Danno ambientale

Piattaforma Maersk, “Noi per Savona” e Italia Nostra: “La nostra spiaggia sarà mangiata”

Daniela Pongiglione e Roberto Cuneo spiegano le pesanti conseguenze per il litorale savonese a seguito della nuova infrastruttura portuale

Savona/Vado L. “Ci troviamo davanti all’ennesima grande opera non voluta e anzi osteggiata dai cittadini (ricordiamo il referendum a Vado), un progetto che non ha avuto senso sin dall’inizio e che costerà una cifra enorme di soldi pubblici (lo Stato ha stanziato 353 milioni di euro per questo ecomostro di grandissime dimensioni, mentre la Maersk non ha investito nulla). Non sarà utile all’economia locale, ma anzi impedirà lo sviluppo di altre attività economiche più adatte al nostro territorio”. Non usa mezze parole il consigliere comunale del gruppo “Noi Per Savona” Daniela Pongiglione che questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Savona, è tornata all’attacco sul progetto della nuova piattaforma contenitori di Vado Ligure.

All’incontro del gruppo consiliare che si è svolto in Sala Rossa ha preso parte anche l’Ing. Roberto Cuneo di Italia Nostra, che ha spiegato le ragioni tecnico-economiche per le quali è necessario opporsi all’intervento portuale. Proprio Roberto Cuneo ha usato parole forti: “Dietro a tutto ciò c’è un disegno…Non è stata fatta una valutazione di impatto ambientale di tutto il progetto quando uno degli elementi più significativi è rappresentato dalla diga fioranea, la vera e più importante criticità del complessivo progetto. Per questo dico che si è proceduto con troppo superficialità e ingenuità: non si può fare una valutazione ambientale solo sulla piattaforma in sé…”.

La diga foranea ha una lunghezza di 400 metri e la piattaforma metterà in ombra la foce del fiume e si andrà a modificare la dinamica delle sabbie: per questo la spiaggia di Vado e Savona sarà tutta mangiata…” conclude.

Al centro della conferenza stampa le analisi sull’inchiesta pubblica avviata su richiesta di Italia Nostra e WWF, così come il report della Corte dei Conti europea sui Porti nell’UE. Sul primo aspetto: “Dalle tre riunioni dell’inchiesta è emerso che le opinioni espresse dai tecnici dei proponenti sono state contestate con chiarezza e argomentazioni ineccepibili dai tecnici locali. Anche l’Università di Genova ha sollevato numerose eccezioni alle affermazioni degli esperti di Technital. Nella terza seduta, infine, è stato dichiarato che la variante al Progetto della Piattaforma avrà una ricaduta assai impattante anche sul litorale savonese. L’inchiesta ha visto tre incontri di tipo tecnico ed è terminata senza alcuna conclusione, addirittura senza che la presidente dell’assemblea (il direttore generale della Provincia) dichiarasse chiusi i lavori o salutasse gli intervenuti. Crediamo che sia necessaria una riunione politica conclusiva di sintesi, che informi i Cittadini savonesi. Noi abbiamo chiesto, con un’interpellanza del 18 luglio, che il Comune di Savona organizzasse in Sala rossa questa riunione, importante per la nostra città, che, a sentire i tecnici, subirebbe gravissimi danni ambientali. Alla data odierna però non è ancora stata convocata la Commissione, nonostante le le dichiarazioni dell’Assessore all’ambiente” spiega il consigliere Pongiglione.

Noi per savona

“Alla fine di settembre è uscito il Report della Corte dei Conti europea sui Porti negli Stati europei. Il documento contiene forti critiche alle politiche nazionali non coordinate tra loro, ai doppioni delle infrastrutture, agli sprechi enormi. Si parla anche dei porti liguri. La Corte stigmatizza “investimenti simili realizzati in porti limitrofi di uno stesso sistema portuale” e critica gli investimenti per aumentare infrastrutture e sovrastrutture “nonostante fosse già disponibile capacità inutilizzata nei porti vicini”. E tra gli esempi di investimenti simili in porti vicini, vengono citati proprio i porti liguri. Ricordiamo che la piattaforma VTE di Voltri è a pochi chilometri in linea d’aria”.

“Se osserviamo il quadro mondiale dei trasporti, con dati delle maggiori Agenzie internazionali, vediamo che per i prossimi anni si prevede un costante calo dei traffici, anche per l’apertura di nuove vie di transito che ridurranno il traffico marittimo nel Mediterraneo. L’Agenzia Mondiale Roland Berger (con sede a Monaco di Baviera) in una analisi sul settore della Logistica, prevede la perdita di 1 milione e mezzo di posti di lavoro nei prossimi tre anni”.

“E proprio sul tema assunzioni, nei documenti Maersk se ne prevedono 298. Ma ciò non viene garantito da nessuna parte, ed è sotto gli occhi di tutti che in alcuni porti non sono state fatte nuove assunzioni, ma sono stati dati incarichi alla Compagnia portuale, e in altri porti sono giunte maestranze da fuori”.

Nel mirino dell’esponente della minoranza consiliare le conseguenze che l’opera avrà anche per il litorale costiero savonese: “Il progetto avrà un impatto molto pesante sul ponente savonese, in particolare sui Comuni di Savona e di Vado. Non si tratterà solo della grande estensione della piattaforma e del retroporto, ma anche dei camion che attraverseranno i centri abitati con grande frequenza, senza parlare della distruzione quasi certa delle spiagge verso levante, cioè verso Savona, spiagge che sono una delle poche risorse naturali ancora valide per la nostra Città e la sua economia balneare e turistica”.

“Dobbiamo chiederci se ne valga la pena. Tale valutazione non è mai stata fatta. Non si conoscono i vantaggi, ma gli svantaggi sono lampanti: il territorio resterà profondamente modificato in peggio e danneggiato. Dobbiamo chiederci se ne valga la pena: questi enormi investimenti pubblici devono procurare solo svantaggi ai cittadini? Dobbiamo fare quantificare realmente questo nostro capitale naturale, proprio come indicano la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale che sollecitano a calcolare in termini economici la conseguenza delle opere impattanti” aggiunge Pongiglione.

Noi per savona

“Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo chiedere altre scelte industriali. Le scelte attuali (come molte di quelle che le hanno precedute) sono totalmente negative, perché non considerano la specificità del nostro territorio e continuano a considerare valida la vecchia operazione di scambio tra salute/ qualità della vita contro posti di lavoro (in questo caso in cambio di ventilati posti di lavoro)”.

“Ci sono poi le gravi criticità relative alla variante richiesta e quindi alla gara d’appalto e, ultimo punto, ma non meno grave, la mancata iscrizione nelle “white list” antimafia delle Prefetture competenti di alcune delle Ditte che lavorano al progetto della piattaforma Maersk, promosso dall’Autorità portuale di Savona. Rileviamo infine che il costruttore della piattaforma, la GLF Fincosit, è anche la stessa società coinvolta nel recente scandalo del MOSE di Venezia” conclude Pongiglione.

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