Calcio

Ritratto di una donna che ama il calcio

Lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia

Francesca Mantovani

Nell’ultimo week end di settembre a Carcare (campo sportivo “Corrent”) ancora una volta grazie all’abile regia del patron Giancarlo Pizzorno  presidente dell’Olimpia che ha magistralmente ideato e organizzato la prima edizione del Memorial Salvi (l’indimenticabile attaccante di Samp, Milan e Vicenza nativo proprio della Val Bormida) si è potuto vivere una emozionante pagina di calcio giovanile. Il torneo a 7 giocatori dedicato alla categoria pulcini leva 2006, ha visto prevalere il Torino, che ha superato nella finalissima disputatasi al cospetto di un foltissimo pubblico i baby della Sampdoria con il risultato di 3-1 (terza la Juventus, quarta l’Alessandria).

Alla tradizionalmente ricca premiazione erano presenti numerose celebrità tra cui Monica Salvi, il sindaco Franco Bologna con l’assessore Giorgia Ugdonne e il consigliere regionale Angelo Vaccarezza. Il premio più prestigioso è andato a Francesca Mantovani, vera madrina della sentita manifestazione.

Per l’amata figlia del grande presidente Paolo la “Samp” continua ad essere una passione amorosa, così come il trofeo Ravano (il torneo scolastico giovanile più grande in Europa) un orgoglio di famiglia. Ascoltarla parlare del mondo blucerchiato è come sentire il racconto di una storia d’amore: che emozione vedere i suoi occhi che si accendono e il trasporto con cui ricorda aneddoti ed episodi del suo essere una tifosa speciale della curva Sud (ha più di un club intitolato a suo nome, tra questi il Sampdoria Club Rapallo, sempre presente allo stadio col suo striscione).

Si è presentata alla due giorni biancorossa in forma eccezionale, elegante nell’aspetto, semplice nel modo di porgersi. Con lei  ho avuto l’onore di fare una breve chiacchierata tutta a base di ricordi (da Boskov, a Mancini e Vialli) e di attualità nel nuovo ruolo di brillante commentatrice. Rimasto incantato dal suo appeal e dall’enorme affetto con cui ha seguito i ragazzini durante l’evento, ho voluto dedicarle un quadretto riassumendo gli spunti più interessanti ricavabili dalle interviste più recenti rilasciate da questa affascinante signora genovese che ci ha stregato con la sua irresistibile simpatia.

Francesca, cos’è la Sampdoria per lei?

Ovviamente è una parte molto importante della mia vita. Ho iniziato ad andare allo stadio prima che mio papà entrasse in società perché avevo una tata, Gianna, sampdoriana sfegatata che mi portava in gradinata Sud, avrò avuto 11 anni. La Sampdoria è una storia d’amore con tantissimi momenti belli e anche momenti difficili, in tutto 23 anni intensissimi.

A tutti quelli che le chiedono qualche notizia sulla Sampdoria attuale come risponde?

“Sono una abbonata d’eccezione alla gradinata Sud. Ogni anno sottoscrivo almeno due tessere, una per me e l’ altra per mio figlio Nicolò che è sampdoriano dentro. Come super tifosa sono iscritta agli Ultras Tito ( « Chi li tocca è finito » , recita lo slogan). Se posso, seguo la Samp ovunque. Preferisco le curve alle tribune, come credo si sappia. Risiedo a Milano, ma a San Siro mi è capitato spesso di seguire le gare nel gabbione riservato ai tifosi ospiti e vi sono anche rimasta chiusa dentro per un’ ora, assieme a tutti gli altri. Sono un’ultrà in senso buono, batto le mani e canto, non faccio le cose proibite. Mi piace sottolineare che la tifoseria della Samp è una tra le più corrette in assoluto”.

C’è un giocatore che sogna di vedere con la maglia blucerchiata e un allenatore sulla panchina? Chi sono i suoi giocatori preferiti attualmente?

“Sono stata contentissima quando è arrivato Vincenzo Montella, in futuro mi piacerebbe vedere sulla panchina blucerchiata, con il cuore, Attilio Lombardo: per Vialli ho perso le speranze che decida di fare il mister. Come sogno, ho due allenatori  forse irraggiungibili : Pep Guardiola, bravo e bello, e Jurgen Klopp del Liverpool. Sarebbe fantastico rivedere in blucerchiato Pedro Obiang; mi manca, è un giovane con grandi potenzialità ed è di una simpatia e intelligenza fuori dal comune, al quale auguro una grande carriera. Mi piacerebbe avere un ‘giocatore esempio’ come è stato Javier Zanetti per l’Inter. Un tempo i giocatori rimanevano per anni, identificavi la  tua squadra con quel Presidente, quell’allenatore e quei giocatori, ora troppi cambi anche a stagione in corso, così è difficile creare un gruppo. In ambito internazionale, come giocatore, stimo molto Thomas Muller del Bayern Monaco”.

Tra tutti i giocatori che hanno vestito la maglia blucerchiata, chi le ha regalato più “emozioni”? Qualche aneddoto…

“Da giovanissima ero ‘innamorata’ del terzino Nello Santin, tra l’altro un bravissimo giocatore, poi mi sono piaciuti tantissimo Trevor Francis, Nicola Zanone e chiaramente il “Mancio”. Ci sono partite in particolare che ricordo con emozione: Samp–Rimini 0–0 nel 1982 che significava ‘promozione’ e sempre nel mio cuore, la prima Coppa Italia vinta contro il Milan, la finale di Coppa Italia a Cremona contro il Napoli, la partita col Malines in Coppa delle Coppe che ci ha portato in finale, come quella di Varese quando siamo tornati in serie A. L’ultima grande emozione l’ho provata nella finale di Coppa Italia di Roma purtroppo persa ai rigori contro la Lazio: ma che curva blucerchiata meravigliosa!”.

Pensa mai che ci possa essere una nuova era Mantovani con lei e i suoi fratelli alla dirigenza della Sampdoria?

“La mia famiglia ha vissuto un bellissimo ventennio con la Sampdoria, ora facciamo i tifosi. Spesso mi invitano nei club e mi premiano in ricordo del mio papà nonostante siano passati così tanti anni e ciò mi commuove e mi riempie di orgoglio”.

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