Come sarà?

Profughi al Sant’Agostino di Loano, i dubbi delle Mamme Attive: “Vogliamo chiarezza”

Il gruppo di genitori di Loano è preoccupato dall'imminente arrivo di 8 profughi nell'ex convento e chiede spiegazioni alla cooperativa che gestirà l'accoglienza

Loano Convento Sant'Agostino

Loano. Chiarezza. È ciò che chiedono le Mamme Attive di Loano a proposito dell’imminente arrivo di alcuni profughi sul territorio della cittadina rivierasca.

Come noto, nelle prossime settimane (presumibilmente dopo le feste di Natale) otto rifugiati troveranno accoglienza all’interno dell’ex convento di Sant’Agostino. Una prospettiva che ha scatenato le proteste di moltissimi loanesi, che hanno chiesto all’amministrazione Pignocca di bloccare l’operazione. Il Comune, però, non ha alcun potere in tal senso: i profughi, infatti, saranno accolti in una struttura privata a seguito di un accordo tra la Prefettura e la cooperativa che gestisce l’ex convento.

Al momento i profughi si trovano ad Ortovero, in un centro di proprietà della curia. Ma nei prossimi giorni il trasloco dovrebbe concretizzarsi. In vista di quel momento, le Mamme Attive vogliono vederci chiaro.

“Un mese fa – dicono le Mamme Attive – il sindaco ha incontrato privatamente una nostra rappresentante in merito alla pressante richiesta del Prefetto ai Comuni di accogliere. Durante la chiacchierata, il primo cittadino si era trovato concorde nella possibilità di proporre alle istituzioni, qualora vi fosse stata l’obbligatorietà o l’ iniziativa di privati, di accogliere unicamente donne e bimbi. Pur comprendendo le difficoltà che comporta organizzare e stendere un programma vero e proprio in così breve tempo, vorremmo avere la possibilità di incontrare i responsabili della cooperativa in questione per ascoltare e prendere atto delle misure che intendono applicare in merito alla gestione delle persone accolte e alla sicurezza dei cittadini. Questo perché già in precedenza Loano ha ospitato ‘silenziosamente’ o quasi“.

“Comprendiamo che la gestione non compete all’amministrazione comunale di questo paese, ma la necessità di garanzie è prioritaria. Desideriamo conoscere le persone accolte: che vengano presentate in modo che non possano essere confuse con le persone che occasionalmente chiedono aiuto economico ai bordi delle nostre strade. Desideriamo conoscere la loro nazionalità e se vi sarà un referente che traduca le comunicazioni nella loro lingua, cosa non così ovvia. Desideriamo sapere se vi sarà la necessità di abiti o altri beni di prima necessità. Vorremmo conoscere la durata dell’accoglienza e se chi ne ha la responsabilità intenda aumentare il numero degli ospiti. Desideriamo sapere se queste persone sono state sottoposte a visite mediche, se sono sane e se devono essere vaccinate e chi se ne farà carico, considerato le condizioni di vita iniziali e il percorso vissuto (non dimentichiamo certamente che pochi giorni fa in un reportage televisivo riguardante l’emergenza di Ventimiglia si erano presenti persone munite di mascherina sanitaria)”.

“Ci auguriamo che alcune domande trovino una risposta data dal buonsenso e dalla competenza. Riteniamo che ogni persona abbia diritto di cura ed adeguata accoglienza. In ultimo, ci chiediamo se sia intenzione della cooperativa di impiegare queste persone nel corso della giornata e se intendono proporre iniziative in merito”.

Concludono le Mamme Attive: “Quanto richiesto nasce dalla esigenza di dar voce a molte madri e donne loanesi che quotidianamente si confrontano su tali argomenti”.

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