Treni da far west

San Giuseppe di Cairo, una stazione abbandonata dove la sicurezza è sempre più un miraggio

Lo sfogo di alcuni pendolari: "Scendere dal treno sani e salvi è già una grande soddisfazione"

San Giuseppe di Cairo, una stazione abbandonata

Cairo Montenotte. Pendolari valbormidesi sempre più abbandonati e sfiduciati. Dopo l’episodio di Pasqua, quando i passeggeri  del treno Ventimiglia-Torino sono rimasti ostaggio di una gang di ragazzini, nonchè bloccati a Cengio per i controlli da parte dei carabinieri, serpeggia il nervosismo tra chi, ogni giorno, deve viaggiare su carrozze sporche, prese d’assalto da atti vandalici e con il timore di essere derubati.

Come nel caso della studentessa finalese, che proprio a San Giuseppe, la settimana scorsa, è stata aggredita sul regionale Torino-Savona. L’unico presidio ormai efficiente per la stazione, che un tempo era un punto di riferimento importante per i valbormidesi, è il bar presente nella frazione cairese, ma quando la sera l’esercizio chiude i locali vicini ormai dismessi diventano un bivacco. L’ufficio della Polfer è chiuso da tempo, con le attrezzature accatastate all’interno.

“La sala d’attesa, ad esempio, è spesso inagibile – come spiega un operaio che ogni giorno raggiunge Savona con il treno – e se è aperta non ci si può stare per le pessime condizioni igieniche dovute a persone, per la maggior parte extracomunitari, che dormono e usano i locali come latrina”.

San Giuseppe di Cairo, una stazione abbandonata

Odori molesti e sporcizia anche nel sottopasso, e, a parte le forze dell’ordine del territorio, che se allertate effettuano un sopralluogo, non c’è alcun indice di sicurezza, specie nelle ore serali.

“Le strutture ormai abbandonate, che una volta servivano da magazzini o ricovero attrezzi, posti lungo i binari, sono ormai dei dormitori, addirittura nel ‘baldacchino’ dove si possono scattare le foto tessera, l’altra notte, c’era un ragazzo che dormiva”, sottolinea uno studente.

San Giuseppe di Cairo, una stazione abbandonata

La sfiducia è principalmente nei confronti della giustizia: “Episodi analoghi a quello della ragazza aggredita e derubata ne accadono spesso, purtroppo, come anche situazioni di rischio. Capita di dover cambiare carrozza, durante il viaggio, perché siamo vittime di molestie verbali – racconta una donna – ma scendere dal treno sani e salvi è già motivo di soddisfazione. Tanto, la maggior parte delle denunce, richiedono soltanto una perdita di tempo per noi pendolari, che paghiamo regolarmente il biglietto o l’abbonamento per andare a lavorare, e non si risolve nulla”.

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