Truffa

Accusato di “assenze ingiustificate” dal lavoro: l’ex dipendente Ata Luigi Cavaliere rinviato a giudizio

Al centro del processo, che inizierà a marzo, ci sono tredici episodi: nel frattempo continua anche la causa di lavoro con l'azienda multiservizi

Savona Tribunale

Savona. Truffa a danno di Ata Spa. È l’accusa dalla quale si dovrà difendere Luigi Cavaliere, ex dipendente dell’azienda multiservizi savonese, che questa mattina è stato rinviato a giudizio dal giudice Francesco Meloni (l’inizio del processo è stato fissato per il prossimo marzo).

La vicenda finita al centro del procedimento penale è la stessa per la quale, il 14 settembre del 2015, Cavaliere era stato licenziato da Ata Spa insieme al collega Dario Lavagna. Un provvedimento che entrambi i dipendenti avevano impugnato. Nel luglio scorso il giudice del lavoro Alessandra Coccoli aveva firmato l’ordinanza con cui confermava il licenziamento per giusta causa rigettando il ricorso proposto da Cavaliere. Un pronunciamento contro il quale l’ex dipendente Ata ha presentato opposizione tramite ricorso che è ancora pendente in tribunale (attualmente è in corso quella che viene definita “fase a cognizione piena” durante la quale si potrà riesaminare, attraverso una meno sommaria procedura, il provvedimento del giudice del lavoro).

Per quanto riguarda il processo penale, a Cavaliere sono contestati tredici episodi di presunta assenza ingiustificata dal lavoro. In particolare, secondo la tesi della Procura, l’ex dipendente di Ata, durante l’orario di lavoro, si sarebbe dedicato ad attività non inerenti al servizio per periodi di tempi più o meno lunghi (si parla di assenze dai 15 ai 60 minuti). Un comportamento che, secondo i calcoli degli inquirenti, avrebbe prodotto un danno ad Ata Spa quantificabile in circa 300 euro.

Le accuse contestate fanno riferimento a presunti “abbandoni dal lavoro” monitorati nei mesi di marzo, aprile e agosto 2015. Era stata proprio Ata a far seguire i suoi dipendenti sospettando che ci fossero delle irregolarità. Accuse dalle quali Cavaliere, ma anche il collega Lavagna, si sono sempre difesi.

La scelta di Cavaliere di non ricorrere ad un rito alternativo è volta proprio a dimostrare in dibattimento il suo comportamento corretto. “Al mio assistito viene contestato, per esempio, di essere andato a fare la spesa in un negozio di frutta e verdura durante l’orario di servizio, ma, in realtà, era lì per ritirare le cassette vuote come prevedeva il contratto di Ata. In un’altra occasione gli viene contestato di essere andato in un centro commerciale, ma stava ritirando le pile esauste” precisa l’avvocato Paolo Brin anticipando alcune delle linee difensive che saranno approfondite nel corso del processo nel quale Ata Spa non si è costituita come parte civile.

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