Querelle

Impronte digitali per timbrare il cartellino, botta e risposta tra Paita e Toti

Paita: "Toti primo assenteista, non viene quasi mai in consiglio". Toti: "Appello a 'Chi l'ha visto?' per trovare nel Pd l'ombra di un'idea"

palazzo regione

Regione. “Toti vuole prendere le impronte digitali ai dipendenti della Regione per combattere l’assenteismo. Ma perché non inizia da se stesso, visto che risulta il consigliere regionale meno presente?”

Così Raffaella Paita, capogruppo Pd in Regione, commenta la proposta-provocazione lanciata dal governatore della Liguria Giovanni Toti, che per eliminare la “piaga” dei cosiddetti “furbetti del cartellino” in ambito sanitario ha proposto di sostituire la timbratura tramite i badge elettronici con quella mediante le impronte digitali.

Una proposta che l’esponente del Pd ha utilizzato per lanciare una frecciata al presidente della Regione: “ Il governatore, con il suo ultimo posto in classifica, è entrato ormai nel guinness dei primati dell’assenteismo, visto che non arriva neppure al 70 per cento delle presenze in aula e, in Regione, lo hanno già soprannominato ‘chi l’ha visto’. Forse dovrebbe smetterla di provare a fare il leader nazionale del centrodestra, cominciando a dare il buon esempio”.

La risposta del governatore della Regionei alla capogruppo del Pd non si è fatta attendere: “Che il capogruppo di un partito importante e con vocazione di governo come il Pd non sappia distinguere tra compiti, impegni e funzioni di un presidente di Giunta Regionale, di un assessore e un consigliere, è già grave di per sé. Che lo faccia l’attuale capogruppo che ha avuto anche incarichi di governo in questa regione è addirittura grottesco. Anzi, è un’ulteriore prova dell’incapacità amministrativa dimostrata dalle giunte che ci hanno preceduto. Incapacità platealmente sanzionata dai liguri con il loro voto”.

“Durante la loro amministrazione era la Liguria il grande assente da ogni scenario importante del paese – aggiunge Toti – Così ome oggi risulta il partito democratico il grande assente a livello ligure, in termini di proposte e di progetto. Un partito, il PD, che, nonostante le sonare sconfitte in regione, a Savona e presto alle prossime amministrative, si ostina ad affidarsi ad una classe politica bocciata dalle urne e dalla storia”.

“L’appello a ‘Chi l’ha visto’ è quanto mai opportuno – conclude il presidente della Regione Liguria – per trovare nel Partito Democratico l’ombra di un’idea e di una proposta che vada oltre la banale brutta copia del populismo grillino a cui ormai sembrano aspirare coloro che militano in un partito la cui tradizione meriterebbe miglior futuro”.

Ancora Paita: “Dopo aver letto l’impareggiabile arrampicata sugli specchi di Toti in risposta alle mi critiche sul suo assenteismo (bisognerebbe lanciare l’appello: cosa avrà voluto dire?) vorrei ricordare al governatore che prima di proporre certi interventi bisognerebbe iniziare a dare, per primi, il buon esempio. Ma lui, al momento, non è nelle condizioni di farlo. Anzi, pare che siano state trovate delle impronte digitali di Toti in Regione Liguria. Ma sono in corso accertamenti”.

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