Battaglia legale

Cairo, pronto l’esposto per l’acqua non potabile: nel mirino Ireti ed il sindaco Briano

Verrà probabilmente presentato martedì: 29 i firmatari che oltre al risarcimento chiedono alla Procura di valutare la condotta del primo cittadino

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Cairo Montenotte. Non è ancora scritta la parola “fine” sulla vicenda dell’acqua non potabile a Cairo Montenotte. Nonostante la situazione sia ritornata alla normalità ormai da inizio settimana, infatti, i problemi delle ultime settimane rischiano di avere strascichi giudiziari: 29 cittadini cairesi hanno terminato di redigere un esposto che verrà presentato probabilmente martedì.

I FATTI. La fornitura idrica era stata interrotta dai guasti causati dall’alluvione dello scorso 24 novembre, ed i residenti di Cairo e frazioni erano rimasti senz’acqua (o con acqua non potabile) per circa 10 giorni; la fornitura è stata definitivamente ripristinata in buona parte del paese lo scorso 2 dicembre e pochi giorni dopo (il 5 dicembre) il sindaco Fulvio Briano ha revocato l’ordinanza che vietava di bere l’acqua di rubinetto.

Durante il periodo più difficile in molti avevano invocato un’azione legale (chi contro Ireti, chi contro il Comune), ed era nato anche un apposito gruppo Facebook per raccogliere adesioni. Al gruppo si erano iscritte oltre 200 persone, ed era iniziato l’iter per allestire un esposto: in seguito però, con il graduale ritorno alla normalità, in molti si erano tirati indietro.

Ma non tutti: alcune persone hanno deciso di proseguire comunque, per chiedere conto dei disservizi di quei giorni. E così nell’ultima settimana, senza più il clamore dei social, i contatti tra i residenti e i legali sono continuati.

L’ESPOSTO. Alla fine lo hanno sottoscritto in 29: 22 sono residenti di Cairo e 3 di Ferrania, gli altri risiedono altrove (a Carcare, Genova, Bergeggi e Loano) ma hanno a Cairo il domicilio o attività commerciali. In queste ore sta terminando la raccolta materiale delle firme, e il documento verrà depositato con tutta probabilità nella giornata di martedì.

L’esposto chiede “che vengano accertate eventuali responsabilità di natura penale” legate a quanto accaduto tra il 24 novembre e il 2 dicembre. Il testo elenca i disagi subiti, come le difficoltà in termini di igiene personale e pulizia della casa o l’assenza di acqua calda: “Tali disagi – spiegano i firmatari – si ripercuotono sul diritto alla qualità della vita ed alla libera estrinsecazione della personalità, costituzionalmente garantito dall’art. 2 della nostra Costituzione e fanno riconoscere il risarcimento del danno esistenziale”.

L’esposto chiede inoltre “di valutare la condotta del sindaco, al fine di valutare se, a fronte di una situazione potenzialmente pregiudizievole per la salute pubblica, ha adottato i necessari provvedimenti contenibili ed urgenti volti ad eliminare il rischio del superamento dei parametri stabiliti dalla legislazione speciale in materia”.

Se l’esposto (come pare ormai certo) sarà effettivamente depositato, toccherà quindi alla Procura stabilire se possano esserci delle responsabilità per i disagi subiti dalla popolazione oppure se quanto successo non poteva essere in alcun modo evitato. E, soprattutto, se le autorità competenti hanno fatto tutto il possibile per ripristinare la rete idrica nel minor tempo possibile.

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