Sindaco nel mirino

Nuova sede del Comune, a Spotorno continua lo scontro: parole di fuoco della minoranza

"Ancora una volta abbiamo la conferma della sua incapacità ad amministrare, della sua propensione a dire menzogne e del suo nervosismo quando si sente contestato"

comune spotorno

Spotorno. Non si placa la querelle tra la Giunta Fiorini e la minoranza consigliare in merito alla nuova sede del Comune. Dopo le recenti dichiarazioni del sindaco, arriva pronta la replica attraverso una dichiarazione congiunta dei gruppi di minoranza di Spotorno: Spotorno Che Vorrei, Spotorno nel Cuore e Adesso Spotorno.

“Leggiamo con grande preoccupazione le dichiarazioni del Sindaco a proposito della dura sconfitta al TAR del Comune di Spotorno, in relazione al completamento del nuovo municipio. Ancora una volta abbiamo la conferma della sua incapacità ad amministrare, della sua propensione a dire menzogne e del suo nervosismo quando si sente contestato. Per molto meno in altri paesi personaggi pubblici vengono invitati a dare le dimissioni” dicono Francesco Bonasera, Marco Rapetti, Matteo Marcenaro e Francesco Riccobene.

“A proposito di quanto dichiarato intendiamo sottolineare: il pre-accordo tra il Comune di Spotorno e Pastorino Costruzioni S.a.s. è la delibera n. 109 del 03 giugno 2016 del Commissario Straordinario, approvata con i poteri della Giunta Comunale, tre giorni prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione, e come tale pubblica; il Sindaco pertanto non può affermare che tale delibera doveva restare riservata e che non potesse essere resa pubblica, anzi, è proprio lui che, appena insediatosi, avendone preso conoscenza, ha omesso di informare il consiglio comunale e i cittadini, commettendo una grave scorrettezza, tenendo un comportamento immorale, omertoso e doppiogiochista che dovrà giustificare al paese. E, dunque, una domanda sorge spontanea: che cosa sarebbe successo se le opposizioni non fossero venuti a conoscenza della delibera di preaccordo e non l’avessero resa pubblica? Il preaccordo è sottoscritto con timbro e firma dalla “Pastorino Costruzioni Sas in Liquidazione” che pertanto ne era a conoscenza. Il Sindaco non può affermare che il preaccordo ‘non era soddisfacente per il Comune’ senza aver provveduto alla sua revoca. Ha dimostrato, anzi, di volerla confermare chiedendo il 22 settembre 2016 al TAR di rinviare la decisione sull’escussione della fidejussione, che, al contrario era urgentissima per gli interessi pubblici” aggiungono gli esponenti di Spotorno Che Vorrei, Spotorno nel Cuore e Adesso Spotorno.

“Si lamenta che la pubblicazione del preaccordo avrebbe ‘vanificato la clausola di riservatezza’ quando è chiaro, che non solo non esistono delibere ‘riservate’, ma che l’unico modo, per non avvantaggiare l’impresa, era quello di renderne pubblico il contenuto e di revocarla immediatamente, mentre fu usata per una trattativa occulta, sino a quando le opposizioni non ne hanno scoperto l’esistenza. I gruppi di minoranza responsabilmente avevano suggerito, con la mozione presentata il 25 novembre al Consiglio Comunale, di assumere una delibera unitaria di revoca del preaccordo, presentandosi così ai giudici del TAR, con una posizione forte ed autorevole di tutta l’Amministrazione Comunale. Il Sindaco si dice ‘più che soddisfatto’ per la sentenza del TAR che ha determinato una gravissima sconfitta per il Comune di Spotorno che si trova, ora, senza il 1.470.000 euro della fideiussione, senza edificio, senza prospettiva. Il Sindaco asserisce che le minoranze hanno avuto un comportamento spregiudicato, maldestro e pericoloso, ma anche in questa vicenda dobbiamo, purtroppo, rilevare come il pericolo per il nostro Comune sia rappresentato proprio dall’attuale Sindaco, dal suo carattere arrogante e presuntuoso, dall’incapacità e dall’inadeguatezza a ricoprire il ruolo di primo cittadino. Le sue sono state dichiarazioni gravi, che delineano un esercizio dell’amministrazione pubblica dai contorni oscuri, dal comportamento incauto, superficiale e pericoloso per la stessa maggioranza, che rischia di essere coinvolta personalmente in un danno erariale di 1.470.000 euro” concludono Francesco Bonasera, Marco Rapetti, Matteo Marcenaro e Francesco Riccobene.

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