274 partite

Premiato Lorenzo Scalia per il record di presenze con la maglia del Finale

Nella stessa partita, mister Buttu colleziona la 300 panchina giallorossa

Finale Ligure.   “Tu chiamale, se vuoi, emozioni”.

Lorenzo Scalia ne avrà avute tante, dentro di se, nel momento della premiazione, avvenuta prima del derby col Savona, giocato nell’ impianto del ‘Felice Borel’.

Il capitano diventa il giocatore con il maggior numero di presenze con la casacca giallorossa del Finale (274), entrando – a pieno titolo – nella storia del club, dopo aver superato il precedente primato, appartenuto, sino a domenica scorsa, a Gian Lorenzo Voze.

Un record che dà ancor più emozioni all’interessato, perché Scalia, sin da piccolo, ha sempre indossato la ‘camiseta’ della società di Via Brunenghi, contribuendo a riportare la squadra del cuore in Serie D, dopo oltre cinquant’anni di campionati minori.

“Oggi ho raggiunto un traguardo molto importante, con una maglia che mi sento cucita sulla pelle e per la quale ho dato tutto, ricevendone in cambio altrettanto. Sono orgoglioso di essere il capitano di un gruppo fantastico”.

Poi continua: “Spero che un giorno, qualcun altro riesca a superarmi, perché significherebbe che esistono ancora uomini legati a una maglia e alla gioia di indossarla”.

Sembra una storia d’altri tempi, quella che, per fortuna, Scalia ci permette di raccontare… Qui non si parla di business, ma di persone che mettono il cuore davanti a tutto…

Un altro premiato nel pre-partita, è stato, infatti, Pietro Buttu, che ha ‘contabilizzato’ la panchina numero 300 col Finale…

Quanto è stato importante il tecnico, di origini sarde, nella tua carriera?

“Il mister è come un secondo padre; ha rappresentato – e rappresenta – tanto per me… mi ha fatto crescere sotto ogni punto di vista e se oggi riesco a giocare a questi livelli, il merito va attribuito a lui. In una delle sue frasi, ‘alla Vujadin Boskov’, ripete spesso che ‘i momenti vanno colti, quando si ha l’opportunità di poterli afferrare’… beh.. ne ho fatto una sorta di undicesimo comandamento, fermo restando che nel calcio, come nella vita, non conta solo il vile denaro”.

Vediamo di ‘scandagliare’ i sentimenti di un tale personaggio…

Ricordi il tuo esordio in prima squadra?

“E come non potrei… correva l’anno 2006, campionato di Promozione... Fu mister Podestà a farmi esordire, nella gara casalinga, persa per 4-0 con la Rossiglionese… una sconfitta che mi brucia ancora”.

Quali sono i più bei ricordi del tuo Finale?

“Arrivati in Eccellenza, disputammo due stagioni straordinarie, arrivando terzi e secondi, consecutivamente”.

Raccontaci un aneddoto…

“Nel 2011, partita con la Virtus Sestri, Edoardo Capra (ndr, autentico top player del Finale) mi disse: ‘La prima palla che ti passo, vedrai che fai goal’… fu davvero così”.

Anche la travagliata stagione, che vi ha visto raggiungere in extremis la salvezza, è stata indimenticabile?

“Tre anni fa partimmo molto male, ma poi l’arrivo in panchina di Frankie Villa, ci ha permesso di mantenere la categoria, con l’aggiunta della ciliegina sulla torta, rappresentata dalla vittoria della Coppa Italia, a spese del Ligorna”.

State giocando un campionato di Serie D con i controfiocchi…

“Essere quinti in classifica, a quattro turni dal termine, con la possibilità di giocare i play off, è un traguardo straordinario per società, tecnico e tutto lo spogliatoio. Stiamo smentendo coloro che, a inizio stagione, cantavano il ‘de profundis”. Ce la metteremo tutta, in questi prossimi 360 minuti, sperando di afferrare l’ennesimo sogno”.

“Tu chiamale, se vuoi, emozioni”… non ha la voce di Lucio Battisti, Lorenzo Scalia… ma i sentimenti sì…

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