Savona. Era già tutto organizzato. Durante la cena animazione per bambini con trampolieri, circensi ed artisti di strada; dalle 22 all’una di notte il concerto dei Good Times; dall’una alle tre discoteca con i dj Alessio Patta e Yari Rizzi. C’era la scaletta, c’erano i soldi, c’erano gli sponsor. Ma l’Autorità Portuale ha chiesto un’assicurazione che, a quanto pare, nessuna agenzia si sente di concedere: e così il primo capodanno “autogestito” della Darsena è destinato, con tutta probabilità, a rimanere un miraggio.
Lo ha annunciato ieri sera Domenico “Mimmo” Quacquarelli, del Comitato Darsena Savona, con un post sui social network: “Mi dispiace, carissimi savonesi, ma devo darvi una triste notizia. E credeteci, ce l abbiamo messa tutta per realizzare il sogno di fare il Capodanno a Savona per continuare la tradizione. Ci siamo sbattuti fino in fondo per trovare sponsor e parlare con tutti i commercianti di Savona per chiedere un contributo, ma purtroppo per motivi burocratici (legati a Comune ed ente Porto) il Capodanno 2016/17 non si farà. Per informazioni chiedete all’Ente Porto, che vi spiegherà il motivo”.
La ragione, in realtà, è una sola: l’Autorità Portuale chiede (com’è ovvio che sia) che i commercianti stipulino un’assicurazione a tutela di eventuali danni e atti vandalici o violenti che possono verificarsi in feste di questo tipo. Ma a quanto pare nessuna agenzia, a Savona, sembra disposta ad assicurare un rischio di questo tipo. “Avevamo organizzato tutto, avevamo anche la possibilità di fare i fuochi d’artificio – spiega sconsolato Quacquarelli a IVG.it – ma ovviamente non possiamo impedire che scoppi una rissa o che un pazzo dia fuoco a uno yacht, e per questo c’è bisogno di un’assicurazione. Solo che non siamo riusciti ad ottenerla: abbiamo chiesto, ma nessuna agenzia è disposta a coprirci“.
La speranza dei commercianti, a quel punto, era che il Comune potesse in qualche modo farsene carico, non tanto a livello economico (i fondi c’erano grazie agli esercizi commerciali e agli sponsor) quanto in veste di “garante”. Anche perchè, per tanti anni, quel Capodanno si è fatto con l’organizzazione proprio del Comune. In quei casi, però, l’Autorità Portuale metteva in campo un imponente cordone di sicurezza, con comitati di vigilanza, transenne ed uomini “sul campo”: un servizio d’ordine che non può ovviamente fornire ad un evento privato e che i commercianti non possono garantire. Probabile che sia proprio questa la differenza sostanziale tra gli eventi passati e quello di quest’anno, e che le diverse misure di sicurezza siano alla base del “gran rifiuto” delle assicurazioni.
Anche il Comune, ovviamente, non può accollarsi la responsabilità di un evento privato (al di là delle difficoltà burocratiche, il rischio è quello di istituire un precedente). L’unica speranza per “salvare” il Capodanno, a questo punto, è che qualche agenzia savonese decida di “mettersi la mano sul cuore” accollandosi il rischio di assicurare l’evento, magari contando sul senso di responsabilità dei savonesi e sulla loro voglia di festeggiare in modo sano, senza gesti inopportuni.