Lettera al direttore

La lettera

Tragedia ferroviaria in Puglia: il messaggio di Roberto Nicolick

scontro treni

Quando uno qualunque si siede su un mezzo di trasporto qualsiasi, ovviamente dopo aver pagato il documento di viaggio, si aspetta, giustamente, di partire, e anche, e soprattutto di arrivare a destinazione, magari a casa dopo una giornata di lavoro, a iniziare una vacanza, dalla fidanzata, dal fidanzato che ti aspetta, dai propri cari e invece accade una cosa diversa, molto diversa, anzi terribile. Accade che muori tra le lamiere del mezzo di trasporto per cui hai pagato il biglietto.

E’ una tragedia troppo grande, anche per il numero delle vittime, destinate a salire, e dei feriti, molti in gravi condizioni. Sono cose che non dovrebbero accadere, in quei momenti gli utenti sono inermi, indifesi, stanno usufruendo di una di quelle cose , chiamati mezzi di trasporto o infrastrutture, per cui molti, non tutti, pagano le tasse.

Il treno è una cosa usuale, della nostra civiltà ci porta ovunque, anche attraverso il mare salendo su un ferry boat, anche sotto il mare come nel tunnel della Manica, anche attraverso le montagne, sopra,sui valichi e dentro, nelle gallerie. E’ quasi blasfemo pensare che due treni su un binario unico si lancino uno contro l’altro come due cavalieri medioevali con la lancia in resta e con la celata abbassata. Eppure, questo è accaduto! Poi si vedranno le cause. Intanto si può notare che ma macchina dei soccorsi è partita con efficienza, si può vedere l’impegno del personale sia professionale che volontario che ha risposto con grande diligenza per portare aiuto ai feriti e soccorrerli.

La Nazione e i Pugliesi hanno dato prova di disponibilità in un momento così terribile. In mezzo a così tanto dolore, a così tanta sofferenza, non poteva mancare un soggetto, che ha postato su un social, una frase inopportuna, crudele e ottusa, in questo post si esterna una considerazione a sfondo razziale, sui meridionali morti nell’incidente, ma soprattutto si inneggia a così tante vittime, quasi mostrando gioia per la provenienza regionale dei morti. Forse questo soggetto dimentica, che i soccorritori hanno trovato tra le lamiere, due vadaveri stretti in un ultimo amoroso abbraccio: una giovane madre con la propria figlioletta. Una madre e la sua bimba, definiti dal soggetto, due “terroni”.

Roberto Nicolick

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