Albenga. “Le azioni che il Comando ha posto in essere da tempo per risolvere le problematiche del distaccamento di Albenga sono ampiamente documentabili e saranno discusse in sede di composizione della vertenza intrapresa dalla sigla sindacale USB. Il sopralluogo effettuato esulava dal contesto lamentato trattandosi di verifica già programmata su un reparto specifico del distaccamento”. Questa la precisazione che arriva dal comando savonese dei vigili del fuoco dopo le accuse di oggi dell’Unione Sindacale di Base.
Il coordinatore regionale della Usb, Davide Palini, aveva infatti attaccato duramente la decisione di inviare un ispettore nella caserma ingauna: secondo il sindacalista si era trattato in sostanza di “un blitz” per “dare inizio alla repressione dei lavoratori”. Scopo della visita, a suo dire, sarebbe stato quello di “punire” la decisione dei pompieri di Albenga di denunciare ai media e al sindaco la situazione di degrado della caserma; una sorta di vendetta messa in atto grazie a due provvedimenti: quello di contestare l’uso di alcuni locali per scopi abitativi (alcuni pompieri provenienti da lontano vivono in caserma per non dover sostenere i costi di un alloggio) e quello di ventilare l’installazione di un sistema di videosorveglianza (che, secondo il sindacalista, avrebbe come unico scopo quello di controllare proprio i lavoratori della caserma).
Un attacco duro, in cui Palini è arrivato a parlare di “atto infame” e di “azione repressiva stile Argentina”. Accuse che il comando savonese respinge al mittente: “Per quanto riguarda il ventilato ‘sgombero’ del personale accasermato – spiegano – è noto alla stessa sigla sindacale che l’utilizzo di locali del distaccamento è consentito al personale fuori sede (cd. ‘accasermamento’) soltanto per un periodo di tempo limitato, dopo il quale la fruizione di alloggi collettivi è possibile solo a titolo oneroso. La norma è rivolta a favorire l’uso dei locali da parte di un maggior numero di persone possibile, e, quindi, la più ampia rotazione. Il personale interessato è stato formalmente informato della cosa con apposita disposizione interna coeva al periodo di utilizzo. Proprio per venire incontro al personale interessato, la scadenza del periodo di utilizzo è stata più volte prorogata”.
“L’installazione di un impianto di videosorveglianza – chiariscono poi dal comando savonese – è un intervento già pianificato, il cui scopo è quello di evitare intrusioni all’interno della sede di servizio in assenza della squadra fuori per intervento. E’ ovvio che qualsiasi altro utilizzo della videosorveglianza deve essere sottoposto al vaglio della legge e del confronto con le rappresentanze dei lavoratori, fra le quali la USB”.
“Per quanto infine concerne la richiesta di atti correlati alla valutazione dei rischi – ex D. Lgs. 81/2008, la sigla USB è perfettamente informata, al pari delle altre sigle, di tutti gli adempimenti assolti da parte del Comando previsti dalla normativa sulla sicurezza sul lavoro, che sono oggetto di specifica informativa in occasione delle riunioni periodiche. Alle riunioni di volta in volta indette per la discussione di argomenti inerenti la sicurezza sul lavoro, la USB è sempre stata doverosamente invitata, fra le altre, a partecipare” concludono i vertici provinciali.