Loano. “Nonostante l’amministrazione comunale abbia più volte espresso il proprio dissenso nelle opportune sedi sul sistema di gestione dell’accoglienza dei profughi, in data odierna il gruppo di dieci unità precedentemente destinate al Comune di Ortovero giungerà a Loano per essere ospitato negli spazi dell’ex convento di Sant’Agostino, attualmente gestito dalla CEIS, Fondazione Genovese impegnata nell’assistenza umanitaria, che da qualche tempo ha locato dagli Agostiniani gli spazi”. Lo ha annunciato, non senza un evidente disappunto, il Comune di Loano.
Il sindaco Luigi Pignocca è molto chiaro: “Come ho già avuto modo di spiegare si tratta di un accordo fra privati che esula dalle competenze del Comune. L’amministrazione ha peraltro ottenuto di posticipare ad oggi l’arrivo di queste persone al fine di effettuare le dovute verifiche ed i necessari incontri per accertare la conformità dei locali messi a disposizione dalla CEIS ed effettuare opportuni incontri preparatori con i servizi sociali e le forze dell’ordine operative sul territorio”.
“Lo spazio antistante l’ingresso della struttura sarà dotato di videosorveglianza – annuncia Pignocca – ed è stato esplicitamente richiesto alla Fondazione la disponibilità ad impiegare gli ospiti per lavori socialmente utili sull’esempio di altre realtà limitrofe. Alla sera, inoltre, è stato prescritto il rientro negli alloggi entro un’ora predeterminata mentre durante il giorno è stata ribadita la necessità di attivare da parte del centro una costante sorveglianza ed è stato raccomandato l’avviamento dei profughi a corsi di apprendimento della lingua italiana al fine di accelerare il percorso di integrazione”.
“Il problema della sicurezza della comunità locale è e sarà prioritario ed essenziale – aggiunge il vicesindaco ed assessore ai servizi sociali Luca Lettieri – Siamo peraltro consapevoli che queste persone devono essere accompagnate verso un percorso di integrazione nell’attesa della definizione del loro status di profughi. Sarà pertanto cura del servizio sociale svolgere un ruolo di controllo, monitoraggio e collaborazione con la fondazione che li gestisce. È importante sottolineare che questi soggetti saranno impegnati in lavori di pubblica utilità a costo zero, per le casse comunali, che li terranno impegnati durante la giornata. È legittimo domandarsi se le istituzioni saranno in grado di rimpatriare coloro che non saranno considerati profughi”.