Il male minore

Savona, chiude l’asilo di via San Lorenzo: “Impossibile tenerlo aperto, ma ora potremo sistemare via Verdi”

Per quella struttura erano già stati stanziati 150.000 euro, il sindaco promette: "Non andranno perduti"

asilo la giostra sguerso via san lorenzo savona

Savona. “L’asilo di via San Lorenzo chiuderà per due ragioni. La prima è che sistemarlo ha un costo oggi insostenibile per noi, la seconda è che in due anni perderemo 10 educatori su 37 senza poterne assumere nessuno. Ma i soldi già stanziati per sistemare quell’asilo non andranno perduti“. Lo spiega il sindaco di Savona, Ilaria Caprioglio, il giorno dopo l’annuncio dato ai genitori dell’asilo “La Giostra”, ieri pomeriggio in Comune.

Un incontro “caldo”, soprattutto per il malumore di alcune mamme e papà preoccupate per il futuro. In seguito alla chiusura, infatti, i loro figli dovranno frequentare altre strutture: la loro paura è legata sia al timore che per loro non ci sia posto, sia all’eventuale distanza rispetto alla sede attuale. Qualcuno ha spiegato di non avere l’auto, qualcun altro ha espresso il timore di dover lasciare il lavoro se il figlio non potrà più frequentare l’asilo. Tante storie, grandi e piccole, con un comune denominatore: la frustrazione per essere vittime dell’ennesimo “taglio” imposto dalla situazione allarmante delle casse comunali.

Caprioglio ha provato a spiegare le sue ragioni ai genitori, a volte riuscendo ad instaurare in dialogo, altre volte trovandosi davanti un muro fatto, per lo più, di rabbia e preoccupazione. “Ma noi un asilo dobbiamo chiuderlo per forza – spiega il sindaco a IVG – perché già oggi il personale che abbiamo non è sufficiente a sostenere tutti gli asili comunali, e nei prossimi mesi diminuirà ancora. Già adesso per ‘La Giostra’ siamo costretti a ricorrere a cooperative esterne. I genitori mi hanno detto ‘potete assumere altre educatrici’, ma non capiscono che semplicemente non possiamo farlo: ce lo impedisce il piano di riequilibrio finanziario”.

Al momento di scegliere quale struttura chiudere, la scelta è ricaduta proprio su via San Lorenzo “perché è quella che richiede il maggior investimento per essere sistemata”. E proprio sull’aspetto economico si concentra una polemica nella polemica. Il Comune, infatti, aveva destinato dei fondi all’adeguamento antincendio di parte della struttura, e aveva anche ottenuto un contributo regionale. Ad ottobre era stato approvato un primo stralcio di interventi per 150.000 euro, riguardanti piano terra e primo piano (che attualmente ospita la scuola materna Sguerso): escluso il secondo piano, “in attesa – recita la delibera – di una definitiva decisione sulla destinazione finale dell’asilo nido”. Segno che già allora la sua sorte era appesa ad un filo. Il progetto poi ha ottenuto dalla Regione un contributo di 46.445 euro, mentre i restanti 103.554 euro sono a carico del Comune.

Sistemare il secondo piano, però, costerebbe altri 250.000 euro: impossibile per il Comune, allo stato attuale, reperire quei fondi. Da qui la decisione di soprassedere. Il dubbio di alcuni genitori, dunque, è: con la chiusura di tutta la struttura (inclusa quindi anche la scuola materna), ora che fine faranno quei soldi? “Non andranno perduti – promette Caprioglio – i 100.000 euro del Comune verranno utilizzati per la scuola di via Verdi, che ha anch’essa diverse problematiche urgenti da risolvere. E stiamo lavorando per tentare di ‘spostare’ su quella struttura anche il contributo regionale. Quei soldi non finiranno in altro come qualche genitore teme, ma resteranno nel sociale: serviranno non più per la loro scuola attuale, ma per quella in cui andranno”.

Ma allora, è il lecito dubbio, perchè approvare ad ottobre un primo lotto di lavori se già esisteva la possibilità di chiudere tutto? “Il bando regionale aveva tempi stretti, e quel denaro per noi era prezioso – chiarisce il sindaco – pertanto la scelta più efficiente è stata quella di guardare ad un progetto già esistente per avere maggiori chance di aggiudicarselo. Ora, però, complice anche il calo del personale, non possiamo evitare di fare altre valutazioni. Capisco le esigenze di tutti i genitori, ma la mia prima preoccupazione deve essere quella di fornire ai bambini strutture sicure. Magari in numero minore, ma sicure. E con quei soldi potremo fare un passo in avanti”.

Di seguito le spiegazioni scritte inviate dal Comune alle nostre domande.

Perché chiudere un asilo?
La ragione primaria per cui il Comune di Savona chiude una struttura di asilo nido è esclusivamente legata alla carenza di personale: l’organico attuale (37 educatrici in servizio) già non è sufficiente ad assicurare il funzionamento a pieno regime dei cinque nidi a gestione diretta. Infatti, oltre al nido ‘La giostra’ di via San Lorenzo interamente esternalizzato, una sezione del nido Piramidi è assicurata con personale messo a disposizione dalla cooperativa appaltatrice e negli altri plessi non si riesce a raggiungere la piena capienza con il personale dipendente. Con il prossimo anno scolastico si registrerà una ulteriore diminuzione di personale già stimata in 5 educatrici per pensionamento, 1 educatrice per aspettativa legge 104. La stima è tuttavia in difetto in quanto incombono possibili ulteriori defezioni da inidoneità per motivi di salute, aspettativa 104 e trasferimento ad latro ente (totale 3 Dipendenti). Pertanto, la chiusura di un plesso a gestione diretta è indispensabile.

Perché via San Lorenzo?
La ragione per cui si propone la chiusura del nido di via San Lorenzo è sostanzialmente legata alle condizioni strutturali che imporrebbero, per adeguamento e messa a norma, di sostenere un ingente intervento.
In questa prospettiva, sarà individuato fra i nidi attualmente a gestione diretta, quello da assegnare alla cooperativa in gestione esternalizzata e quindi a piena capienza; mediante una riorganizzazione funzionale del personale attualmente operativo nella struttura che sarà esternalizzata, si cercherà di portare a massima capienza tutti gli altri plessi che oggi non funzionano a pieno regime per le già evidenziate carenze di personale, con l’obiettivo di contenere al massimo la ricaduta negativa determinata dalla chiusura del nido di via San Lorenzo (50 posti) e di traguardare il numero complessivo di 200 bambini (a fronte degli attuali 222 accolti su una capienza nominale pari a 262). La suddetta riorganizzazione sarà centrata al massimo possibile sul rispetto delle esigenze delle famiglie, sia in termini di logistica, sia per quanto attiene la continuità educativa, sia per i bambini accolti oggi nei nidi a gestione diretta, sia per quelli in oggi frequentanti San Lorenzo. Le indicazioni che ci perverranno dalle famiglie stesse, già in questa prima fase, attraverso la raccolta di indicazioni mediante questionario, e quindi con le iscrizioni, saranno di importante aiuto nella realizzazione del programma di riorganizzazione.

Perché non nuove assunzioni?
Il piano di riequilibrio finanziario prevede esplicitamente l’impossibilità di effettuare nuove assunzioni; al di là di questa situazione contingente, il blocco del turn over dal 2010, probabilmente insieme a una determinata visione futura del sistema asili nido comunali più o meno condivisibile, non consentiva certo il ripristino delle operatrici uscenti, anche considerata l’elevata età media del personale stesso.

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