Di necessità virtù

Roccavignale, si rompe il tubo dell’acquedotto: sindaco e cittadini “operai”, risolto in tre ore

E Fracchia esprime i suoi dubbi: "Con il nuovo consorzio come verrà gestita un'emergenza simile?"

Roccavignale. Immaginate un intero paese che rimane senza acqua in casa. Di domenica. A fine luglio. Uno scenario senza dubbio poco invidiabile. E ora immaginate che ad intervenire per riparare il guasto non intervengano operai specializzati, ma gli abitanti della zona. E il sindaco.

E’ quanto successo questa mattina a Roccavignale, che ha rischiato di restare tutto il giorno senza acqua potabile a causa di un guasto alla tubazione principale, quella che in pratica rifornisce la gran parte del paese. Una rottura importante, di fronte alla quale però il primo cittadino Amedeo Fracchia non si è perso d’animo: prima ha chiamato l’impresa che si occupa della manutenzione, quindi, nell’attesa, insieme ad alcuni altri residenti si è attrezzato di scavatore e ha dato il via ai lavori.

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Il gruppo in poco tempo ha provveduto ad eliminare l’asfalto e la terra, mettendo “a nudo” la tubatura: in questo modo, al loro arrivo, agli operai è bastato provvedere alla riparazione e alla saldatura per ripristinare la fornitura. In totale circa 3 ore dal guasto al ripristino. “Per fortuna siamo riusciti a fare tutto in tempi brevi – è il commento del sindaco – ma mi preoccupa un po’ quanto accadrà fra qualche mese, quando l’acqua verrà gestita da un’unica grande società”.

Roccavignale infatti, unico paese della Valbormida, non fa ancora parte del consorzio pubblico che si sta costituendo: “Volevamo prima avere delle risposte su alcune nostre perplessità – spiega Fracchia – e finché non avremo queste garanzie io terrò duro. E una perplessità riguarda proprio casi come quello di oggi: come sarà gestita un’emergenza del genere? Dovremo telefonare a un numero verde, e prima che capiscano la situazione ed intervengano resteremo senza acqua per ore”.

La prossima settimana, annuncia anche il sindaco, verranno sostituiti altri 25 metri di vecchia tubazione. “In due anni abbiamo cambiato un chilometro e mezzo di tubi – ricorda Fracchia – abbiamo automatizzato certi meccanismi: tutti lavori pagati dai contribuenti di Roccavignale. Già collaboriamo con l’acquedotto di Savona per certe cose, dalla clorazione al monitoraggio delle vasche, ma vorrei che ciò che abbiamo realizzato in questi anni venga in qualche modo quantificato e valorizzato… questo è uno dei motivi principali per cui non abbiamo ancora aderito al CIRA”.

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