Critica

Foibe, l’attacco di Vaccarezza: “Mattarella il presidente di (quasi) tutti gli italiani”

"Anziché partecipare alle celebrazioni del Giorno del Ricordo Mattarella prenderà parte a un simposio organizzato in Spagna"

Foibe

Regione. E’ stato approvato questa mattina in consiglio regionale l’ordine del giorno presentato dal presidente del gruppo consiliare di Forza Italia Angelo Vaccarezza insieme al segretario dell’assemblea del consiglio regionale Claudio Muzio rivolto al governatore della Regione Liguria Giovanni Toti per chiedere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di partecipare, il 10 febbraio, alle celebrazioni del Giorno del Ricordo presso il monumento di Basovizza, nel Triestino. Secondo un comunicato ufficiale infatti, Mattarella lo stesso giorno prenderà parte a un simposio organizzato in Spagna, avente ad oggetto l’economia europea.

“Tante belle parole seguite da pochi, pochissimi fatti – ha dichiarato il capogruppo – ogni anno vengono occupate pagine e pagine di parole sull’uguaglianza dei morti, sul ricordo delle vittime della follia umana; beh, a quanto pare per qualcuno le cose non stanno così. Il peggio è che sembra addirittura una cosa vergognosa quando il ricordo riguarda i nostri connazionali. Si parla tanto di ricordare la storia per non commetterne più gli errori, per non incappare nella stessa follia omicida che ha portato alcuni personaggi ad occupare le pagine dei libri che i nostri figli studiano”.

“A quanto pare, la divisione fra morti di serie A e di serie B resta una conditio sine qua non per continuare a vivere nell’ipocrisia di chi ottusamente non vuole riconoscere che la tragedia delle Foibe è una pagina di storia che non potrà mai essere cancellata. Che l’odio, la follia e la crudeltà del maresciallo Josip Broz Tito sono la causa delle atrocità perpetrate in nome di un assurdo disegno, dettato dalla bramosia, dalla sete di potere che annebbia il cervello delle menti più distorte. Chi perde la vita per mano della follia del nazismo non vale meno di chi l’ha perduta per l’assurdo atroce disegno di un dittatore jugoslavo”.

“La storia di questo paese dovrebbe insegnare alle nostre generazioni che l’uguaglianza dinnanzi alla morte causata dalla follia umana non conosce differenze; le grandi tragedie del Novecento ricordano che un genocidio è tale in quanto sacrifica esseri umani, vittime innocenti che meritano di essere considerati uguali per diversi motivi. La vicenda delle Foibe, anche se ad alcuni non piace ricordarlo, è e resta la tragedia di un popolo, il nostro. Che ha pagato con la vita il prezzo del coraggio di restare cittadino della sua patria; resta una tragedia che ha provocato morti a decine di migliaia e costretto centinaia di migliaia di italiani a lasciare per sempre le loro terre, sulle quali avevano costruito casa e investito tempo, speranze a futuro”.

Vaccarezza Attacco Mattarella Foibe

Prosegue Vaccarezza: “Delude constatare che al di la delle tante parole, il presidente della Repubblica, la più alta carica istituzionale dello stato italiano, il rappresentante della nostra patria dinnanzi agli occhi del mondo, trovi (giustamente per carità, da amante dello sport come fonte di formazione umana non posso che condividere) il tempo di assistere alla partita della squadra nazionale di rugby per il campionato ‘Sei Nazioni’, ma non ritenga prioritario essere presente alle celebrazioni del Giorno del Ricordo, adducendo come motivazione l’indispensabile presenza ad uno semisconosciuto simposio avente ad oggetto ‘l’innovazione per un’economia circolare in Europa’. Che valori possiamo insegnare ai nostri ragazzi, se il primo che non ritiene necessario ricordare i morti italiani di una storia atroce, crudele e da troppi dimenticata è il presidente della Repubblica?”.

“Credo che nella vita ci siano sempre delle priorità da rispettare, un credo a cui attenersi, una storia da ricordare – conclude Vaccarezza – Credo che Sergio Mattarella debba dimostrare, almeno per questa occasione, di essere il presidente di tutti gli Italiani, ed essere presente a Trieste il 10 febbraio, davanti al monumento di Basovizza. Lo deve, lo dobbiamo alle migliaia di morti innocenti italiani che persero la vita per mano dei partigiani comunisti jugoslavi e alle centinai di migliaia di profughi italiani, costretti a fuggire e a lasciare le loro terre, portando nel cuore l’incancellabile lacerazione di aver lasciato li speranze, sogni, ricordi e tradizioni di una vita. In fondo, la vita che tutti noi viviamo oggi, è anche grazie a loro”.

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