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Più reddito nelle tasche dei savonesi per l’acquisto dei beni durevoli

Ecco l'Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Liguria

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Savona. Il reddito disponibile della Liguria cresce (+2,4%) con un controvalore di 22.234 euro. La spesa complessiva per i beni durevoli della regione si attesta intorno ai 1.635 milioni di euro, con un incremento del +4,3%. I comparti degli elettrodomestici e dei mobili (rispettivamente +4,3% e +2,4%) segnano performance migliori della media italiana (+3,2%; +2,0%). Ottimo anche l’andamento di auto nuove e moto con una crescita del +8,5% e +10%.

Gli acquisti dei beni durevoli registrano un incremento in tutte le province: Genova (+3,5%); Imperia (+4,6%); Savona (+4,6%); La Spezia (+6,5%).

A livello provinciale, le migliori performance si evidenziano a La Spezia, che registra una crescita importante (+14,6%) nel settore delle auto nuove con una spesa di 82 milioni di euro, mentre Savona segna un +4,5% nel comparto degli elettrodomestici grandi e piccoli. Questi sono i principali risultati della ventitreesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Liguria, presentato oggi a Torino presso Hotel Principi di Piemonte.

Gli acquisti dei beni durevoli registrano un incremento in tutte le province: Genova (+3,5%); Imperia (+4,6%); Savona (+4,6%); La Spezia (+6,5%).

La spesa complessiva per i beni durevoli riscontrata in Liguria è stata pari a 1,635 milioni di euro (+4,3% rispetto all’anno precedente), su un totale nazionale pari a 59,295 milioni di euro.

I settori di spesa:
Auto e moto – Il trend migliore viene segnato dal settore dei motoveicoli, che registra un incremento del +10% rispetto al 2015, con una spesa di 97 milioni di euro. Positivo anche l’aumento del +8,5% delle auto nuove – anche se in calo rispetto alla crescita del 2015 – con una spesa di 446 milioni di euro. In leggera crescita anche il settore delle auto usate, con il +2,5% e 470 milioni di spesa.
Mobili – Migliora il settore dei mobili rispetto al +1,7% del 2015: nel 2016, con una spesa di 343 milioni di euro, il comparto registra un miglioramento del +2,4%.
Elettrodomestici – Va meglio il settore degli elettrodomestici grandi e piccoli, che fa segnare un +4,3%. Aumenta contestualmente anche la spesa delle famiglie liguri, che si attesta sui 141 milioni di euro (rispetto ai 135 milioni del 2015). In deciso aumento comunque anche l’elettronica di consumo, che registra un +0,6% dopo il -7,2% del 2015 con una spesa intorno ai 76 milioni di euro.
Prodotti Informatici – Ancora in calo il settore dell’Information Technology, che registra un -4,4% dopo la leggera ripresa del 2015 (con un -2,1%). Segue il trend anche la spesa finalizzata all’acquisto dei prodotti informatici, che scende dai 64 milioni del 2015 ai 61 milioni del 2016.

Il capoluogo traina la crescita del reddito disponibile pro capite che varia da +1,8% a +2,6% del 2016, attestandosi a 23.535 euro (6a tra tutte le province italiane). Aumentano comunque i redditi di tutte le province, a partire da Imperia +2,2 (20.553 euro); Savona +2,1% (21.851 euro) e La Spezia +2,0 (19.357). Nel complesso il +2,4% della Liguria è il livello più alto di quello registrato in Italia e nel Nord-ovest.

I margini di crescita del settore auto nuove, pur rallentando rispetto al 2015, sono buoni: in testa La Spezia, con una crescita del +14,6% (e una spesa di 82 milioni di euro); seconda Imperia con +12,6% (53 milioni di euro), poi Savona con +8,4% (80 milioni di euro) e chiude Genova con +5,7% (231 milioni di euro).

Discorso simile per il mercato dei motoveicoli, che registra un leggero rallentamento ma resta in positivo dappertutto. Savona registra un +12,9%, seguita da Genova con +10,8%, Imperia con + 8,7% e La Spezia con +2,3%.

Il mercato dell’usato migliora soltanto a La Spezia: +4,1% (rispetto al 3,3% del 2015), ma resta in attivo in tutte le province (Savona +3,5%, Genova +2,1%, Imperia +1,6%).

Positivo il comparto dei mobili, che cresce quasi dappertutto con una percentuale più alta della media italiana. La performance migliore è quella di Genova con +2,7% (rispetto all’1,1% del 2016), segue Imperia con +2,3%, Savona con 2,0% e La Spezia con 1,9%. La spesa per famiglia cresce parallelamente con i 462 euro a La Spezia, i 441 euro di Genova, i 434 euro di Imperia e i 426 euro di Savona.

Quadro positivo in tutte le provincie per i beni del segmento degli elettrodomestici grandi e piccoli. Savona e Genova registrano entrambe il +4,5%, seguite a breve distanza da Imperia con +4,4%, ultima La Spezia con +2,9%. Nel capoluogo i consumi complessivi passano dai 76 milioni di euro del 2015 ai 79 milioni di quest’anno.

Segno negativo per tutte le province nel settore dell’Information Technology, che tornano a scendere dopo l’aumento del 2015: a La Spezia si passa dal -1,8% del 2015 al -2,3%, a Savona -3,7% (dal -1,7%), a Genova e Imperia -5% (rispettivamente dal -2,4% e dal -1,6%).
Alcune tendenze generali che si riscontrano anche in Liguria: la sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante. Anche in questa Regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).

In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione.
Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).
I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).

Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio/lungo periodo. Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende, secondo circa un’azienda su quattro tra quelle intervistate.

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