La manifestazione

“Giù le mani dal lupo”, ecco il fronte politico contro la caccia di selezione

Liguria. Un fronte politico bipartisan per dire no alla caccia del lupo, con gli esponenti politici delle minoranze in Consiglio regionale che hanno preso preso parte alla manifestazione “Giù le mani dal lupo”, organizzato in piazza De Ferrari dalle associazioni ambientaliste genovesi per protestare contro l’applicazione in Liguria dell’annunciato “Piano nazionale di prelievo”.

“Intendo portare il mio personale sostegno alla manifestazione che cittadini e associazioni ambientaliste e animaliste hanno organizzato in piazza De Ferrari, per chiedere di ritirare la misura 22 del Piano di Conservazione e Gestione del Lupo di prossima approvazione da parte della Conferenza Stato Regioni. Quella misura prevede l’abbattimento selettivo dei lupi, un passo indietro che ci riporta agli anni ’70 e vanifica quanto fatto da allora a oggi in Europa e in Italia per difendere questo importante elemento di biodiversità” ha detto il consigliere regionale del Pd Giovanni Lunardon.

“Trovo questa misura in aperta contraddizione con la tutela del lupo come sancita dalle norme comunitarie, da quelle nazionali fino a oggi vigenti, e anche con le altre 21 misure dell’attuale Piano in discussione che muovono dal corretto presupposto di garantire la coesistenza tra la popolazione italiana del lupo e gli allevamenti zootecnici”.

“Va poi rilevato che non esiste bibliografia scientifica che dimostri che gli abbattimenti dei lupi servano effettivamente a ridurre danni e conflitti: al contrario studi disponibili dimostrano che le tecniche di prevenzione (recinzioni elettrificate e cani pastore) sono la soluzione più efficace per garantire la convivenza degli allevamenti con la presenza del lupo. Quindici anni di Progetto Lupo in Liguria e gli studi commissionati dalla nostra Regione all’Università di Pavia negli ultimi anni confermano la bontà e l’efficacia dei metodi preventivi” aggiunge ancora Lunardon.

“Qualcosa si muove sul fronte delle Regioni: Lazio, Puglia, Abruzzo e il Consiglio regionale del Piemonte si sono dichiarate contrarie alla misura 22. La Liguria ha recentemente chiesto un approfondimento in sede di Commissione Tecnica per le Politiche Agricole. Mi auguro che la misura 22 sia ritirata e che la Liguria si batta per questo in Conferenza Stato Regioni. Se dovessero passare gli abbattimenti selettivi, auspico che la Regione Liguria non adotti il Piano regionale degli abbattimenti, come si accingono a fare altri territori. Senza tale Piano non ci saranno abbattimenti in Liguria”.

“Mi auguro inoltre che il Progetto Lupo, che è stato di fatto insabbiato dalla Giunta Toti, possa trovare nella nostra regione risorse e volontà politica per andare avanti, come avevo già richiesto, con un ordine del giorno presentato dal Gruppo del Pd nei mesi scorsi, e bocciato dalla maggioranza di centrodestra in aula” conclude Lunardon.

Anche il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino ha partecipato al presidio a difesa del lupo: “Prelievo è un eufemismo: il provvedimento legalizza l’uccisione dei lupi, una specie protetta dagli anni Settanta – denuncia Pastorino -. A rendere inapplicabile l’insensato progetto del ministro Galletti ci sono anche 2 aspetti tecnici: primo, con la soppressione di Polizia Provinciale e Forestale, quali saranno gli organi preposti a monitorare gli “abbattimenti legalizzati”? Secondo: chi verificherà che non venga sforata la quota, pari al 5%, se non sappiamo neanche quanti lupi ci sono oggi in Liguria? Sì, perché il progetto regionale di monitoraggio è terminato da anni, i censimenti sono fermi da tempo, la Regione non sta finanziando le ricerche necessarie. Nessuno si sta più occupando di incrociare i dati, le uniche informazioni che abbiamo le dobbiamo agli Enti Parco e ai volontari che con fatica cercano di portare avanti questo lavoro”.

lupi

Senza studi aggiornati, è difficile non solo stimare la reale presenza del lupo in Liguria ma anche quantificare i danni che questi animali provocano agli allevamenti. “A maggior ragione, prima di introdurre azioni così aggressive che potrebbero distruggere un lavoro di salvaguardia di decenni, è essenziale che la Regione vari subito uno studio mirato, promosso da tecnici faunistici competenti della materia – rincara Pastorino -. Se si va avanti sulla strada indicata da Galletti, saranno vanificati anche tutti i programmi di sensibilizzazione promossi nei confronti degli allevatori; in particolare per quanto riguarda l’utilizzo di recinzioni elettrificate, dissuasori acustici e cani da guardiania”.

Anche Marco De Ferrari, in rappresentanza del MoVimento 5 Stelle Liguria, è sceso in piazza a Genova per manifestare a favore della tutela e della difesa del lupo, minacciato da un piano che prevede la possibilità di abbattere una specie già a grave rischio estinzione e protetta dal 1971. “Il documento, che sarà in discussione domani in Conferenza Stato-Regioni, è privo di ogni fondamento scientifico e si basa unicamente su dati presunti e assolutamente non dimostrati – ricorda De Ferrari – Senza contare che il bando è stato affidato, senza regolare gara, a una onlus con fondi pubblici, e non all’Ispra, come prevede un Decreto del Presidente della Repubblica.”

“Il governatore Toti si opponga al Piano Lupo proposto dal ministro all’Ambiente Galletti – conclude De Ferrari – Altrimenti il 2 febbraio 2017 rischia di essere ricordata come la data più nera della storia dell’ambiente e dell’ecologia nel nostro paese”.

“Non è possibile – spiegano i Verdi – che il ministro Galletti scenda a questi livelli. La legge 157 vieta l’abbattimento della specie e mi sembra assurdo che si debba arrivare a tanto”. Il rischio è però molto concreto, con il voto finale dei rappresentanti delle Regioni che arriverà già domani. Di qui la richiesta alla giunta Tori di opporsi. “Il lupo – spiegano gli animalisti – è un animale indispensabile per il nostro ecosistema e imbracciare i fucili non è assolutamente la soluzione. Siamo consapevoli dei problemi degli allevatori, ma questi si risolvono in modo diverso: con cani addestrati e recinzioni elettrificate”.

“Il ministro – concludono – insiste con la scellerata decisione di approvare l’abbattimento di una quota notevole di lupi. Noi siamo qui perché questa è una mossa inutile e potenzialmente dannosa”.

A difesa del lupo anche Eraldo Minetti, commissario dell’ex polizia provinciale, uno dei massimi esperti di lupi in Liguria: “Anche se capisco i timori degli allevatori perché ogni anno ci sono 20 casi di bestiame ucciso devo dire che il 60% delle volte sono branchi di cani e solo il 40% di lupi. Unica eccezione e’ la Val d’Aveto dove la percentuale di attacchi dei lupi e’ piu’ elevata. Questo non significa che bisogna sparare ai cani o abbattere i lupi. E’ inutile e puoò essere dannoso perché gli esemplari stanziali scacciano quelli di passaggio che migrano dalla Francia e possono portare malattie come la rabbia, da anni scomparsa in Italia”.

Minetti rivela che il lupo si autoregola e non rischia mai di aumentare: “Gli unici danneggiati dai lupi in Liguria – aggiunge – sono i cacciatori di cinghiale, perché il lupo attacca e si nutre dei piccoli, spingendo gli altri a rifugiarsi in zone di caccia vietata”.

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