Cronache criminali

Omicidi savonesi: la storia di Eligio, il portiere dell’albergo Italia ucciso di botte

Una nuova storia dal libro "Cronache criminali savonesi" di Roberto Nicolick

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Savona. Eligio era il portiere di notte dell’albergo Italia, in Piazza del Popolo, la notte tra il 9 e il 10 gennaio 1981, pur essendo in pensione, infatti aveva 79 anni, accettò di sostituire, occasionalmente, un suo collega che non poteva essere al lavoro, era una sera tranquilla come tante altre, poi il destino , sotto forma di due stranieri, che chiedono una stanza fu tragico.

I due Nordafricani, che si erano presentati alla porta dell’albergo Italia erano stati rifiutati da un altro albergo poche ore prima. Eligio, vista la presenza di altri clienti, si fida e li fa entrare. Purtroppo i due, Abdelaziz Aouini e Ahmed Dhaoui, hanno l’intenzione di compiere un furto, aggrediscono a calci e pugni il portiere che si oppone non appena comprende le loro intenzioni, dopo averlo picchiato selvaggiamente , lo legano e gli tappano la bocca con del nastro adesivo, poi lo nascondono sotto un cumulo di sedie.

Nessuno del personale e degli ospiti dell’albergo si accorge di nulla. L’aggressione frutta ai due una radio di proprietà dell’albergo e poche decine di migliaia di lire, fatto ciò i due fuggono abbandonando la vittima in sofferenza.

Il figlio del portiere, Alberto, arriva all’hotel per salutare il padre e lo trova in quello stato, rantolante, legato e pieno di ecchimosi. Soccorso e trasportato di urgenza all’ospedale Eligio, morirà dopo 5 ore nonostante gli sforzi dei sanitari per rianimarlo. I pochi testimoni indicano nei due stranieri, gli ultimi che hanno visto vivo il povero portiere.

Uno viene subito arrestato, Abdelaziz Aouini di anni 41, mentre il secondo, Ahmed Dhaoui di anni 28, riesce a fuggire alla cattura e scappa nel suo paese, la Tunisia. Entrambi verranno rinviati a giudizio, Ahmed in contumacia sarà condannato a 22 anni in Corte di Assise, ridotti in Appello a 10 anni, invece Abdelaziz in primo grado subirà una condanna a 15 anni, aumentata a 25 in Appello. Il latitante cerca di scagionare il suo compagno, inviando dal suo paese una lettera in cui proclama la innocenza di lui e si assume la responsabilità piena della rapina e dell’omicidio.

Dopo circa 21 anni, il rapinatore condannato in contumacia, pensando che la giustizia Italiana abbia la memoria corta, torna in Italia e sbarca dalla nave a Chioggia. Ad un controllo di Polizia si accerta attraverso le impronte digitali la sua identità e soprattutto che su di lui pende un mandato di cattura per rapina e omicidio preterintenzionale. Subito viene avvisata la Questura di Savona che invia sul posto una pattuglia che procede al riconoscimento ufficiale. Anche il secondo omicida viene assicurato alla giustizia.

Da “Cronache criminali savonesi”, di Roberto Nicolick

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