Lo zibaldone

Carnevale, storie di Maschere: dal giullare di Cairo al giardiniere di Loano, fino al re di Savona

Lo Zibaldone è la nuova rubrica di curiosità di IVG: ogni mercoledì storia, cultura, aneddoti, riflessioni e scoperte della nostra provincia

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Lo Zibaldone è la nuova rubrica di IVG su storie, racconti, aneddoti e scorci culturali della nostra provincia, curata da Sara Sacco.
Storie… storie… quante storie da raccontare: alcune si scoprono casualmente, altre affiorano prepotenti durante appassionanti ricerche, e poi aneddoti, ispirazioni, pensieri e parole…

Non tutti sanno che…

Le maschere risalgono alla preistoria quando venivano utilizzate nei riti magici, religiosi e funerari per permettere agli stregoni di entrare in contatto con gli spiriti. Poi furono impiegate in cerimonie religiose e nelle rappresentazioni teatrali (vedi Antica Grecia), nonché in feste tradizionali e popolari.

Se Pulcinella era già conosciuto all’epoca dei Romani prima di passare nel Cinquecento alla Commedia dell’Arte insieme ad Arlecchino, Colombina, Pantalone e Pedrolino (che ebbe successo in Francia con il nome di Pierrot); Brighella, Meneghino e Scaramuccia appaiono nel Seicento, Gianduja e Stenterello risalgono al Settecento, Sandrone e Fagiolino all’Ottocento…

In Liguria la maschera tradizionale dell’intrepido spadaccino di nome Capitan Spaventa di Vall’Inferna o Capitan Fracassa appare già nell’XI secolo e a Genova dal 1899 si festeggia il Carnevale con il popolano Baciccia della Radiccia, derivato dal nome proprio Battista (con il termine gergale “bachicha” si apostrofano ancora oggi gli italiani emigrati nell’America meridionale).

Di Cairo Montenotte Nuvarin der Castè è il giullare che, all’epoca medievale degli Scarampi, avrebbe avuto il compito di rallegrare la popolazione locale durante i cupi tempi della peste; a Loano abbiamo U Beciancin, l’allegro giardiniere burlone nato dalla fantasia popolare di inizio Novecento, e Puè Peppin, re di Carnevaloa, nato nel secondo dopoguerra.

E’ una figure carnevalesca moderna il marinaio Cicciulìn o Cicciolìn, re del Carnevale a Savona dal 1953 quando il pittore e decoratore ceramista Romeo Bevilacqua lo ritrasse, facendone l’unica maschera ligure ad essere iscritta all’Albo ufficiale delle Maschere italiane. Il nome deriverebbe dal termine “ciciollu” ovvero il sanguinaccio tipico della tradizione culinaria savonese e “cicciollo” – termine maligno e scherzoso allo stesso tempo – indicherebbe il savonese tipico.

Non tutti sanno che… fiorentino di nascita savonese d’adozione, Romeo Bevilacqua, ideatore di Cicciulìn, diventa negli anni Venti e Trenta direttore artistico di alcune manifatture ceramiche ad Albisola; nel 1933 è presente con le sue ceramiche alla “I Mostra Nazionale Futurista” di Roma, quindi partecipa al movimento futurista insieme a Tullio (Mazzotti) D’Albisola, ma questa è un’altra storia….

Non tutti sanno che… anche il pagliaccio Burlamacco (nome ispirato a Buffalmacco, pittore fiorentino e personaggio del Decamerone di Boccaccio) è una maschera recente in quanto nata dalla creatività del pittore Uberto Bonetti nel 1931 per celebrare il Carnevale di Viareggio.

Non tutti sanno che… il termine “maschera” deriverebbe dal latino medievale màsca, cioè “strega, stregone” (in piemontese, in antico alto tedesco e in provenzale ha ancora lo stesso significato) oppure addirittura dall’arabo maschara cioè “burla”, o dall’antico francese mascarar ovvero “tingere di nero”… quindi anche quel mascara che le donne usano per abbellir le ciglia non è termine inventato dal moderno marketing ma avrebbe un’origine storica collegata al Carnevale!

* Nella foto, il Carnevale di Savona del 1953

Lo Zibaldone è la rubrica settimanale di IVG su storia e cultura savonese, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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