito, saltano loro sopra per raggiungere la salvezza. Allo stesso tempo siamo agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria , si cerca di investigare e di monitorare e comprendere le dinamiche della tratta di persone, chi ci guadagna, chi li aiuta in Italia”.

Le chiedo se sa che tante persone vorrebbero che smettessero di salvare vite: “Gli Italiani sono arrabbiati, ma noi salviamo tutti comunque, sia che sia nato in Africa o in Italia”.

Le chiedo perché abbia scelto questo lavoro, perché il mare, perché la fatica, il dolore, perché questo mondo maschile?

“Perché è il lavoro più bello del mondo. La percentuale di acqua che copre il pianeta e la percentuale di acqua contenuta nel corpo umano è più o meno identica, in questa proporzione c’è tutto il mistero del rapporto tra uomo e mare, nell’acqua noi nasciamo, il mare è accoglienza, fertilità, prosperità…”

“Sara, mi stai dicendo che il mare è femmina?”.

“Esatto. Come te e me”.

“Rosso Pistacchio” è la rubrica al femminile di IVG, ogni martedì a cura di Marzia Pistacchio: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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