Chiarimento

Savona, polemica sui buoni pasto. Montaldo: “Nessuna stangata, sistema più equo”. E annuncia: “Controlli a sorpresa”

L'appello: "Presentate l'ISEE, potrete risparmiare e serve anche a noi per parametrare meglio le quote"

Savona. “Non è vero che ci sarà una stangata sui buoni pasto. Anzi, molte famiglie di savonesi si troveranno a pagare di meno“. Lo sostiene con forza, ripetutamente, l’assessore al Bilancio Silvano Montaldo nel chiarire il nuovo sistema tariffario legato alla mensa scolastica dopo le furiose polemiche scoppiate nei giorni scorsi.

Mamme sugli scudi (alcune si sono presentate anche in conferenza stampa, teoricamente “chiusa” al pubblico) per quello che nel passaparola era stato dipinto come un aumento quasi indifferenziato. Per le famiglie, era la voce, il buono pasto passa a 6 euro. In realtà, ha rivelato questa mattina Montaldo, l’informazione era incompleta.

I 6 euro sono la tariffa massima – chiarisce – applicata solo a chi non è residente, non presenta modello ISEE o lo ha superiore a 20.000 euro“. Una soglia che all’inizio ha allarmato le famiglie, convinte di rientrare praticamente tutte nella fascia più alta. L’inghippo, ha spiegato Montaldo, nasce dal confondere il parametro ISEE con il reddito: “Il modello ISEE tiene conto, oltre che del reddito, anche di altri parametri come la composizione del nucleo familiare, la quantità di lavoratori, l’affitto o il mutuo da pagare”. Montaldo ha fornito un paio di esempi concreti: una famiglia di 4 persone tra cui 2 bambini, nella quale ci sia solo un genitore lavoratore con un reddito di 22.000 euro, e con un mutuo o un affitto medio, ha un ISEE stimato di 7.723. E quindi, secondo le nuove fasce, si troverebbe a pagare un buono pasto di 3,50 euro a fronte degli attuali 4,40.

Il video della conferenza stampa:

“La tariffa viene stravolta, ma per renderla più equa – ha insistito a lungo Montaldo – prima c’era una sola soglia, i 6.000 euro, oltre la quale si pagava tutti la stessa cifra. Equiparare una famiglia con un ISEE di 6.000 a una da 50.000, francamente, mi sembra iniquo. E il sistema è da cambiare, perchè così com’è non funziona“. Con il nuovo sistema proposto, sotto i 6.000 euro di ISEE il buono pasto costerà 2 euro; da 6 a 10mila 3,50; da 10 a 12mila 5; da 12 a 20mila 5,50; al di sopra (o in assenza di ISEE) 6 euro.

E le cifre, ha spiegato Montaldo, sono passibili di variazioni. “Abbiamo dovuto fare i calcoli sulla base di un campione molto piccolo: al momento infatti abbiamo soltanto 200 moduli ISEE, a fronte di più di 2.000 famiglie che usufruiscono del servizio”. L’appello è chiaro: “Presentate l’ISEE, ci aiuterà a stabilire tariffe il più eque possibile. Mi rendo conto che andarselo a far fare è magari un disagio in termini di tempo, ma è gratuito, si fa solo una volta l’anno e può tornare utile per una serie di agevolazioni, non  solo per la mensa”.

silvano montaldo ilaria caprioglio

Montaldo cerca anche di smorzare i toni sulle due polemiche degli ultimi giorni, la presunta “scarsa qualità” del servizio (oggi erogato da Camst) e quella ormai celebre del “panino”. “Francamente non ho capito tutto questo rumore – commenta – le nuove tariffe entreranno in vigore dal primo gennaio, quindi la mensa fino a fine anno è identica allo scorso anno sia come costi che come qualità. Per cui, se l’anno scorso andava bene, non capisco perchè invece ora si voglia mandare i figli con un panino da casa, che tra l’altro non può per ovvi motivi sostituire un pasto ‘vero’, con tutti gli apporti nutritivi corretti, come quello della mensa”.

“Quanto alle contestazioni sulla qualità, io e l’assessore ai Servizi Sociali Cristina Bellingeri faremo dei controlli a sorpresa, presentandoci a mangiare senza preavviso nelle mense scolastiche. E oltre a ciò, una volta scaduta l’assegnazione non ci limiteremo a rinnovare il contratto, ma indiremo una gara. Riteniamo che sia la scelta giusta non solo in ottica economica, visto il possibile risparmio dovuto alla competizione di altre aziende, ma anche per la giusta ricerca del miglior servizio possibile”.

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