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Ex Acna, Melis (M5S) interroga la Regione “sull’inquinamento intorno alla zona dei lagoons”

Giampedrone ha spiegato che recentemente i monitoraggi effettuati da Syndial e Arpal Savona hanno portato alla luce alcune criticità

aree acna

Regione. Questa mattina il consiglio regionale ha discusso un’interpellanza presentata da Andrea Melis (Movimento 5 Stelle) e sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, in cui veniva evidenziato come la Commissione Europea abbia avviato una procedura di infrazione relativamente all’azione di bonifica nell’area dell’ex stabilimento Acna di Cengio.

Nel documento si ricorda che una parte dei lavori di “riabilitazione” dell’area consisteva nel deposito di terreni inquinanti e pericolosi in un’area del sito. Ma (si sottolinea nel documento) secondo la commissione “questa attività corrisponde alla creazione di una discarica e sono, pertanto, di applicazione i requisiti rigorosi previsti per la protezione dell’ambiente e della salute umana”.

Melis ha, dunque, chiesto alla giunta quali sono le attività nella zona A1 dell’ex stabilimento di Cengio, le risultanze dei piani di monitoraggio e di controllo, il futuro utilizzo del sito e la pericolosità delle sostanze “tombate” nel sottosuolo. Il consigliere, inoltre, ha domandato come la giunta intenda intervenire, qualora la procedura di infrazione dovesse essere confermata attraverso una sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia Europea.

L’assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone ha spiegato che recentemente i monitoraggi effettuati da Syndial e Arpal Savona hanno portato alla luce alcune criticità nelle aree esterne alla A1, citate nell’interrogazione: è emersa la significativa contaminazione delle acque sotterranee nell’area compresa tra la strada provinciale e la ferrovia a nord dell’ex stabilimento Acna. Syndial, insieme ad Ispra, Arpal, Regione Liguria e Provincia di Savona, ha aggiunto, sono state convocate dal ministero dell’ambiente per analizzare le possibili cause di inquinamento. Syndial ha in corso indagini e monitoraggi.

“E’ intenzione della Regione sollecitare il ministero affinché imponga alla Società di dotarsi di un sistema web per la consultazione dei risultati dei monitoraggi”, ha aggiunto Giampedrone sottolineando che «la Regione ha predisposto con Arpal, Comune di Cengio, Asl e Provincia di Savona un protocollo di gestione dell’emergenza sanitaria nel caso di ritrovamento di contaminanti nelle acque superficiali del Bormida”.

In merito alla procedura di infrazione, l’assessore ha ribadito che la Regione ha più volte negli anni collaborato alla produzione della documentazione richiesta dalla comunità europea.

La stessa interrogazione è stata presentata anche dal consigliere penstatellato Paolo Mighetti all’amministrazione regionale del Piemonte. Secondo Melis e Mighetti, dalle risposte date dalle rispettive maggioranze sono emerse “non poche discordanze, segno evidente di come i due enti non abbiano una strategia comune su questo tema importante per l’ambiente ed il territorio”.

“La Regione Liguria, a differenza del Piemonte, è a conoscenza di alcune specifiche del progetto approvato dal commissario delegato per l’emergenza e la messa in sicurezza e bonifica, ad esempio l’ultima modifica richiesta da Syndial della revisione del progetto esecutivo di copertura. Dall’altro lato La Regione Piemonte risulta più informata sul procedimento di capping conclusivo che vedrà una movimentazione di materiali che dovranno essere trasportati all’interno del sito. Il regime dei trasporti sarà mantenuto a 50/60 viaggi/giorno fino al 2019, data stimata di completamento dell’intervento”.

“Grave ciò che si apprende dalla Regione Liguria. Infatti, dal monitoraggio ambientale eseguito da Syndial insieme ad Arpal, emerge una significativa contaminazione delle acque sotterranee tra la strada provinciale e la ferrovia a nord dell’ex stabilimento. Ben venga il rilevamento, ma va mantenuta la massima attenzione perché la vicenda della val Bormida insegna cosa succede quando sostanze tossiche e pericolose contaminano le acque. Inoltre emerge la necessità che i dati di monitoraggio eseguito da Syndial siano messi celermente a disposizione degli organismi di controllo. La Regione Piemonte fa inoltre sapere che è in fase di valutazione conclusiva lo studio di aggiornamento delle indagini epidemiologiche realizzato in collaborazione con Arpa Piemonte e Asl”.

“Sulla procedura d’infrazione, la Regione Liguria si limita a rimpallare la responsabilità sul ministero dell’ambiente, trattandosi di un sito d’interesse nazionale. Una risposta che non ci lascia del tutto tranquilli. Ricordiamo che, a suo tempo, il commissario straordinario non ritenne necessario procedere a una valutazione d’impatto ambientale, adducendo al fatto che le procedure di messa in sicurezza della zona possedevano già i criteri di Via. Il timore è che, all’epoca non fosse stato fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza ai cittadini. Servono controlli chiari e competenze certe, affinché ogni metro quadrato dell’area sia bonificata. Non possiamo permetterci errori”.

Insomma, secondo i consiglieri, “dalle due risposte delle Regioni è evidente come non ci sia alcun dialogo tra le stesse, smentendo di fatto le intenzioni degli assessori piemontesi Saitta e Valmaggia, rimaste sulla carta, che, a fronte di ancora 2 milioni di tonnellate di scorie chimiche stoccate, si sarebbero impegnati insieme ‘a coinvolgere la Regione Liguria’ per trovare intese che supportino la posizione della Valle Bormida e ad avviare subito un tavolo con i tecnici delle Asl della zona e dell’Arpa per valutare l’utilizzo dei dati delle indagini e dei monitoraggi”.

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