Storia

Laigueglia, il Trofeo visto dall’ultima “Maglia Nera” Bruno Zanoni fotogallery

Dal 1974 al 1979 ha preso parte a ben 6 Trofei e a 5 Giri d'Italia, aggiudicandosi l'ultima maglia nera nel Giro del '79 vinto da Saronni

Laigueglia. Mancano ormai poche ore al via della 54^ edizione del Trofeo Laigueglia. Domenica i riflettori saranno puntati sul caratteristico borgo savonese per una kermesse che ha fatto e continua a fare la storia del ciclismo. Proprio a Laigueglia vive un ex corridore che nella sua carriera professionistica dal 1974 al 1979 ha preso parte a ben 6 Trofei e a 5 Giri d’Italia, aggiudicandosi l’ultima maglia nera nel Giro del ’79 vinto da Saronni. Si tratta di Bruno Zanoni, bergamasco d’origine e da ormai 40 anni residente a Laigueglia.

Bruno, come è cambiato il Trofeo negli ultimi decenni?
È cambiato molto, a partire dall’organizzazione. Un tempo si basava in buona parte sul volontariato, mentre oggi c’è maggiore professionalità e di conseguenza più attenzione alla sicurezza e all’incolumità del pubblico e dei corridori. Altra nota positiva da riconoscere al Trofeo è la reintroduzione dallo scorso anno della punzonatura, un’occasione importante per il pubblico di vedere i propri beniamini e di avere con loro un contatto umano che negli ultimi anni si era perso. A tal proposito oggi alle 15.30 in via Mazzini davanti al Muretto dei ciclisti ci sarà la presentazione delle squadre che partecipano al Trofeo.

Il ciclismo oggi ha una dimensione decisamente più internazionale. Si corre in Oman, Australia, Argentina solo per citarne alcuni. Secondo Lei questo penalizza le gare come il Trofeo Laigueglia?
Da un certo punto di vista sì; ma non dimentichiamo che la maggiore risonanza e visibilità mondiale hanno attirato nel ciclismo grandi sponsor che altrimenti non avrebbero investito in questo sport.

In ogni caso il Trofeo rimane un’importantissima vetrina per Laigueglia e per la Riviera di Ponente.
Decisamente sì. Quest’anno più che mai sarà seguito da numerose testate giornalistiche in tutto il mondo. Si tratta di un’occasione impareggiabile per promuovere su ampia scala il nostro territorio e le sue peculiarità. Ciò di cui il turismo ha più bisogno.

Conosce qualche professionista della zona che parteciperà al Trofeo?
Ho sentito parlare dei gemelli Canepa, Francesco e Leonardo, 19enni di Boissano che debutteranno proprio a Laigueglia. Un altro ragazzo di grandi capacità è il 22enne Oliviero Troìa di Bordighera. Senza dimenticare il fortissimo Niccolò Bonifazio di Diano Marina, che non sarà però presente a Laigueglia perché impegnato al Tour of Oman con la Bahrain-Merida.

In questa edizione del Trofeo verrà riproposto il finale dello scorso anno con i tre giri conclusivi di Colla Micheri. Cosa ne pensa?
Devo dire che è stata una scelta coraggiosa da parte dell’organizzazione, ampiamente ripagata dai numerosi tifosi assiepati lungo i tornanti. D’altra parte non capita spesso di vedere passare i corridori più volte nello stesso punto e in un tratto di così grande spettacolarità.

Una considerazione che molti laiguegliesi (e non solo) fanno è che un tempo il Trofeo portava con sè molto più movimento di oggi. Le squadre facevano la loro preparazione in Riviera e nei 10 giorni che precedevano la competizione c’era un gran brulicare di corridori e appassionati, con conseguente beneficio per l’intera economia del paese. Perché ora non è più così?
Il problema principale per cui le squadre hanno scelto di allenarsi prima in Toscana e poi all’estero sta nella conformazione delle nostre strade. Sull’Aurelia l’allenamento di gruppo non è più possibile. Rispetto ai miei tempi il volume di traffico è cresciuto in modo esponenziale e per le squadre è diventato troppo difficoltoso prepararsi in queste zone. Per questo hanno scelto di spostarsi altrove.

Trofeo Laigueglia Bruno Zanoni

La maglia nera Le ha dato molta popolarità nel mondo del ciclismo. Ancor di più perché è stata l’ultima maglia nera della storia. Se dovessero reintrodurla sarebbe contento di cedere “lo scettro”?
No, non sarei contento. Ho faticato tanto per averla e vorrei restasse mia! D’altronde come dico sempre io sono nato per essere maglia nera. A scuola ero l’ultimo dell’alfabeto e in bici l’ultimo della classifica. Il mio destino era già segnato!

A dire il vero non è sempre andata così. Al Giro d’Italia del 1978 ha vinto la tappa di Assisi. 
Sì, era il 18 maggio. San Francesco mi fece la grazia!

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