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Savona, il Comune sui centri socio-educativi: “Realtà importanti, ma non ci sono fondi sufficienti”

L'assessore Bellingeri risponde a Pongiglione sulla possibile mancata apertura dei due centri di Villapiana e via Scarpa

Consiglio comunale Caprioglio savona

Savona. Come annunciato, è arrivata in consiglio comunale la risposta dell’assessore ai servizi sociali di Savona, Cristina Bellingeri, all’interpellanza presentata da Daniela Pongiglione di “Noi per Savona” in merito alla possibile mancata apertura dei due centri socio-educativi per ragazzi di Villapiana e via Scarpa.

Le due realtà, attive da quasi trent’anni, forniscono sostegno ai giovani studenti savonesi con grave disagio sociale: “I due centri – precisa meglio Pongiglione – offrono servizi per la semi-residenzialità, in convenzione con il Comune, a scolari e studenti della scuola dell’obbligo, in gran parte portatori di forte disagio sociale. Si tratta di un ruolo primario di assistenza e di prevenzione”.

La gestione dei due centri era in mano alla coop “Progetto Città”, ma a luglio l’appalto è scaduto. Il bando di gara non è stato avviato e quindi i due poli rischiano di non aprire a ottobre come previsto lasciando 50 studenti “a casa”. Vista la situazione, Pongiglione ha chiesto all’assessore Bellingeri “quale progetto intendete promuovere nell’ambito della semiresidenzialità? Se, e quando, darete il via alla gara per la gestione di un nuovo centro?”

La risposta dell’assessore è chiara: “Condividiamo quanto affermato da Pongiglione circa l’importanza che tali strutture semiresidenziali hanno rappresentato in questi anni per molte famiglie savonesi in situazioni di grave disagio socio economico. I centri hanno costituito una risorsa importante per i circa 50 minori che annualmente hanno fruito del servizio e ai quali è stato fornito un appoggio concreto sia dal punto di vista educativo che di supporto pratico. Occorre tuttavia sottolineare che nel bilancio di previsione del corrente anno non erano state previste a sufficienza risorse che consentissero di bandire un nuovo appalto per l’affidamento di questo servizio; a questa criticità si sono aggiunte analoghe difficoltà, legate a servizi per i minori e per gli anziani, assolutamente non comprimibili, alle quali si sta cercando, anche in questi giorni, di rispondere con le misure finanziarie necessarie, attraverso variazioni al bilancio”.

“Va anche osservato che, parallelamente a questa evidenza, in prossimità della scadenza dell’affidamento in essere, è stato avviato dal punto di vista tecnico un confronto mirato a riflettere su possibili alternative che permettano di fornire risposte più flessibili e maggiormente rispondenti alle necessità dei minori. L’obiettivo dei servizi è ripensare globalmente all’investimento in questo ambito di interventi, non solo in una prospettiva di contenimento della spesa, ma nell’ottica di una progettazione che possa coinvolgere tutti gli attori che ruotano intorno al mondo dei minori, dal sociale, al sanitario, alla scuola, al privato sociale nella prospettiva di studiare percorsi integrati, che permettano di utilizzare in maniera ottimale le risorse a disposizione, pensando ad interventi preventivi non tradizionali”.

“Si deve tenere presente, inoltre, che non ha subito alcuna limitazione il servizio dell’Assistenza domiciliare minori (Adm), irrinunciabile attività di affiancamento educativo che permette il monitoraggio costante su situazioni di minori affidati all’Ente locale,che offre moltissimi elementi di valutazione sulla relazione tra genitori e figli e che ha spesso aiutato a comprendere aspetti altrimenti non visibili, mettendo in evidenza le criticità ma anche le risorse delle famiglie coinvolte.
Anche in questo caso si tratta di un servizio con finalità preventive allo scopo di limitare il ricorso all’istituzionalizzazione. Sempre in ottica preventiva si sta sperimentando sul territorio savonese un nuovo progetto di affiancamento familiare “Una famiglia per una famiglia” in collaborazione con la Fondazione Paideia di Torino”.

Ha proseguito Bellingeri: “L’affiancamento vuole rappresentare uno strumento anche di potenziamento delle reti locali, della solidarietà a favore delle famiglie fragili in un’ottica preventiva per evitare l’aumento di situazioni ad alta complessità socio-assistenziale, diminuire il rischio di allontanamento dei minori dal proprio contesto familiare e rendere maggiormente sostenibile l’intervento dei servizi sociali. In quest’ottica verranno considerate tutte le opzioni tecnicamente ritenute adeguate e percorribili, compresa quella di una rimodulazione complessiva degli interventi rivolti ai minori, da cui non è escluso a priori il centro socio educativo, in un contesto di complessiva sostenibilità dei servizi a supporto di un area giustamente definita strategica nell’ambito dei servizi rivolti alle fasce più deboli”.

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