Tentato omicidio

Vigilantes ferito da colpo di pistola: archiviata l’inchiesta per tentato omicidio, gip chiede di indagare per calunnia

Cadono tutte le ipotesi d'accusa contro la moglie di Gabriele Landi, ma sul registro degli indagati potrebbero finire il padre e la sorella dell'uomo per le calunnie alla donna

Savona. E’ stata ufficialmente archiviata l’inchiesta della Procura di Savona sul caso di Christian Landi, la guardia giurata ferita il 7 aprile 2016 con un colpo di pistola alla testa sparato nel suo appartamento in via Schiantapetto a Savona. Il gip Fiorenza Giorgi ha infatti accolto la richiesta di archiviazione del procedimento per tentato omicidio a carico della moglie dell’uomo, Noemi Ricciardi, ma nel suo decreto è anche arrivato un ulteriore sviluppo. Il giudice ha infatti ritrasmesso gli atti al pm per valutare la posizione del padre e della sorella di Landi in relazione ad una presunta calunnia.

Secondo il giudice per le indagini preliminari, infatti, i parenti di Landi avrebbero calunniato la signora Ricciardi cercando di incolparla per quanto successo alla guardia giurata, ma anche accusandola di aver maltrattato il marito durante il periodo di ricovero nel centro di Fontanellato. In particolare la sorella e il papà di Landi avrebbero sostenuto davanti ai carabinieri che la Ricciardi avrebbe ripetutamente avuto condotte maltrattanti e vessatorie verso il marito come lasciarlo “in punizione” sulla sedia a rotelle oppure al buio e senza assistenza, ma anche di aver “boicottato” la sua riabilitazione fisica e neurologica. Infine i due avevano consegnato agli inquirenti un file video nel quale il padre chiedeva a Gabriele Landi chi “gli avesse fatto del male” e lui pronunciava il nome della moglie. Accuse che, dopo una serie di accertamenti investigativi svolti dai militari su disposizione del pm Carusi, non hanno trovato alcun riscontro (una perizia medica ha stabilito che il paziente è in “stato di coscienza minimale” e “in una totale incapacità di intendere e volere”, quindi non è in grado di testimoniare). Di qui la decisione del gip di trasmettere gli atti per calunnia.

Dopo il drammatico ferimento, almeno in un primo momento, la Procura aveva indagato per istigazione al suicidio. Poi l’inchiesta aveva subito un’accelerata e il nome della moglie di Landi era comparso sul fascicolo per tentato omicidio.

Uno sviluppo che, da parte sua, il sostituto procuratore Carusi aveva bollato come “un atto dovuto”, semplicemente per fare chiarezza e poter consentire di eseguire l’accertamento tecnico irripetibile dello “stub” (l’esame per verificare l’eventuale presenza di residui di sparo). Gli inquirenti volevano infatti stabilire se la donna, agente di polizia, avesse avuto un ruolo in qualche modo attivo nella vicenda oppure se, come raccontato fin dai primi momenti, si sia solo accorta dello sparo (partito dalla pistola d’ordinanza della guardia giurata) ed abbia soccorso il marito.

Proprio alla luce dell’esito di tutti gli accertamenti investigativi, in primis proprio il risultato negativo dello stub (che è stato effettuato dai carabinieri del Ris di Parma), dal sesto piano di palazzo di giustizia era partita la richiesta di archiviazione che ora è stata accolta dal gip.

Nel frattempo Christian Landi resta ricoverato in un centro specialistico in provincia di Parma dove era stato trasferito dopo mesi di coma al Santa Corona ed un periodo di riabilitazione nel centro don Gnocchi di La Spezia. In un primo momento sembrava che l’uomo fosse in grado di dare indicazioni utili a ricostruire quanto successo quella mattina, ma, sentito il parere dei sanitari (che hanno valutato le sue capacità cognitive), il pm ha avuto la conferma che il paziente non può essere “interrogato”.

I dubbi sul fatto che Landi potesse essersi sparato erano stati sollevati dai suoi famigliari secondo cui non aveva motivo per compiere un gesto così estremo. Di qui l’inchiesta per tentato omicidio che aveva voluto prendere in considerazione tutte le possibili ipotesi sulla tragedia.

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