Replica

Sanità, Fulvio Briano a Porfido: “Il Dg tira le orecchie ai sindaci? Noi ascoltiamo i bisogni dei cittadini”

Il direttore generale di Asl 2 si è detto stupito della reazione dei sindaci all'ipotetico declassamento del Santa Corona

Provincia. “Alla fine della fiera vai a vedere che se la sanità in Provincia di Savona non funziona è ancora colpa dei sindaci”. Così il primo cittadino di Cairo Montenotte, Fulvio Briano, replica alle dichiarazioni del direttore generale dell’Asl2 savonese Eugenio Porfido.

La redazione di IVG.it ha chiesto al Dg dell’Azienda Sanitaria Locale di dipingere un rapido “ritratto” della sanità savonese dei prossimi anni. Immaginando il “sistema che verrà”, Porfido non ha nascosto la propria perplessità di fronte alle fortissime polemiche innescate dai sindaci del levante e del ponente a proposito della sopravvivenza del Dea di 2^ livello del Santa Corona di Pietra Ligure.

Ero stupito da una parte da questa estrema attenzione all’ospedale, perchè in realtà la sanità si fa sul territorio e parte dall’individuazione dei bisogni; e dall’altra da questa contrapposizione tra i due presidi, tutta giocata sull’emergenza-urgenza e sul dipartimento. Anche in questo caso l’emergenza si gestisce a partire dai territori: in tutti i Paesi a livello internazionale si parla di medicalizzazione precoce, stabilizzazione del paziente, messa in sicurezza e trasporto verso l’ospedale più appropriato per quelle patologie… Tant’è che si comincia a superare il concetto di dipartimento e si parla sempre di più di reti ‘tempo-dipendenti’, cioè il costituire delle reti di strutture e professionisti in grado di rispondere ai tempi brevi dell’emergenza”.

Ed invece, fa notare Porfido, qui si ragiona ancora per campanili. “Due o quattro ospedali nel futuro? Di fatto sono già due, perchè l’organizzazione dell’azienda prevede un unico presidio articolato su due stabilimenti sia a Pietra/Albenga che a Savona/Cairo. Ai sindaci non credo vada spiegato, lo sanno… e tra l’altro è scritto nel piano di organizzazione dell’azienda, fatto prima che arrivassi io. Anche qua un po’ di stupore per il fatto che debba essere io a spiegarlo…”.

E anche la battaglia sul Dea, spiega il direttore generale, ha poco senso. “Nel 2020 non si parlerà neanche più di Dea – chiarisce – ma di reti tempo-dipendenti. La logica del futuro è verso un’organizzazione dipartimentale non per reti gerarchiche ma cooperative, in cui tutti i presidi devono operare nella logica del miglior risultato possibile. Certo ci vuole del tempo, devono cambiare abitudini e mentalità, devono modificarsi le strutture. Ma questo è il futuro”.

Una posizione che non ha convinto Briano, che in un post sulla sua pagina Facebook osserva: “La verità è che noi sindaci ancora gli ultimi garanti delle istituzioni che ascoltano i propri concittadini, ne comprendono i bisogni e le difficoltà. L’Asl e il governo della sanità regionale sono da troppo tempo asserragliati nel proprio fortino e da troppo tempo hanno anche perso un po’ di sana umiltà”.

Insomma, i sindaci come primi (e per altri motivi anche ultimi) garanti della qualità della sanità di cui usufruiscono i cittadini. Che sono poi i motivi che hanno spinto i sindaci di ponente a salire sulle barricate non appena si era sparsa la voce di un possibile declassamento del Santa Corona.

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