Cosa apre?

La scomparsa di Luca Catania torna a Chi l’ha Visto: il mistero della chiave

Trovata dalla moglie Silvana in una borsetta, riporta la sigla WA32

luca catania chiave

Magliolo. Una piccola chiave fisica, nascosta tra braccialetti e cianfrusaglie, potrebbe essere la “chiave” per risolvere il mistero della scomparsa di Luca Catania. A rivelarlo è la trasmissione “Chi l’ha Visto”, tornata ad occuparsi del caso del carabiniere di Magliolo svanito nel nulla da poco più di un mese.

Nell’ultima puntata è andata in onda un’intervista alla moglie Silvana che, dal giorno in cui il marito si è allontanato da casa con una bugia portando con sé la pistola d’ordinanza, cerca in tutti modi una spiegazione.

Frugando nei cassetti dove Luca teneva i propri effetti personali, racconta di aver trovato una piccola chiave della quale non conosceva l’esistenza. Nascosta in una piccola borsetta all’interno del cassetto del comodino, tra i braccialetti estivi e cianfrusaglie varie, è comparsa appunto quella chiave.

“Ho frugato dappertutto – racconta la moglie del carabiniere – non c’è un punto dove non abbia guardato. E questa è l’unica cosa che ho trovato”. Silvana però non sa a cosa serva: “All’inizio ho pensato che potesse aprire qualcosa in caserma, ad esempio il suo armadietto. Ho chiesto a un suo collega ma loro escludono questa ipotesi”.

Ma allora cosa doveva aprirci, Luca Catania, con questa chiave? Con questa domanda “Chi l’ha Visto” ha chiesto la collaborazione dei telespettatori: la chiave ha 4 denti ed una sigla stampigliata, WA32. Qualcuno ha suggerito possa aprire una cassetta di sicurezza in banca o una cassetta postale, altri ricollegano la sigla WA32 ad una barca; ma a cosa sia collegata quella chiave, al momento, resta un mistero.

Luca Catania

Così come un mistero al momento restano le motivazioni che hanno portato il carabiniere ad allontanarsi, quella mattina, raccontando bugie sia alla moglie (a cui ha detto di dover andare ad un corso per lavoro) sia in caserma (dove ha sostenuto di essere ammalato). A infittire ulteriormente il tutto la scelta di portare con sé la pistola d’ordinanza e le chiavi di casa lasciando però nella propria abitazione il marsupio ed il telefonino, a cui pochi giorni prima aveva completamente cancellato la memoria. Perché? Per togliersi la vita, per fuggire, per incontrare qualcuno?

I genitori di Luca non riescono a darsi pace. “Il giorno prima della scomparsa è passato da noi per prendere dell’insalata e dell’olio – racconta il padre in lacrime alla giornalista – e si è comportato come sempre…Io non riesco a capire cosa sia avvenuto dopo, mi son già fatto mille idee ma non riesco proprio a capire. Era sereno e tranquillo come gli altri giorni”. Un figlio amorevole, un marito e padre felice, un carabiniere modello: così lo ricordano i suoi cari. E così la sua scomparsa resta senza risposta.

E intanto sul fronte delle indagini si continua a lavorare alla ricerca di elementi utili per far luce sulla misteriosa scomparsa del carabiniere di Magliolo: qualche riscontro potrebbe arrivare dall’analisi del pc del militare che è stato prelevato dagli investigatori e che è ancora al vaglio dei carabinieri del Ris di Roma: forse nel computer di Luca Catania potrebbe spuntare qualcosa, qualche indizio per chiarire il giallo della sua sparizione. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare i risultati.

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