Scontro

Case popolari, è polemica politica: botta e risposta tra il Pd e l’assessore Scajola

millesimo, case popolari via moneta

Liguria. “È una bocciatura senza appello quella che arriva dalle associazioni, dai comitati degli inquilini e dai distretti sociali nei confronti della nuova legge sulle case popolari della Giunta Toti. Questa mattina, dopo un’audizione durata parecchie ore, come già aveva denunciato il Partito Democratico nei giorni scorsi, sono emerse diverse problematiche legate a questo provvedimento”. Così il gruppo del Pd in Regione sulle case popolari e la nuova legge regionale, finita al centro delle polemiche politiche.

“Sindacati e associazioni hanno sottolineato come questa legge renda, in generale, molto più difficile l’accesso agli alloggi di edilizia popolare per i liguri, perché, da un parte, presenta una serie di restringimenti che rischiano di escludere dalle graduatorie molte persone, dall’altra azzera molti meccanismi di salvaguardia, con il rischio che, una famiglia che già vive in una casa popolare, possa perdere in poco tempo i requisiti”.

“La legge Toti-Scajola non semplifica, ma complica le cose, abbassa le soglie di Isee e mette nuovi paletti. Ma ci sono anche problemi strutturali per le condizioni di accesso (come i 10 anni di residenza richiesti agli stranieri e i 5 per gli italiani) che sono al limite della costituzionalità. Inoltre la legge del centrodestra introduce meccanismi di decadenza che rischiano di avere un impatto enorme su chi già abita in un alloggio popolare. Con la vecchia legge, infatti, il reddito dei figli che iniziano a lavorare viene conteggiato nell’Isee solo dopo 10 anni, con questa nuova norma, invece, se un figlio che abita ancora con i genitori trova lavoro, nel giro di due anni, o è costretto ad andare via di casa o l’intera famiglia viene sfrattata”.

“Molte critiche sono piovute anche sulla sublocazione (che apre gli alloggi popolari anche a chi non ne avrebbe magari diritto) e sull’accesso ai disabili, visto non c’è un collegamento fra le esigenze abitative e le condizioni dell’alloggio stesso. Anche il criterio di aprire alle giovani coppie sotto i 35 anni con figli dimostra una scarsa conoscenza della situazione sociale, visto che i figli oggi si fanno spesso più tardi. Mentre nelle nuove graduatorie non si tiene conto di alcune fragilità come la perdita del lavoro e le condizioni abitative improprie”.

“Infine comitati e sindacati degli inquilini hanno chiesto che la Regione dia corso a un grande investimento sugli alloggi popolari, visto che al momento gran parte del patrimonio è indisponibile. Insomma, come dicevamo, una bocciatura su tutta la linea per la legge Toti-Scajola. Il Gruppo del Partito Democratico si farà portavoce in commissione e in Consiglio regionale, delle istanze dei liguri, per modificare radicalmente questo provvedimento confuso e sbagliato” conclude il gruppo Pd in Regione.

A stretto giro non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale Marco Scajola: “Il partito Democratico ormai mistifica la realtà su una riforma attesa dal territorio che dà risposte moderne e concrete. Dagli inquilini e da tutti gli auditi oggi si sono ascoltate parole importanti: con le diverse associazioni sono mesi che ci confrontiamo, rendendoci conto che i problemi da affrontare sono molti, anche perché la politica degli ultimi dieci anni in Liguria è stata assente o fallimentare”.

“Diversi sono stati tra gli auditi gli interventi di apprezzamento circa gli aggiornamenti che la riforma prevede – ha aggiunto l’assessore – le nuove modalità che sono inserite ed anche il costante rapporto che l’amministrazione regionale ha costruito con loro. Gli amministratori delle ARTE liguri hanno tutti ribadito che finalmente è arrivato un cambio di marcia: atteso da anni. Vorrei ricordare agli esponenti del Pd sempre pronti a strumentalizzare e a nascondersi dietro i loro fallimenti politici che l’ISEE non viene assolutamente sfiorato dalla nostra riforma, poiché è di competenza dello Stato, e che i cambiamenti che loro criticano sono stati fatti dal loro governo che non ha ammesso alcuna deroga per tutelare i cittadini in difficoltà. Quindi se il Pd critica le modalià di conteggio dell’ISEE, anche per la questione dei figli e potrei essere d’accordo con loro, chiami il Governo del suo stesso colore politico e dica a loro di intervenire perché la competenza è dell’esecutivo”.

“Questa riforma mette al centro gli italiani e i liguri – ha spiegato Scajola – che spesso si trovano nelle graduatorie esclusi o superati dagli extracomunitari e da coloro i quali soggiornano da poco tempo sul nostro territorio. Le graduatorie sono state semmai allargate per includere coloro che si trovano invece esclusi, come ad esempio i portatori di handicap, le persone molto anziani ultra65enni, le giovani coppie con figli, e quelle famiglie che hanno in casa persone con malattie molto gravi. La riforma permetterà inoltre a chi troverà lavoro in un’altra provincia della Liguria di spostarsi, avendo la certezza di trovare una collocazione. Un passo in avanti importante che l’attuale legge non prevedeva”.

“Infine – conclude l’assessore all’Edilizia – il discorso sull’investimento degli alloggi popolari è sacrosanto, ma anche in questo caso gli esponenti del Pd mentono poiché in commissione i rappresentanti delle realtà sindacali hanno denunciato il fatto che manchi una politica nazionale sugli investimenti e che serva invece da parte del Governo un intervento importante che ad oggi, nonostante i proclami manca. Il tema che stiamo finalmente affrontando con coraggio e trasparenza è certamente delicato per le sensibilità che vengono toccate, ma siamo convinti e ce lo stanno dimostrando quotidianamente i cittadini, che la strada intrapresa sia quella giusta e che, nonostante il Pd, i liguri vogliono cambiare, crescere e migliorare”.

Ma la nuova legge sull’edilizia popolare è stata attaccata anche dal M5S: “Col Disegno di legge sull’edilizia popolare la Giunta Toti mirano esclusivamente a rimettere a posto i conti delle varie Arte liguri, senza garantire maggiori fondi e maggiore disponibilità di alloggi per i bisognosi e le loro famiglie. E, in questo modo, finisce per non risolvere nessuno dei due problemi” dice il consigliere M5S Andrea Melis, a margine della Commissione IV di questa mattina in cui è stato discusso il DDL 150 in materia di assegnazione e gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.

“Attualmente le varie Arte sono in evidente difficoltà di bilancio che ne mettono a rischio la loro stessa sopravvivenza – sottolinea Melis – Con questo provvedimento Toti e Scajola cercano di dare agli enti gestori strumenti per stare in piedi, incentivando anche la possibilità di vendere immobili di pregio per fare cassa da reinvestire su edifici da ristrutturare. Ma ad oggi, anche a causa di locazioni a canone ridottissimo, non c’è un numero sufficiente di case disponibili e di risorse da iniettare nella ristrutturazione degli immobili. Il Ddl, così com’è stato costruito, non risolve affatto la questione per cui era stato pensato: ovvero garantire maggiore disponibilità di alloggi da dedicare all’edilizia residenziale pubblica.”

“La sensazione è che, in questo Ddl, manchi una vera semplificazione, aprendo la strada anche a una serie di paradossi: per chi usufruisce di un alloggio popolare, ad esempio, avere dei figli che trovano lavoro diventa quasi una colpa e provoca la perdita del bene – prosegue il consigliere pentastellato – Manca poi un vero piano di investimenti sia per il riordino degli alloggi disponibili ma che necessitano di manutenzione, sia per nuovi alloggi soprattutto non in luoghi periferici. Per integrare e avere un mix di persone di varia estrazione non si doveva eliminare, ad esempio, la possibilità di avere con gli oneri di urbanizzazione una quota di alloggi per ERP compresa che Questa giunta ha escluso nel dicembre 2015.”

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