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Savona, l’amministrazione comunale al lavoro per rilanciare il chinotto

La proposta dell'assessore Ripamonti: un terreno comunale da destinare alle coltivazioni di eccellenze

Pianta Chinotto

Savona. Nella sua ultima seduta, la giunta comunale di Savona ha dato la propria unanime approvazione alla delibera relativa alla “Valorizzazione e promozione di eccellenze produttive del territorio e sviluppo insediamento universitario – atto di indirizzo” su iniziativa dell’assessore con delega alle politiche agricole Paolo Ripamonti.

“Da sempre, direttamente collegata al nome della città di Savona, c’è la pianta del chinotto. Anzi, proprio all’ingresso sul territorio comunale si viene accolti dalla scritta ‘Savona, Città del Chinotto’. Questa tradizione, salvo rare e fortunate eccezioni, negli ultimi anni è venuta un po’ a perdersi. Per questo, siccome riteniamo che il chinotto di Savona rappresenti una delle eccellenze del territorio ligure e costituisca una risorsa importante sia per l’aspetto culturale sia per quello commerciale e attrattivo, stiamo portando avanti questo progetto di rilancio”, spiega l’assessore Ripamonti.

La coltivazione di chinotti sulle alture di Savona si può riscontrare su documenti storici della seconda metà dell’ottocento, quando le prime colline savonesi, oggi occupate dalle lottizzazioni di via Privata degli Angeli, erano totalmente a destinazione agricola ed il chinotto rappresentava una delle produzioni di eccellenza per le particolari proprietà agroalimentari che lo caratterizzano. La produzione di fine ‘800 era così affermata che alcune tabelle della allora Società Economica promotrice dell’Industria, Agricoltura e Commercio di Savona citano una flessione nell’esportazione di chinotti freschi a seguito dell’installazione a Savona, nella zona dell’Oltreletimbro, dello stabilimento a vapore Silvestre-Allemand, specializzato nella lavorazione dei chinotti per il mercato agroalimentare. La varietà di chinotto denominata “chinotto di Savona”, rappresenta, per le specifiche caratteristiche nutraceutiche che lo caratterizzano, un prodotto molto richiesto, utilizzabile per diversi impieghi, sia alimentari che per il wellness e la cosmesi.

“Pur essendo il chinotto di Savona una produzione tipica del nostro territorio, le coltivazioni si stanno perdendo, lasciando spazi ad altre colture o al totale abbandono – aggiunge ancora Ripamonti – Negli anni ‘90 del secolo scorso la produzione di chinotto è scesa ai minimi storici, con meno di 100 piante in produzione. Nostra intenzione è recuperare e diffondere la tradizionale coltivazione del chinotto, in quanto produzione agroalimentare locale di eccellenza, che interessa una parte di mercato in espansione, con potenziali importanti implicazioni sull’occupazione e sull’economia di tutto il savonese”.

A seguito di uno studio del territorio savonese, sul quale esistono terreni di proprietà comunale al momento inutilizzati, dopo una valutazione tecnica è stato individuato nella zona di Legino, via Bonini, un terreno di proprietà comunale della superficie di circa 18 mila metri quadri, in un’area che gode di ottima esposizione, facilmente accessibile, idonea per produzioni agricole agrumicole e di piante officinali e per l’avvio di una coltivazione di chinotti. Inoltre, sull’area potrebbero trovare sede nuove residenze per gli studenti universitari, una necessità già evidenziata dal Campus. “Tale area si trova nelle vicinanze del Campus di Savona e, pertanto, potrebbe essere una comoda ubicazione anche per le residenze universitarie; entrambe le funzioni possono convivere sinergicamente nell’area individuata, portando un reciproco valore aggiunto”, nota l’assessore.

Per questo motivo, l’amministrazione, dal momento che il Comune di Savona è capofila del progetto “Un mare di agrumi”, all’interno del quale il Cersaa è già partner scientifico, ha individuato l’area sita nella zona di Legino quale sito idoneo da destinare in parte a uso agricolo e in parte a servizi per l’università, avviando gli studi di fattibilità per la realizzazione del progetto, senza oneri a carico dell’ente.

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