Diplomati

Pietra, al Santa Corona si è concluso il corso di difesa personale per operatori sanitari

Per insegnare agli operatori come identificare, valutare, gestire e contenere situazioni a rischio che possono sfociare in un’aggressione

Corso Difesa Personale Asl2

Pietra Ligure. Si è concluso con la consegna degli attestati di partecipazione il corso di difesa personale per operatori sanitari dell’Asl2 savonese. A consegnare i diplomi, presso il centro di formazione e aggiornamento dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, è stata Monica Cirone, responsabile delle professioni sanitarie dei presidi Santa Corona e Albenga.

Il corso (che permetteva di ottenere crediti Ecm validi per la formazione professionale costante) ha l’obiettivo di insegnare agli operatori come identificare, valutare, gestire, arginare e contenere situazioni a rischio che possono sfociare in un’aggressione fisica, in linea a quanto enunciato dal ministero della salute con la raccomandazione numero 8 del novembre 2007: “Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari costituiscono eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione”.

L’associazione sportiva Krav Maga Parabellum di Loano, ideatrice e promotrice in collaborazione con lo Csen provinciale del progetto “Araba Fenice”, ha impegnato con i suoi istruttori e collaboratori circa 30 partecipanti tra infermieri e medici in cinque incontri con cadenza settimanale. Durante le lezioni gli esperti hanno insegnato agli “allievi” l’importanza della consapevolezza sia di sé stessi e di chi hanno di fronte e alcune tecniche base di difesa personale, come il divincolo da una presa, costrizione e immobilizzazione senza utilizzare la percussione verso l’aggressore.

Lo staff didattico e tecnico era composto dal presidente della Kmp Davide Carosa, istruttore di difesa personale ed Infermiere presso la sala operatoria di neurochirurgia del nosocomio pietrese, dalla mental coach Barbara D’Alessandro, dall’istruttore Massimilano Pulito e dalla psicoterapeuta Monica Ricci e dall’avvocato Eva Rocca.

Maria Enrica Auteri, direttore della struttura complessa di “Pianificazione e Coordinamento delle Professioni Sanitarie e di Assistente Sociale” dell’Asl2 ha inserito da circa quattro anni questa proposta nel programma formativo degli operatori sanitari e da circa tre in quello degli studenti del terzo anno di laurea infermieristica.

“Gli operatori sanitari svolgono una professione ad alto rischio in quanto sono a stretto contatto con il paziente e sono impegnati a gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività, sia da parte del paziente stesso, che dei familiari o degli accompagnatori – spiegano dalla Kmp – Gli episodi di violenza sul personale sanitario sono in crescita e spesso sono associati all’aumento di persone con disturbi psichiatrici, acuti o cronici, dimessi dalle strutture ospedaliere e residenziali; dall’assunzione o all’abuso di alcol e droga, dall’accesso senza controllo di visitatori presso ospedali e strutture ambulatoriali, dalle lunghe attese nelle zone di emergenza o nelle aree cliniche, che possono favorire nei pazienti o accompagnatori uno stato di frustrazione per l’impossibilità di ottenere subito le prestazioni richieste”.

“Una persona che ha subito un’aggressione spesso riporta postumi fisici e manifesta uno shock emotivo che porta a chiudersi in sé stessi o peggio a stati di ansia. Il percorso dopo un’aggressione è paragonato alla rinascita, a una rinnovata fiducia in se stessi, combattendo paure legate al proprio lavoro nello stesso ambito dove è avvenuta la violenza”.

“Le aggressioni in campo sanitario comportano un impiego di energie fisiche, mentali ed economiche, dovute ai giorni di malattia degli operatori e dalla temporanea sostituzione dell’organico mancante, oltre al coinvolgimento di altre figure sanitarie designate alla cura, come la psicologa. Il comportamento violento sugli operatori sanitari avviene spesso secondo una progressione che, partendo dall’uso di espressioni verbali offensive, arriva fino a gesti estremi come le aggressioni fisiche dagli esiti imprevedibili”.

Questo progetto, registrato dalla Kmp alla Siae di Roma e alla camera di commercio di Savona, è stato presentato ad aprile al presidente della Federazione Nazionale Collegi Ipasvi Barbara Mangiacavalli e a maggio al vicepresidente della Regione e assessore alla sanità Sonia Viale.

Il 10 novembre di quest’anno a Rimini durante la tre giorni del congresso Nazionale Aniarti la dottoranda all’Università degli Studi di Genova Michela Barisone e Davide Carosa hanno illustrato questo programma formativo completo dei dati raccolti nei corsi accreditati e organizzati dai quattro collegi Ipasvi Liguri.

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