Luce sul passato

Alla ricerca delle origini del padre tra dolori, difficoltà e colpi di scena: l’incredibile storia di Rossella Rasulli

Un caso che ricorda la vicenda di Maria Cellino, la 74enne pietrese che ancora oggi ricerca le sue origini biologiche

Provincia. Un passato misterioso. La curiosità crescente di una bambina oggi diventata donna. La ricerca di una verità nascosta. Una corsa contro il tempo. Colpi di scena. Luoghi che rievocano storie che abbiamo già raccontato sul nostro giornale. Potrebbe essere la trama di un film, eppure, quello che stiamo per esporvi, è tutto vero.

Ma facciamo ordine. Per raccontare questa vicenda dobbiamo partire da una storia che abbiamo riportato sul nostro giornale più di un anno fa. Le analogie con quello che andremo a descrivere sono impressionanti e a tratti avvolte nel mistero. Parliamo della storia di Maria Cellino, la 74enne di Pietra Ligure che, con l’aiuto della figlia Cristina, tentò di far luce sul suo passato cercando di rintracciare i suoi genitori biologici. Cliccate QUI per leggere l’articolo originale, e QUI per gli ultimi sviluppi lo scorso gennaio.

Ora, dopo aver ripercorso le vicissitudini della signora Maria, siamo pronti a raccontarvi la storia di Rossella Rasulli, 47 anni, impiegata statale e residente in provincia di Savona. L’abbiamo raggiunta al telefono: “Grazie all’articolo su IVG.it sono venuta a conoscenza della storia della signora Cellino – ci spiega – ebbene, è una vicenda identica alla mia”.

È il 16 ottobre del 1937. Nasce Francesco Rasulli, padre di Rossella. Per molti anni questa data di nascita fu l’unica notizia biografica in possesso della figlia: “Mio papà era un uomo dalla bellezza fine, un piacevole viso ovale, i capelli mossi e castani – ci racconta – e gli occhi caratterizzati da eterocromia, cioè ne aveva uno verde e uno castano”.

La storia di Rossella Rasulli, alla ricerca delle origini della sua famiglia

Il tempo passa, Rossella cresce e inizia a capire che qualcosa del suo passato non torna: “Da bambina mi resi conto che i miei cugini paterni, avevano un cognome diverso – ci spiega – chiesi a mia mamma il motivo e mi rispose che papà era orfano e che la famiglia che lo aveva accolto all’età di quattro anni non era consanguinea”.

La curiosità è troppa. Rossella, ormai adulta, vuole conoscere la verità sul padre: “Mia madre mi esortò a non ripescare nel passato, tanto più che il bambino era stato rifiutato e così, per un po’, me ne dimenticai”. Consegue la laurea e si inserisce nel mondo del lavoro. Poi si mette ad indagare, da sola, alla ricerca di qualsiasi traccia utile a ricomporre il quadro biologico del suo passato: “Riuscii ad ottenere in primis un certificato di nascita integrale, dal quale dedussi che egli era nato presso una clinica privata, evento inconsueto nel 1937 poiché le donne partorivano in casa – ci spiega Rossella –  la clinica citata era la ‘Casa di Cura Francesco Varaldo’ (successivamente ‘Clinica Panconi’ ed attualmente casa di riposo per anziani ‘Santa Lucia’) in Via Paolo Cappa a Savona. Lo stesso luogo dove, il 15 aprile del 1942, nacque Maria Cellino.

La cartella clinica del padre potrebbe essere la chiave di tutto. Come tutte le cartelle cliniche è un documento permanente. Non può andare al macero. E questo Rossella lo sa bene avendo sostenuto l’esame di Archivistica all’università. Dopo alcune ricerche tutto conduceva agli archivi dell’ASL, ma reperire informazioni da quella fonte non sarebbe stato facile. Così la donna decide di prendere un’altra strada: “Annotai il nome della levatrice e riuscii a trovare la figlia in provincia di Grosseto. Le telefonai, spiegando la situazione. La signora mi confermò che la madre fosse stata un’ostetrica, mentre si dichiarò all’oscuro del fatto che avesse vissuto per un certo periodo a Savona – racconta Rossella – purtroppo mi disse anche che la madre era deceduta da non molto tempo ed in totale lucidità mentale. Ero giunta troppo tardi”.

La storia di Rossella Rasulli, alla ricerca delle origini della sua famiglia

Il passo successivo fu quello di trovare il certificato di battesimo del padre presso la chiesa di Sant’Andrea a Savona. Lo stesso luogo in cui fu battezzata Maria Cellino. Parlando con un sacerdote Rossella riesce a trovare il registro dei battesimi del 1937: “Nessuna traccia del nome di mio padre in quel registro – ci racconta – poi spuntò un altro registro, tutto polveroso, titolato “Befotrofio”: ed ecco la registrazione. La copiai. Apparivano i nomi dei testimoni: uno maschile ed uno femminile. L’uomo era un sacerdote, conosciuto dal parroco, e deceduto. Della donna egli non aveva notizie. Riuscii a trovare anche la figlia di quest’ultima a Cervo (IM). Naturalmente anche questa signora era morta”. Ancora una volta, Rossella, era arrivata troppo tardi.

Ma la sua storia non finisce qui. All’età di 43 anni le viene diagnosticato un carcinoma alla mammella destra e l’anno successivo, al padre Francesco, viene diagnosticato un tumore inoperabile. Il 18 febbraio scorso, all’età di 79 anni, il padre di Rossella è morto: “Alla sua scomparsa, mi sentii completamente sola, senza radici. Io e lui eravamo gli unici in tutto il mondo occidentale a possedere il cognome Rasulli, che invece è molto diffuso nei paesi islamici e la cui etimologia deriva da Muhammad rasul Allah, (Maometto è il profeta di Dio): una coincidenza?” si domanda la donna.

Le strade da battere però non erano finite, così Rossella si fa venire in mente un’altra idea. Il test del DNA: “Perché non ci avevo pensato prima? – si domanda mentre continua il suo racconto – consultai una società di Pescara, dicendo che avevo una spazzola piena di capelli di mio padre, ma risposero che l’analisi del capello ha costi elevatissimi. Suggerirono invece a me un test di discendenza paterna. Dopo un mese e mezzo arrivò la raccomandata, rigorosamente in inglese (le banche dati si trovano negli U.S.A.) Andai subito all’ultima pagina the strongest match… sorpresa! IBERIAN. Nella pagina antecedente, che si riferisce alle migrazioni negli ultimi 500 anni, specificati il Marocco ed il Portogallo del Nord. Ne ho dedotto un’origine portoghese: dal Marocco attraverso lo Stretto di Gibilterra”.

La storia di Rossella Rasulli, alla ricerca delle origini della sua famiglia

Insomma, il padre di Rossella potrebbe avere origini portoghesi. Ma la madre? Anch’essa proviene da quelle parti? O è italiana? Il suo prossimo passo sarà la Procura dei Minori del Tribunale, ma ottenere informazioni utili, anche questa volta, potrebbe essere più difficile del previsto. Ciò per via della “legge dei cento anni”, la quale vieta di conoscere l’identità della madre biologica prima di un secolo se questa, lasciando il proprio neonato all’adozione, ha chiesto di restare anonima: “Essa sarà valida solo tra genitori e figli o anche tra nonni e nipoti? In fondo chiederei solo il nome di mia nonna, senza alcuna pretesa di frequentazioni coi discendenti o tantomeno pretese di denaro! Inoltre ella sarà sicuramente morta” ci spiega.

Oggi Rossella è guarita pienamente dalla sua malattia e non intende smettere di ricercare la verità sul suo passato: “Io non ho figli e mi piacerebbe sapere chi sono. Credo che mio papà ora sia un angelo, ormai a conoscenza di tutto. Forse mi aiuterà a trovare le risposte che cerco” conclude.

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