Parliamo di legalità

Borghetto, il magistrato Giancarlo Caselli incontra gli studenti: “Legalità è partecipazione” fotogallery

"Importante parlare ai ragazzi di legalità in termini concreti, di vantaggio, di convenienza, di miglioramento di qualità della vita"

Borghetto Santo Spirito. “La mafia è una montagna di merda”. Si è chiusa con una delle citazioni più famose di Peppino Impastato “urlata” da tutti i presenti l’incontro tra Giancarlo Caselli, magistrato ed emblema della lotta al crimine e alla mafia, e gli studenti delle scuole di Borghetto e di Albenga tenutosi questa mattina al palazzetto dello sport di via Trilussa nell’ambito del progetto “Parliamo di Legalità” promosso dal Comune di Borghetto per approfondire il concetto di legalità e sicurezza con i ragazzi delle medie e superiori del comprensorio. Oltre a Caselli erano presenti il vice prefetto e commissario straordinario del Comune Fabrizia Triolo ed i rappresentanti delle forze dell’ordine.

Il progetto “Parliamo di Legalità” porta ogni anno a Borghetto esponenti della lotta alla criminalità organizzata, i quali raccontano agli studenti le loro esperienze di vita o professionali e soprattutto l’importanza di opporsi a chi mina la legalità in Italia: “La speranza – dice il procuratore – è che incontri come questi possano essere decisivi. La legalità non sempre gode di buona salute. Si è portati a considerarla un fastidio o un orpello inutile e che vale soltanto per chi non è ‘furbo’. E invece è una cosa che conviene a tutti. Migliora sensibilmente e potentemente la qualità della vita di tutti. Parlare di questo coi ragazzi, parlare di legalità coi ragazzi non in modo astratto ma in termini concreti, di vantaggio, di convenienza, di miglioramento di qualità della vita è importante. I ragazzi lo capiscono, ti seguono e poi ci pensano”.

Nel corso della mattinata, Caselli ha elencato sette motivi per i quali “la legalità conviene”. Secondo il magistrato, il più importante è “la partecipazione, il non distrarsi, il prendere parte alla vita della polis, esserci, studiare, verificare e controllare tutti quanti insieme. Solo così le cose possono arrivare. Anche la legalità, che è precondizione per avere altre cose”.

Giancarlo Caselli incontra gli alunni delle scuole con

Gian Carlo Caselli, nato ad Alessandria il 9 maggio 1939, è stato assistente alla cattedra di storia del diritto italiano dal 1964 al 1967, fino a quando ha vinto il concorso in magistratura e ha cominciato a lavorare al tribunale di Torino come giudice istruttore penale. Dalla metà degli anni Settanta alla metà degli anni Ottanta, s’è occupato dei reati delle Brigate Rosse e di Prima Linea. Componente del CSM per cinque anni fino al 1990, è stato poi nominato magistrato di Cassazione (1991), restando sempre a Torino. Dal 1993 al 1999 è stato procuratore della repubblica presso il tribunale di Palermo. In questa città s’è occupato soprattutto di lotta alla mafia: ha avuto un ruolo importante negli arresti di Leoluca Bagarella, Gaspare Spatuzza, Giovanni Brusca e nel processo all’ex presidente del consiglio Giulio Andreotti accusato di associazione a delinquere (1993-2004).

Tra il 1999 e il 2001 è stato direttore generale del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per poi essere rappresentante italiano in Eurojust, l’organizzazione dell’UE che lotta contro la criminalità organizzata. Successivamente, è stato procuratore generale presso la corte d’appello e procuratore capo della repubblica a Torino (2008). Nel 2013 è andato in pensione, lasciando la magistratura. Attualmente è impegnato a diffondere la cultura della legalità anche attraverso diversi incontri a scuola.

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