Le reazioni

Per Toti “il vento sta cambiando”, per Paita “un’era cupa”: la Liguria commenta la vittoria di Trump

Per Ripamonti "non ci saranno sconvolgimenti", per Orsi "una lezione da capire", Miceli spera in Michelle Obama candidata tra 4 anni

Donald Trump

Liguria. Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America e anche in Liguria incominciano ad arrivare le reazioni dei politici locali.

“Ci credevamo in pochi! Gli Americani hanno scelto #Trump. E il #4dicembre tocca a noi…! il #ventostacambiando!!!”, scrive su Twitter il presidente della Regione, Giovani Toti, seguito a ruota dall’assessore alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone: “Com’era quella storia che gli USA votano SI al referendum costituzionale? Bye bye baby!? Ci vediamo il 4 dicembre! Il popolo vince sempre! Buona giornata! #makeamericagreatagain#iovotoNO”.

Anche l’assessore Edoardo Rixi commenta la notizia con entusiasmo: “Fino a ieri era certa la vittoria della Clinton ma il popolo negli USA ha ripreso in mano il suo destino. In Italia saremo capaci di fare lo stesso? Spero di si, di queste lobby speculative finanziarie non se ne può più. Dopo la Brexit ora questo…c’è ancora molto da fare ma i popoli stanno facendo nuovamente sentire la loro voce. Avanti tutta”.

Se il centrodestra esulta, guardando anche al referendum del prossimo 4 dicembre, la stessa cosa non si può dire per l’ala del centrosinistra. “Mi fanno ridere le analisi del giorno dopo. ‘Ha vinto il popolo abbandonato’ oppure ‘non è stato trovato il nuovo Obama ‘. Cominciate a pensare al nuovo ordine mondiale e alle conseguenze disastrose per l’Europa. Con oggi inizia un’era nuova: la più cupa di quelle che ho vissuto. #Trump”, scrive la capogruppo del Pd in Regione, Raffaella Paita.

“Francamente non sono sorpreso – commenta Nino Miceli – al di là dei suoi meriti e delle sue capacità Hillary perse le elezioni primarie contro Obama 8 anni fa: oggi è più anziana (più ‘vecchia’ è un po’ volgare ma rende bene l’idea) e più aggravata dal peso del potere e dalle responsabilità ad esso connesse… rappresenta l’establishment in un’epoca storica in cui l’establishment non va. Francamente non sono sorpreso quindi: sono preoccupato (perché Trump è davvero impresentabile) ma questa è la democrazia e i democratici non avevano un nuovo Obama pronto… Alle prossime forse un nuovo Obama pronto ci sarà, capace di regalarci un nuovo sogno Michelle”. Parole a cui però replica Marco Bertolotto, ex presidente della Provincia di Savona: “Io sono tra quelli che non sarebbe andato a votare perchè nessuno dei due candidati mi avrebbe rappresentato. Concordo che la Clinton era impresentabile sotto ogni punto di vista, e francamente Nino spero che i Democratici non pensino alla moglie di Obama perché non basta essere donna e nera per rappresentare una nazione”.

Mano a mano che passano i minuti i commenti sui social network aumentano, compresi quelli dei cittadini, che per la maggior parte sembrano essere ancora increduli. Nel savonese in molti affidano la propria opinione a Facebook, e anche qui gli schieramenti sono divisi. Scrive Paolo Ripamonti, segretario provinciale della Lega Nord e assessore a Savona: “La prima considerazione e’ legata ai due candidati e nel dettaglio come uno stato con oltre 300 ml di abitanti abbia potuto esprimere due candidati così, la seconda è che a mio avviso non ci saranno sconvolgimenti particolari nel mondo, del resto presidenti accolti meglio hanno devastato di guerre il mondo intero… terza considerazione è di quanto io abbia rispetto del popolo che va a votare, hanno scelto in modo democratico il proprio presidente. Ho molto più timore di chi invece si appropria del potere senza il suffragio popolare. Quarta considerazione legata ai Vip che si schierano di volta in volta e posso dire che, senza critica, quelli che stavano con la Clinton mi son sembrati snob e molto preoccupati di conservare il loro status quo… Negli ultimi anni il paese lo hanno governato due famiglie, i Bush e i Clinton con Obama marcato dalla Clinton, per cui forse e dico forse una rottura non guasta… Chiudo dicendo che il dato vero è che Renzi porta sfiga… per cui il prossimo 4 dicembre IO VOTO NO”.

Ecco l’analisi di Franco Orsi, ex senatore di centrodestra e oggi sindaco di Albisola Superiore: “I grandi media mondiali, gli opinion leader i più grandi cantanti e gli attori da oscar… Oggi scopriamo che il mondo che si vede e che si sente cioè la presunta cultura dominante non è in grado di parlare alla pancia della maggioranza delle persone! Non pensate che questa sia una stranezza americana perché la storia insegna che ciò che accade lì sempre si esporta in ogni angolo dell’occidente… Sinceramente sono molto turbato ma la regola della democrazia è quella che chi vince le elezioni ha sempre ragione e chi le perde ha sempre torto! Ed ora vedremo chi (mi riferisco ai governanti europei) dimostrerà di aver capito e chi continuerà a non capire che è cambiato il senso comune delle persone su alcuni temi e che i pensatori televisivi, i grandi giornali i sommi esponenti della cultura, del cinema e della musica… tutti coloro che nel loro quotidiano non respirano le ansie della gente comune non influenzano il voto e nel ‘corpo elettorale’ non è una novità che valga più la pancia del cuore… Vedremo chi capirà la lezione nella nostra Europa dopo Brexit e Trump e chi attenderà semplicemente di essere travolto al prossimo turno”.

Lapidario il commento di Mauro Demichelis, sindaco di Ancora: “L’unica verità è che in democrazia gli #elettori hanno sempre ragione”.

Alessandro Piana, capogruppo della Lega Nord in Regione, nota: “Dopo la Brexit, la sconfitta dei Democratici e la vittoria dei Repubblicani negli Usa è chiaro che il popolo angloamericano ha ripreso in mano il suo destino. Per gli italiani l’appuntamento sarà il 4 dicembre con il no al referendum Renzi e alle lobby dei poteri forti. A questo punto, l’America di Trump sospenderà l’embargo alla Russia di Putin e la UE si dovrà adeguare. Quando un mese fa avevamo partecipato alla missione della delegazione di consiglieri regionali in Crimea, eravamo stati minacciati perfino dallo Stato Italiano che ci aveva posto il veto, sbandierando carcerazioni e ritorsioni da parte dell’Ucraina. Abbiamo rischiato, ma siamo stati lungimiranti perché ora la storia ci sta dando ragione. Abbiamo anticipato i tempi e gettato le basi non solo a favore delle relazioni internazionali che importanti regioni come Liguria, Lombardia e Veneto devono avere, ma soprattutto per un futuro sviluppo economico per favorire i nostri comparti del turismo, dell’enogastronomia, dell’agroalimentare, della crocieristica e della cantieristica”.

“Ora siamo pronti a rafforzare i rapporti pure con l’America di Trump. A seguito della vittoria dei Repubblicani, quindi, la Liguria potrebbe diventare anche il trait d’union tra gli Usa e la Federazione Russa di Putin. In tal senso, occorre promuovere la riapertura del Consolato Generale americano a Genova (chiuso anni fa in piazza Portello e sostituito con una semplice Agenzia Consolare) in modo tale che la nostra regione abbia un contatto diretto con Washington e gli USA abbiano un’importante presenza sul territorio come quella della Federazione Russa a Nervi, il cui ottimo lavoro diplomatico del Console Generale Marat Pavlov e del suo staff, è sotto gli occhi di tutti”.

 

“Gli Usa sono un paese giovane, hanno meno di trecento anni – è l’analisi di Giuliano Arnaldi, ex candidato (poi ritiratosi) per il Pd alle primarie di Savona – e gli americani di oggi sono i pronipoti di schiavi neri e di schiavisti bianchi, perché i nativi vennero sterminati (dai bianchi). Per otto anni sono stati governati dal pronipote di uno schiavo. Oggi hanno scelto il pronipote di uno schiavista”.

Marco Melgrati, vicecoordinatore regionale di Forza Italia e presidente di “Politica per Passione”, dice: “Sono felice per la vittoria di Donald Trump. Non voglio dire che lo avevo detto, ma ci speravo. E’ un bel segnale per l’America e per il mondo. Sarà un ottimo presidente. E’ un segnale anche per Matteo Renzi, che occupa abusivamente Palazzo Chigi senza essere stato votato da nessuno. Quando a dicembre il no trionferà al referendum sarà il chiaro segnale che gli Italiani sono stanchi delle balle di questo personaggio e delle elemosine elettorali. Sono felice dell’endorsement del presidente Giovanni Toti a favore di Donald Trump prima del voto e del suo commento positivo dopo il risultato”.

La segreteria regionale di Alternativa Tricolore dice:”Non esprimiamo giudizi positivi o negativi sul risultato delle elezioni presidenziali americane ma ci rallegriamo della volontà di cambiamento espresso dal popolo statunitense che ha avuto il coraggio di “cambiare”cosa che in Italia non avviene. E’ la vittoria dell’intera comunità nazionale che ha demolito il sistema corrotto di lobby politiche e finanziarie,non è il voto di repubblicani contro democratici, destra contro sinistra,l iberali contro conservatori ma di un popolo contro un regime. Contro tutti i pronostici la Clinton, paladina della sinistra italiana, esce pesantemente sconfitta come Barack Obama, e ora siamo fortemente convinti che cambierà la storia americana ed europea”.

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