Precisazioni

Indagine sul Terzo Valico, il Cociv chiarisce: “Siamo parte lesa”

I detriti del cantiere genovese in parte sono riutilizzati per la costruzione della piattaforma di Vado

Genova. Con una nota stampa diffusa questo pomeriggio, la Covic (il contraente generale delle opere del Terzo Valico dei Giovi nella tratta AV/AC Milano – Genova) precisa la propria posizione in merito all’indagine portata avanti dalla guardia di finanza, che oggi ha dato esecuzione a 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti, coinvolti – secondo quanto si apprende – nei lavori per la costruzione del Terzo Valico. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta. Oltre alle misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Genova, gli uomini della Guardia di Finanza hanno effettuato alcune decine di perquisizioni in diverse regioni italiane. Complessivamente sarebbero oltre 20 gli indagati.

Le indagini svolte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Genova e coordinate dalla Procura della Repubblica del Capoluogo Ligure, hanno consentito di appurare episodi di corruzione, concussione e di turbativa d’asta perpetrati dagli indagati, nei vari ruoli dagli stessi ricoperti negli anni, in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di Euro.

In particolare, dall’attività investigativa è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal General Contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato.
In una circostanza la turbativa veniva accompagnata dal pagamento di una somma di denaro. Allo stato sono in corso di esecuzione numerose perquisizioni e sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania, in cui sono impegnati i Finanzieri di 19 Comandi Provinciali. Perquisizioni sono state fatte anche nella sede di Cociv di via Renata Bianchi.

Alla luce dei fatti di oggi e preso atto dell’attività degli inquirenti, il Cociv sottolinea “di essere in questa vicenda parte lesa, e precisa che, in ogni caso, non sussistono oneri aggiuntivi a carico dello Stato così come nessuna differente qualità delle opere il cui controllo è in capo al committente pubblico attraverso l’organo di alta vigilanza”.

“In tutte le ipotesi in corso di verifica, si tratta infatti di procedure di scelta interna al consorzio di subappaltatori e subaffidatari, il cui eventuale maggior costo ricade esclusivamente sul contraente generale, trattandosi per il pubblico committente di opera a prezzo fisso ed invariabile. Eventuali interferenze in corso di accertamento investigativo possono riguardare solo iniziative infedeli di funzionari venuti meno al dovere di lealtà verso l’azienda e soprattutto in violazione delle regole di trasparenza e di controllo predisposte allo scopo, inclusa l’adozione di gare telematiche e procedure anticorruzione”.

“Il Consorzio adotterà ogni opportuno provvedimento per garantire l’operatività del progetto confidando in una veloce conclusione della vicenda giudiziaria in corso e dichiarando fin d’ora la più ampia collaborazione, sia alla magistratura inquirente sia all’Autorità Anticorruzione. Eventuali responsabilità che dovessero emergere a carico di singoli saranno perseguite in tutte le sedi opportune”.

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