Attacco

Spotorno, minoranza: “Assurda la data e l’ora del Consiglio comunale, non ci saremo”

I consiglieri di opposizione: "La dimostrazione che il sindaco non vuole un confronto pubblico anche con la cittadinanza"

Spotorno comune

Spotorno. “Ancora una volta il sindaco, a cui compete la convocazione del Consiglio Comunale, per tenere la seduta sceglie una data ed un’ora che sembra fatta apposta per scongiurare la partecipazione del pubblico, anche dei più volenterosi. Infatti dopo aver convocato consigli comunali alle 14:30 del 29 luglio, con circa 30 gradi all’ombra, ora decide di convocare l’assemblea comunale alle 14:30 del 29 aprile, sabato e giorno in mezzo al ponte del primo maggio, periodo nel quale gli spotornesi con un’attività commerciale saranno impegnati nella propria attività e quelli con lavori non legati al turismo saranno probabilmente a godersi il periodo festivo, magari anche fuori città”. Nuove accuse da parte della minoranza di Spotorno al sindaco Fiorini.

“Questa scelta ci sembra dettata, ancora una volta, dalla volontà di sfuggire al dibattito pubblico da parte del primo cittadino, che si dimostra sempre più insofferente ad ogni tipo di critica. Non può infatti valere la giustificazione del termine del 30 aprile per l’approvazione del rendiconto, poiché tale data cade di domenica ben si sarebbe potuto procedere all’approvazione il venerdì 28 alle 20,30 o il martedì successivo (in quanto anche il 1 maggio è festivo)” spiegano i consiglieri di opposizione Francesco Bonasera, Marco Rapetti, Matteo Marcenaro e Francesco Riccobene.

“In tal senso hanno operato moltissimi Comuni di ogni dimensione in tutta Italia, da Monza a Vittorio Veneto, fino a Celle Ligure per restare in provincia di Savona. Ma evidentemente per questi sindaci la partecipazione della cittadinanza è ancora un valore. Come rappresentanti dei gruppi di minoranza nel consiglio comunale riteniamo questa scelta fortemente penalizzante per la democrazia nel nostro pur piccolo paese, e pertanto reputiamo di non avallarla in alcun modo, neppure con la presenza nei nostri banchi”.

“D’altra parte avevamo fatto presente a sindaco che la data e l’ora non erano opportune, ricevendo in risposta che non si poteva diversamente, mentre come abbiamo scritto la scelta di altra soluzione era possibile e assolutamente doverosa. Se il sindaco non vuole il dibattito pubblico tenga pure la seduta in un’aula deserta, noi saremo tra i nostri concittadini che lavorano a spiegare la nostra posizione sulle pratiche all’ordine del giorno e ad ascoltare le loro richieste” concludono gli esponenti della minoranza.

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