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Caccia: vigilanza, sanzioni e contenziosi passano dalle Province alla Regione

caccia merula

Liguria. Con 20 voti favorevoli (centrodestra), 6 contrari (Movimento 5 Stelle, Rete a sinistra & liberaMENTE Liguria) e 2 astenuti (Giovanni Barbagallo e Giovanni Lunardon del Pd) è stata approvato il disegno di legge 138 “Modifiche alla legge regionale 1 luglio 1994, numero 29 (norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio).

Il nuovo testo prevede ulteriori adeguamenti normativi alla legge sulla caccia necessari in seguito al passaggio di competenze dalle Province alla Regione. In particolare in questo caso il passaggio di competenze riguarda la vigilanza faunistico venatoria, i contenziosi e la gestione delle sanzioni. Viene, inoltre, recepita l’indicazione nazionale che prevede l’annotazione sul tesserino del cacciatore dei capi abbattuti, sia di fauna stanziale che migratoria. La proposta di legge regionale specifica che l’annotazione deve avvenire dopo l’abbattimento accertato dei capi. Viene così introdotto un ulteriore elemento di chiarezza.

Respinti due emendamenti presentati da Marco De Ferrari (Movimento 5 Stelle). Alessandro Piana (Lega Nord Liguria-Salvini) ha precisato che il disegno di legge si è reso necessario in seguito al passaggio di competenze dalla Provincia alla Regione.

Marco De Ferrari (Movimento 5 Stelle) ha evidenziato che nel tempo si è succeduto un numero, a suo avviso eccessivamente elevato, di modifiche alla legge sulla caccia, creando “confusione normativa” e sottraendo – ha rimarcato – in maniera eccessiva tempo prezioso anche in seno alla commissione.

“Con quella approvata oggi dal Partito Unico della caccia, siamo a 233 modifiche alla legge venatoria regionale in 23 anni! Un record mondiale di cui purtroppo c’è poco da essere fieri. Un’assurda media di dieci articoli all’anno. Il tutto ha creato e sta creando una confusione normativa regionale che non ha pari sul territorio nazionale!”.

“La legge regionale del ’94 è stata emendata, distorta, stravolta, modificata, per poi essere ratificata dall’asse Pd-Lega, e spesso impugnata dalla Consulta per chiari profili di incostituzionalità. Per poi ricominciare daccapo, in un circolo vizioso che deroga in modo perpetuo l’attività venatoria, a beneficio degli “amici” cacciatori, sottraendo tempo prezioso alla Commissione Attività produttive e ai cittadini liguri, che vorrebbero vedere affrontati i problemi reali della nostra regione, in un territorio sempre più colpito dalla crisi dilagante occupazionale ed economica” aggiunge ancora l’esponente del M5S.

“In Commissione Attività Produttive neppure un secondo dovrebbe essere sprecato per tutelare le micro e piccole medie imprese, il cuore pulsante della nostra economia (ne chiudono più di 300 al giorno in Italia!) Per tutelare i giovanissimi e i neolaureati, colpiti da oltre il 40% di disoccupazione giovanile! Per tutelare i 40-50enni, che faticano terribilmente a reinserirsi nel mondo del lavoro, una volta perso! Per tutelare i pensionati, che devono fare i conti con pensioni da fame!”.

“E invece di introdurre un Reddito di Cittadinanza per abolire la miseria e dare dignità alle persone, le due facce del Partito Unico, ammiccano l’una con l’altra, pensando ad impiegare il tempo istituzionale per garantirsi “pacchetti di voti” in modo da ancorarsi sempre più alle poltrone, tanto care a loro, ma troppo care anche per le tasche dei cittadini liguri, cacciatori compresi”.

“Oggi in Aula abbiamo proposto due emendamenti, entrambi respinti, che miravano a riportare la legge regionale sotto la sfera di influenza nazionale. In particolare, abbiamo ribadito come l’articolo 18 della legge nazionale sulla caccia affermi che la tutela minima prevista per il patrimonio faunistico è a partire dal tramonto (Non mezz’ora dopo!)”.

“Il 13 aprile scorso abbiamo chiesto alla Giunta Toti di avviare le audizioni delle associazioni coinvolte per fare chiarezza sul provvedimento in generale e sui due emendamenti Ferrando-Piana (rispettivamente Pd e Lega) in particolare. Ma nessuno ci ha voluto ascoltare nella sede opportuna – la commissione – e ora la maggioranza si ritrova addirittura 16 associazioni ambientaliste che vengono a bussare alla loro porta” conclude De Ferrari.

“La competenza sulla caccia – spiega il consigliere regionale Alessandro Piana – è passata dalle Province alle Regioni. Si è trattato, in sostanza, di mettere a posto una serie di refusi e di precisare alcuni passaggi a tutela di una categoria, quella dei cacciatori, sempre più ingiustamente vessata. Con queste modifiche, che sono di buonsenso, abbiamo fatto chiarezza. Per esempio, abbiamo anche introdotto l’obbligo per il cacciatore di indicare, negli appositi spazi relativi alla fauna stanziale e migratoria, la sigla del capo abbattuto subito dopo l’abbattimento accertato”.

“Proprio quest’ultimo termine, che è stato aggiunto, ha la funzione sia di rafforzare il concetto espresso nell’articolo di Legge, sia di evitare errori e qualunque fraintendimento od incomprensione con gli agenti di vigilanza venatoria (guardiacaccia). Facciamo i complimenti all’assessore regionale Stefano Mai per il suo impegno ed agli Uffici della Regione per la competenza dimostrata in materia” conclude il consigliere Piana.

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